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Shrek 5 e la strategia di marketing innovativo

di | 2025-03-16T01:17:55+01:00 16-3-2025 0:35|Sezione 8, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – La pubblicazione anticipata delle prime immagini e teaser di Shrek 5 – a quasi due anni dall’uscita prevista – ha immediatamente catalizzato l’attenzione dei fan. Invece di generare solo entusiasmo, questo primo sguardo al film ha suscitato anche critiche e dibattiti accesi. I protagonisti appaiono con un restyling visivo significativo: Shrek ha lineamenti più morbidi e meno dettagliati, Fiona sfoggia un aspetto rinnovato e Ciuchino è stato definito da alcuni “quasi irriconoscibile”. Lo stile grafico sembra discostarsi dall’estetica originale che rese iconico il franchise, privilegiando un design simile a quello dell’ultimo spin-off di Il Gatto con gli Stivali. Questa scelta ha diviso il pubblico tra chi apprezza l’aggiornamento tecnico e chi invece accusa la produzione di aver “stravolto inutilmente i personaggi, snaturando l’anima del franchise”.

Sui social non sono mancati commenti nostalgici – “Perché hanno fatto questo?” chiede un fan deluso – insieme a critiche per un’eccessiva pulizia della grafica che renderebbe i personaggi meno espressivi. Allo stesso tempo, altri spettatori difendono il nuovo look ritenendolo un adeguamento inevitabile agli standard dell’animazione moderna, sottolineando che il vero banco di prova sarà la qualità della storia e dell’umorismo del film. Di fronte a reazioni così polarizzate, sorge spontanea una domanda: DreamWorks ha rilasciato queste immagini in anticipo proprio per tastare il polso al pubblico? In un’era di social media e comunità di fan iper-connesse, coinvolgere gli spettatori nelle fasi preliminari può essere una strategia di marketing mirata a raccogliere feedback. Ottenere riscontri dai fan offre agli studios un’opportunità preziosa per capire cosa funzioni o meno, quando c’è ancora margine per intervenire.

Non a caso, il dibattito nato attorno a Shrek 5 potrebbe influenzare le scelte finali degli autori. Al momento la DreamWorks non si è pronunciata ufficialmente sulle critiche, ma secondo gli osservatori è possibile che i commenti del pubblico portino a piccoli aggiustamenti in corso d’opera. Del resto, non sarebbe la prima volta che un film d’animazione subisce modifiche dell’ultimo minuto dopo una reazione negativa dei fan – celebre in tal senso il caso di Sonic – il film (2020) viene spesso citato come esempio emblematico di come il feedback dei fan possa influire sul prodotto finale. Quando Paramount diffuse il primo trailer di Sonic the Hedgehog nel 2019, i fan reagirono con forte disappunto all’aspetto del riccio blu: il design realistico, con denti umani e occhi piccoli, venne giudicato inquietante e “traditore” dello spirito originale del personaggio.

Le prime immagini promozionali, invece di suscitare entusiasmo, scatenarono valanghe di critiche online. Di fronte a questa ondata negativa, la reazione dello studio fu sorprendente ma efficace: il regista Jeff Fowler annunciò pubblicamente che Sonic sarebbe stato ridisegnato prima dell’uscita, assicurando di aver “ascoltato le critiche” e di voler “sistemare tutto nel modo giusto”. La Paramount decise di posticipare la premiere di alcuni mesi, investendo risorse aggiuntive (si parla di circa 5 milioni di dollari di costi extra) per riprogettare completamente il modello in CGI di Sonic. Il risultato? Un Sonic dal look più cartoonesco e fedele al videogame, accolto questa volta con approvazione dai fan e dalla critica. La mossa, inizialmente rischiosa, si rivelò vincente: il film debuttò al botteghino con incassi record per un adattamento da videogame, superando persino Pokémon: Detective Pikachu nel primo weekend. Inoltre, molte recensioni lodarono il nuovo design di Sonic e la sua aderenza al materiale originale, sottolineando come il dialogo instaurato coi fan avesse giovato al prodotto finale.

Il “fattore fan” non si è manifestato solo con Sonic. Negli ultimi anni, vari studi cinematografici hanno mostrato crescente attenzione alle reazioni del pubblico, intervenendo su design e talvolta perfino sulla narrazione. Un altro esempio lampante è quello di Cats (2019), adattamento live-action del famoso musical. Il primo trailer fece il giro del web per le ragioni sbagliate: gli spettatori rimasero turbati dall’aspetto dei personaggi, interpretati da attori in CGI con fattezze umanoidi. La reazione online andò dalla confusione all’orrore, generando una pubblicità virale ma anche molte perplessità. Di fronte alle critiche, il regista Tom Hooper riconobbe di aver colto alcuni spunti utili per migliorare il film. Tuttavia, nonostante alcuni aggiustamenti in extremis al CGI, Cats non riuscì a scrollarsi di dosso la percezione negativa e fu un flop al botteghino. La scelta di diffondere anticipazioni di Shrek 5 sembra parte di un’evoluzione del marketing cinematografico verso una maggiore interattività con la fanbase.

Pubblicare immagini in anteprima ha il duplice effetto di generare hype immediato e, al contempo, di fornire agli autori un prezioso termometro delle aspettative del pubblico. Se la DreamWorks deciderà di apportare aggiustamenti in risposta al feedback ricevuto, questo potrebbe essere comunicato come prova di attenzione verso i fan, rafforzando la fedeltà al franchise. Tuttavia, ignorare completamente le critiche potrebbe risultare controproducente, alienando una parte del pubblico storico. Per Shrek 5 il banco di prova sarà nei prossimi mesi: resta da vedere se la DreamWorks attuerà cambiamenti sostanziali o se manterrà intatta la propria rotta creativa. In entrambi i casi, una cosa è certa: il pubblico si sente parte della conversazione su Shrek 5, e questo coinvolgimento attivo è uno degli obiettivi principali di qualsiasi strategia di marketing moderno.

Ivana Tuzi

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