//A San Casciano un tesoro di 2200 anni

A San Casciano un tesoro di 2200 anni

di | 2022-11-13T07:04:00+01:00 13-11-2022 7:01|Top Blogger|0 Commenti

Di scoperte archeologiche importanti l’Italia ce ne propone quasi tutti i giorni ma talvolta sono veri e propri eventi destinati a scrivere o addirittura a riscrivere la storia della terra italica. Guardiamo quanto avvenuto a San Casciano dei Bagni, paese in provincia di Siena dalle parti del monte Amiata dove la settimana scorsa durante la sesta campagna di scavi al Santuario del Bagno Grande, promossa dal Ministero della Cultura e dal Comune toscano, è venuto alla luce il più importante deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana dell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo.

Eccezionale ritrovamento a San Casciano dei Bagni

Si tratta di oltre venti statue raffiguranti le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti (coloro che avevano acquisito il diritto alla dedica). Dal fango caldo sono riemerse effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Eccezionale lo stato di conservazione all’interno dell’acqua calda della sorgente che ha permesso anche di conservare in buono stato meravigliose iscrizioni in etrusco e latino incise sulle statue nel corso della loro realizzazione. La datazione delle opere ritrovate va dal II secolo a.C. al I secolo d.C., periodo in cui gli storici segnano l’inizio del passaggio dalla civiltà etrusca a quella romana. Anni in cui Roma entra in conflitto con le città etrusche. E proprio nel santuario del Bagno Grande di San Casciano nel corso di quegli anni, nobili famiglie sia etrusche che romane dedicarono le statue all’acqua sacra. Gli esperti parlano di “un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra”. Dalle iscrizioni sappiamo che i dedicanti arrivavano da tutto il territorio di Chiusi e Perugia e probabilmente anche dalla non lontana Tarkna (Tarquinia) e da Vulci. Ed ecco perché viene considerato un santuario di interesse interregionale.

Il santuario del Bagno Grande, con le sue piscine ribollenti e le terrazze digradanti, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V secolo d.C.. Era visitato da nobili famiglie etrusche e romane che dedicavano alle aquae calidae le statue e gli ex voto raffiguranti gli organi e le parti del corpo che si chiedeva alle divinità di salvare: cuore, intestino, orecchie, mani, recuperati oggi dal fango. Mentre fuori infuriavano guerre sociali, tra Roma e le città etrusche e all’interno dell’Urbe stessa, all’interno del santuario avveniva un processo di osmosi culturale, come testimoniano le iscrizioni bilingue etrusche e latine visibili sulle statue. Lì etruschi e romani pregavano insieme.
A San Casciano dei Bagni riemerge dal fango un deposito votivo di eccezionale valore archeologico, un tesoro inestimabile sommerso sul fondo della grande vasca romana. Ventiquattro statue in bronzo di raffinatissima fattura, cinque delle quali alte quasi un metro, tutte integre e in ottimo stato di conservazione che rappresentano divinità, matrone, imperatori e fanciulli.

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo” ha annunciato in anteprima all’Ansa l’archeologo Jacopo Tabolli, il giovane docente dell’Università per Stranieri di Siena che dal 2019 conduce il progetto con la concessione del Ministero della Cultura e il sostegno anche economico del Comune di San Casciano. “Un tesoro assolutamente unico” aggiunge Tabolli.
Va detto che insieme alle statue sono state trovate tantissime iscrizioni in etrusco e in latino nonché migliaia di monete oltre a una serie di altrettanto interessanti oggetti di uso comune e offerte vegetali. Una scoperta che ha richiamato in Toscana anche il neoministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano. Dal laboratorio di restauro dove sono state portate le statue il ministro ha affermato: “Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”. Gli fa eco Massimo Osanna, direttore generale dei musei dello Stato: “la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”. E il ministro Sangiuliano annuncia la realizzazione proprio a San Casciano di un museo per ospitare i reperti. “Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro – afferma – sarà un’ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale”.

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi