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Omicidio di Manhattan, Mangione rischia la pena di morte

di | 2025-04-11T10:42:15+02:00 13-4-2025 0:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

PERUGIA – È la pena di morte la spada di Damocle che minaccia di abbattersi sulla testa di Luigi Mangione, accusato di aver assassinato a colpi di pistola il Ceo della United Healthcare Goup, Brian Robert Thompson, 50 anni, sposato e padre di due figli, davanti all’Hotel Milton Midtown di New York lo scorso 4 dicembre. Il ministro della giustizia, che negli Usa viene definito “attorney general” (procuratore generale), Pam Biondi ha infatti reso noto di aver dato mandato ai pm federali, che sosterranno l’accusa, di chiedere la pena capitale, “riammessa” nella legislazione Usa con uno dei primi provvedimenti di Donald Trump, appena rieletto. Su Mangione, a livello federale, pesano le imputazioni di omicidio di primo grado, omicidio a scopo di terrorismo, possesso illegale di arma, stalking. Il processo dovrebbe iniziare a dicembre. Prima di Pasqua, invece, il giovane italo-americano, ristretto al momento in una cella del Metropolitan Detention Center di Brooklyn, comparirà davanti alla corte statale di New York, chiamato a rispondere di undici capi d’accusa, per i quali la pena massima prevista sarà l’ergastolo.

Gli Usa sulla figura di questo rampollo della buona borghesia di Baltimora si sono divisi. Chi lo considera uno spietato assassino, chi lo descrive come un Robin Hood dei giorni nostri, che punisce i dirigenti delle assicurazioni sanitarie che ignorano le problematiche e le sofferenze dei propri assicurati e che rifiuterebbero, con ogni scusa, i risarcimenti dovuti. In gran numero sui social i commenti a favore dell’indagato e fortemente critici sul sistema sanitario e sulle assicurazioni, indicati, nel migliore dei casi, come “corrotti”. La stampa statunitense rivela che sono stati raccolti ben 780mila dollari, versati da comuni cittadini per sostenere l’accusato nelle spese processuali.

Brian Robert Thompson

Mangione, 26 anni, laureato alla grande (fu lui a tenere il discorso in rappresentanza di tutti i compagni del suo corso), veniva considerato, tra gli allievi dell’ateneo della Pennsylvania, uno studente modello (la famiglia spendeva qualcosa come 40mila dollari all’anno per fargli frequentare la prestigiosa università). Sofferente dalla nascita di una patologia alla colonna vertebrale (“spondolalistesi”), aggravatasi dopo un incidente con il surf alle Hawaii, il giovane – di bella presenza – ha accumulato un profondo rancore nei confronti dei gruppi assicurativi. Di fronte al giudice, tuttavia, nell’udienza dopo l’arresto, si è dichiarato “non colpevole” dei reati che gli vengono addebitati. Per gli inquirenti Luigi Mangione – che avrebbe rotto negli ultimi anni i rapporti colla famiglia – sarebbe arrivato a New York da Atlanta (Georgia) su un pullman della “Greyhound” il 24 novembre scorso ed avrebbe preso alloggio nel New York City Hostel, nell’Upper West Side di Manhattan, dove era rimasto sino al 3 dicembre, presentando una carta d’identità falsa e pagando in contanti.

Gli investigatori sostengono che Mangione abbia atteso la vittima appostato, di prima mattina, nelle vicinanze dell’albergo e quando lo ha visto arrivare si sarebbe avvicinato, senza farsi notare ed avrebbe esploso tre colpi con una pistola calibro 9 (una semiautomatica Glock 19), di cui alcune parti stampate in 3D ed assemblate. I colpi, sparati alle spalle del bersaglio umano, avrebbero colpito Thompson alla schiena ed al polpaccio. Il Ceo si era spento dopo poche ore in ospedale, senza riprendere conoscenza. Sui tre bossoli repertati sul luogo del crimine erano state incise le parole “ritardare”,“negare”, “deporre” che rappresentano una sorta di “logo” dei gruppi più accesi che contestano la politica dei gruppi assicurativi, che per evitare di pagare i sinistri si opporrebbero con ogni mezzo. Lo sparatore, che indossava una maschera a coprire il volto ed una giacchetta verde oliva e la cui azione criminale era stata ripresa dalle telecamere di sicurezza dell’albergo, si sarebbe allontanato dal luogo del delitto a bordo di una bike successivamente abbandonata nelle vicinanze del Carousel del Central Park, dove sono stati recuperati pure uno zaino ed una giacca, con i documenti (falsi) presentati per registrarsi al check-in dell’ostello. Da lì si sarebbe poi spostato alla stazione dei bus al ponte George Washington, dove sarebbe salito su un mezzo per destinazione rimasta ignota.

Luigi Mangione

L’arresto del presunto colpevole risale al 9 dicembre (a cinque giorni dall’omicidio) in un McDonald di Altoona (Pennsylvania), dove un cameriere lo aveva riconosciuto dalle foto segnaletiche apparse in tv e sui giornali, dando l’allerta alla polizia. Nelle tasche gli erano stati sequestrati, tra l’altro, un foglio in cui si leggevano frasi contro il sistema sanitario del paese con affermazioni del tipo “parassiti che se la sono cercata” ed altri commenti contro i gruppi assicurativi. La difesa di Mangione è stata affidata ad un team di avvocati, coordinati da Karen Friedman Agnifilo, 59 anni, fino a quattro anni fa assistente capo nell’Ufficio dei procuratori distrettuali di Manhattan.

Elio Clero Bertoldi

Nell’immagine di copertina, Luigi Mangione, accusato di aver ucciso il Ceo della United Healthcare Goup, Brian Robert Thompson

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