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Museo Ginori fra stile, cultura e bellezza

di | 2022-05-19T19:36:42+02:00 22-5-2022 6:15|Arte, Sezione 4|0 Commenti

SESTO FIORENTINO  (Firenze) – Quasi 280 anni di storia dello stile e del collezionismo internazionale: è il Museo Ginori, in Toscana, precisamente a Sesto Fiorentino. Un vero e proprio gioiello ricco di cultura, cresciuto in simbiosi con la manifattura Ginori. Chi non conserva con cura nelle vetrine della sala o della cucina quei meravigliosi servizi di tazze e piatti firmati Richard Ginori? Porcellana e ceramica finissima e di gran classe, uno stile unico ed inconfondibile. La scorsa settimana si è svolta la presentazione, al ministero per i Beni Culturali, del progetto visivo ed anche del sito web del Museo. A quanto emerso, il prezioso Museo Ginori potrebbe riaprire entro tre anni.

L’edificio risale al 1965, grazie al progetto dell’architetto Pier Niccolò Berardi, conosciuto da molti per essere anche il creatore della Stazione di Santa Maria Novella a Firenze. Sono i marchesi Ginori, nel 1735, a dare vita alla meravigliosa manifattura che ricalcava la mirabile tradizione della terracotta invetriata dell’arte di Luca Della Robbia. Verso la fine dell’Ottocento arriva la prima crisi che porta alla felice decisione di Paolo Lorenzini, fratello di Carlo l’autore di “Pinocchio”, di contattare i Richard di Milano. Nasce così una nuova industria, apprezzata in tutto i mondo da generazioni. Nel 2013 il rinomato gruppo del lusso Kering ha acquisito il ramo produttivo d’azienda ed il marchio Richard-Ginori, rilanciato poi come Ginori 1735 con risultati veramente eccellenti.

Il Museo, che era stato aperto al pubblico per esporre le migliori creazioni di Richard-Ginori nel 1864, purtroppo era stato chiuso nel maggio 2014 a seguito del fallimento nel 2012 della precedente proprietà della Richard-Ginori 1735 S.p.a., che deteneva il 100% dell’edificio e della collezione museale, rimasta nelle mani della curatela fallimentare. Il ministero dei Beni Culturali lo ha rilevato dopo due gare d’asta andate deserte, nel 2017. In aprile Kering ha annunciato il completamento dei lavori di restauro della storica cisterna, simbolo della manifattura e che torna anche nel nuovo logo del Museo. Successivamente, il ramo produttivo dell’azienda e lo stesso marchio vengono acquisiti dalla società Kering, mentre il Museo resta nelle mani della curatela fallimentare.

La svolta, dopo ben due gare d’asta andate deserte, arriva il 30 marzo 2017, proprio in occasione del G7 della Cultura di Firenze, quando il Ministro della Cultura Dario Franceschini annuncia l’intenzione del MiBACT di acquistare il Museo. Così, l’edificio e le collezioni del Museo di Doccia vengono ufficialmente acquistati dallo Stato ed è il CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) a stanziare quasi 2 milioni per gli interventi più urgenti di ristrutturazione. La gestione del Museo è affidata dal MiBACT alla Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia, a Sesto Fiorentino, costituita il 19 dicembre 2019.

Laura Ciulli

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