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“Accendere fuochi nelle vite dei ragazzi”

di | 2022-10-02T07:02:36+02:00 2-10-2022 6:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

NAPOLI – L’anno scolastico si apre con tante belle sorprese, dalle mascherine che non ci sono più agli ingressi in aula, con ordine ma, finalmente, tutti insieme. Un avvio fatto di incontri con nuovi colleghi, con nuovi alunni, con nuovi genitori che ti guardano per fortuna con ancora un po’ di riverenza: “u prufessò”. Tutto intorno alla scuola è attesa elettrizzante, la ricerca della novità del “di nuovo” conosciuto ma sempre bello da rincontrare, entrare in aula e ritrovare il proprio banco, l’aula rimessa a nuovo, nuove Lim (il Pnrr ha fatto piccoli miracoli). Il saluto dei vecchi ragazzi che ti fa capire che qualcosa è accaduto, che quantomeno ti riconoscono come parte della loro vita. Quello che qualche mese prima si era manifestato come la liberazione, la libertà totale, la fuga da Alcatraz, si fa stranamente desiderio di incontrarsi.

E adesso, quindi, siamo chiamati ad essere punti di riferimento, maestri e guide, oggi più che mai. Siamo esposti allo sguardo altrui, agli occhi affamati di senso e di speranza dei giovani che incontriamo. Riusciremo ad essere quello che dobbiamo essere? Gira una frase che dice così: “I migliori insegnanti sono quelli che vi mostreranno dove guardare, ma non vi diranno cosa vedere”. C’è del vero, perché l’insegnante migliore è quello che rappresenta per il giovane un invito a guardare. C’è della menzogna però, perché il “cosa vedere” è importante, è fondamentale e deve essere mostrato e visto e riconosciuto. Nell’inferno quotidiano, scriveva Calvino, è importante saper riconoscere chi e cosa non è inferno, e farlo durare e dargli spazio. Ognuno di noi ha bisogno di incontrare qualcuno nel gran deserto della nostra vita, di vedere, affidarsi e seguire. Il vero maestro non solo indica dove guardare e cosa guardare, ma è colui che sa guardare negli occhi il discepolo.

Il “maestro migliore” non lascia mai solo il discepolo che gli è stato affidato, non si ritira indietro quando c’è da indicare il cammino. Perché il vero problema non è dove guardare, ma proprio cosa vedere. E, ancor di più, come guardare. La frasetta che suona bene e viene anche immediatamente apprezzata è dunque menzognera. Non risponde al bisogno autentico di quegli occhi che non vedono più nulla e che hanno bisogno di vedere qualcosa. Dimentichiamola, dunque, e cerchiamo qualcosa d’altro. Magari chi resta fedele alla commissione che gli è stata data come compito, anche se ogni giorno si fa più faticosa, perché il mondo si è messo a girare troppo velocemente, è diventato come una trottola impazzita, una macina che trita tutto e tutti ad un ritmo vorticoso ed innaturale. A fronte di questa velocità da matti, c’è la consegna che è sempre la stessa.

La consegna che è una responsabilità eccezionale: “Accendere fuochi nelle vite dei ragazzi”. Perché c’è per fortuna chi sa cosa deve vedere e colui che gli è stato affidato non lo lascia mai solo. C’è un “maestro migliore” di questo? Il mondo gira troppo velocemente. Lo sguardo si perde, gli occhi non vedono più nulla. Ma quando vedono, allora sì che è possibile rinascere, ritrovare voglia e speranza. E non parliamo qui solo degli occhi di chi ci è affidato: siamo noi stessi che abbiamo bisogno di vedere. Siamo noi ad avere bisogno di istantanee che rimangono inchiodate nella memoria. Senza avere incontrato quello sguardo, la sua presenza sarebbe stata inefficace. In fondo inutile.

Chi sostiene davvero è a sua volta sostenuto, non può essere altrimenti. Chi sa dare forza e speranza è perché, se ne renda conto o no, quei doni li ha ricevuti.

Chi insegna a vedere è perché è stato guardato.

Innocenzo Calzone  

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Conduce da più di 10 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Appassionato di Arte, partecipa ad attività culturali con l’associazione “Neapolis” promuovendo incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli attraverso attività di doposcuola per ragazzi bisognosi e il Banco Alimentare. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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