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Madagascar, la solidarietà italiana non ha limiti

di | 2018-12-30T07:19:39+01:00 30-12-2018 6:20|Attualità, Sezione 5|0 Commenti

ANTANANARIVO (Madagascar) – La solidarietà non ha confini, la solidarietà non ha limiti. Stefano Scaringella, 75 anni, frate cappuccino, romano di nascita ma ormai da più di trentacinque anni trasferitosi in Madagascar, ha portato a compimento un’altra delle sue iniziative. A Diego Suarez, all’estremo nord della grande isola, ha realizzato nell’ospedale universitario due nuovi padiglioni di cui la popolazione locale aveva estremo bisogno: quello chirurgico e quello della maternità.
Madagascar, uno dei paesi più poveri dell’Africa e del mondo. La sanità è un problema che attanaglia gran parte della popolazione. Gli ospedali sono pochi e le cure non sono a portata di molti, la mortalità infantile è altissima.
Padre Stefano trentacinque anni fa c’è arrivato con una laura in chirurgia deciso a mettersi al servizio della povera gente. Con l’aiuto dei privati (soprattutto europei) prima ha costruito con le sue mani un pronto soccorso ad Ambanja trasformandolo in seguito in un ospedale da cento posti letto. Poi, considerato l’elevato numero di abbandoni, ha attivato alcune case-famiglia per bambini e bambine nella stessa Ambanja e ad Antananarivo, capitale del Madagascar. Ma tutto questo non poteva bastare in un paese dove la specializzazione sanitaria è affidata a persone che arrivano soprattutto dall’estero. Allora, nel frattempo, con il materiale edile giunto dall’Italia, ha realizzato una scuola per infermieri che porta il nome di “Città di Viterbo”.
Eccolo l’ultimo suo lavoro in favore della popolazione malgascia: i due nuovi padiglioni nell’ospedale di Diego Suarez.
“Cari amici, un sincero augurio di buone feste e che l’anno che viene sia migliore di questo. Abbiamo terminato la costruzione del padiglione chirurgico e della maternità. Per il Madagascar sono tempi da record. Sono entrati in funzione l’altro ieri e la prima notte sono nati 4 piccoli. Terminato anche il blocco chirurgico”. Questo il testo del telegramma inviato pochi giorni fa da padre Stefano Scaringella agli amici italiani. Un’altra grande iniziativa di solidarietà portata a termine. E conoscendolo, conoscendo la sua forza d’animo e la speranza che lo sostiene, non sarà certamente l’ultima.

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