//Scudetto, De Laurentiis antipatico e vincente

Scudetto, De Laurentiis antipatico e vincente

di | 2025-05-25T01:15:34+02:00 25-5-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Lo scudetto del Napoli (quarto nella storia del club, il secondo in tre anni) regala un’altra notte indimenticabile al popolo azzurro che balla e canta fino all’alba e anche oltre perché la festa è appena cominciata e non è affatto finita, anzi. La conquista del titolo è l’ulteriore dimostrazione che nel calcio (come peraltro anche nella vita) non è affatto scontato che alla fine vincano sempre i più forti: è probabile, ma talvolta non accade.

L’allenatore Antonio Conte e il presidente Aurelio De Laurentiis

È un fiume di persone festanti, quello che si riversa nelle strade del centro di Napoli per festeggiare il quarto scudetto. Dai Quartieri Spagnoli giù per via Toledo, passando per il San Carlo, la Galleria Umberto, fino a piazza Trieste e Trento. Una fiumana di persone che cammina senza provocare incidenti, anche se non sono mancati isolati atti di vandalismo. Proprio a piazza Trieste e Trento, adiacente a piazza Plebiscito, anche quest’anno è stata presa d’assalto la monumentale Fontana del carciofo, un riferimento per i festeggiamenti dei tifosi. La fontana, infatti, è legata a doppio filo alle vicende calcistiche del Napoli visto che a volerla fu Achille Lauro, ex sindaco e presidente del Napoli tra gli anni ’40 e ’60.

Se i primi due scudetti furono inesorabilmente legati al nome e alle gesta calcistiche di Dieguito Maradona, gli ultimi hanno una madre in comune e due padri differenti. Il punto di continuità è rappresentato dal presidente della società partenopea, quel simpaticone di Aurelio De Laurentiis che non brilla certo per empatia ma che indubbiamente è personaggio che sa fare calcio, coniugando le esigenze economiche a quelle tecniche. Gli altri due condottieri sono quelli che dovrebbero sedersi in panchina (ma di solito lo fanno pochissimo): Luciano Spalletti e Antonio Conte, gli allenatori. In questo momento, sono i migliori in Italia e di conseguenza anche a livello internazionale.

Il primo (66 anni, toscano di Certaldo), oltre allo scudetto alle falde del Vesuvio, può vantare anche 2 successi in Coppa Italia con la Roma e due titoli nazionali in Russia alla guida dello Zenit di San Pietroburgo, completati da una Coppa di e da una Supercoppa di Russia. Il secondo (56 anni, pugliese di Lecce)  ha già conquistato 3 scudetti con la Juventus, uno con l’Inter e un altro in Inghilterra col Chelsea, oltre a diverse altre competizioni a diverse latitudini, compresa una Europa League con la squadra londinese. Insomma, due vincenti che hanno avuto meriti consistenti nelle fortune pallonare partenopee.

Ma il protagonista decisivo degli ultimi due scudetti è don Aurelio, figlio di Luigi e nipote di Dino De Laurentiis, fratelli ed entrambi produttori cinematografici. È titolare della Filmauro, società leader nella produzione e distribuzione cinematografica italiana e internazionale fondata con il padre Luigi nel 1975; oltre che presidente e proprietario dal 2004 del Napoli che rileva dal fallimento. È sposato con la cittadina svizzera Jacqueline Baudit dalla quale ha avuto tre figli: Luigi, Valentina ed Edoardo.

Due anni fa, commise un errore clamoroso litigando platealmente con Spalletti che se ne andò sbattendo la porta per poi diventare il commissario tecnico dellItalia: pensava che il merito di quella vittoria potesse prescindere dalle qualità e dal lavoro dellallenatore. La realtà dei fatti dimostrò esattamente il contario: il Napoli, col tricolore sul petto, chiuse il campionato al decimo posto, fuori da ogni competizione europea che, oltre alla gloria, porta in cassa un bel pacchetto di milioni di euro. E allora, 12 mesi fa, cominciò la ricostruzione, facendo tesoro delle sbandate precedenti: in panchina il miglior tecnico sulla piazza (Conte) e scelte di mercato dettate dal nuovo allenatore. Via (ma solo in prestito) Osimhen, il centravanti che con i suoi gol aveva timbrato lo scudetto, e dentro Lukaku, pagato tantissimo in relazione all’età e al rendimento più recente, ma fortemente voluto dal nuovo coach. E soprattutto dentro Scott Francis McTominay, 29 anni, inglese naturalizzato scozzese, che è stato incoronato come miglior giocatore della serie A.  Inutile aggiungere che lo aveva segnalato e voluto sempre Conte.

Lo scozzese Scott Francis McTominay, miglior giocatore del campionato

Nel mercato di gennaio, il colpo di scena: De Laurentiis cede per un’ottantina di milioni di euro al Paris Saint Germain Kvaratskhelia, il giocatore più talentuoso della rosa. E il sostituto, acquistato a prezzi da saldi, è tale Okafor che nel derelitto Milan di questa stagione faceva la riserva. Conte non la prende bene, i rapporti col presidente si incrinano non poco, ma non si abbatte, nonostante una serie di infortuni molto pesanti. Alla fine, hanno avuto ragione tutti e il Napoli si appunta un altro triangolino tricolore sulla casacca. E don Aurelio continuerà ad essere uno dei pochi che nel calcio riesce ad avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Canta Napoli. Perché ne hai diritto e te lo meriti.

Buona domenica.

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