//Lockerbie, l’attentato ancora senza verità

Lockerbie, l’attentato ancora senza verità

di | 2025-02-10T09:58:27+01:00 9-2-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

È una giornata come tante a Lockerbie (Scozia sud-occidentale). O almeno così sembra. È il 21 dicembre 1988 e manca pochissimo a Natale, il primo che la famiglia Swire passerà senza la primogenita Flora, in partenza dall’aeroporto londinese di Heatrow verso New York con il volo Pan Am 103. Quell’aereo non arriverà mai a destinazione: esploderà in volo 38 minuti dopo il decollo, proprio sopra la cittadina scozzese, uccidendo 11 residenti insieme ai 259 passeggeri e membri dell’equipaggio. A bordo c’è anche Flora (24 anni), la figlia di Jim e Jane Swire, che da allora e per i tre decenni successivi, cercheranno risposte su cosa sia veramente accaduto quel giorno.

Colin Firth, strepitoso protagonista della serie tv sull’attentato di Lockerbie

Sulla scia del disastro e della morte di sua figlia, il dottor Jim Swire (interpretato in tv da uno strepitoso Colin Firth) diviene il portavoce delle famiglie delle vittime britanniche, bisognose di giustizia. Intraprende un viaggio alla ricerca della verità che lo metterà di fronte ai segreti di Stato delle istituzioni internazionali. Dal suo romanzo The Lockerbie Bombing: A Father’s Search for Justice, scritto a quattro mani con Peter Biddulph, è stata tratta la co-produzione Sky e Peacock, adattata da David Harrower e diretta da Otto Bathurst e Jim Loach (il figlio di Ken) per un’indagine che tuttora dopo 37 anni rimane in parte insoluta.

Nella disperata e incessante caccia alla verità, Jim si muove e si scontra con depistaggi, bugie, insabbiamenti. La sua ricerca è piena di lati bui e di cospirazioni da svelare, che minano seriamente la stabilità psicologica ed emotiva del protagonista e della sua famiglia. Il premio Oscar Colin Firth riesce a restituire tutto il dolore e la paura che il vero Jim (uomo, marito e padre che rischia tutto in memoria di sua figlia) deve aver provato nel corso degli anni, senza però mai arrendersi e mai fermarsi di fronte alle avversità. Catherine McCormack interpreta sua moglie, Jane Swire, dolente e a tratti impotente di fronte alle scelte del marito. Sam Troughton è il giornalista Murray Guthrie: a differenza degli altri, è un personaggio inventato dalla serie per questioni narrative.

Sam Troughton è il giornalista Murray Guthrie

Muovendosi attraverso i continenti e le divisioni politiche, il dottor Swire (che all’epoca dell’attentato aveva 52 anni ed era medico condotto) intraprende un viaggio incessante che lo porta nei deserti della Libia, dove incontra il colonnello Gheddafi, e nei Paesi Bassi, per il processo del cittadino libico condannato, Abdelbaset al-Megrahi. Un viaggio che non solo mette a repentaglio la stabilità sua e della sua famiglia, ma addirittura la sua stessa vita, ma ribalta completamente la sua fiducia nel sistema giudiziario. E anche verso i governi, sia quello del suo Paese che quello americano.

Catherine McCormack interpreta Jane, la moglie di Jim Swire

La ricostruzione cinematografica è perfetta, al di là delle strepitose interpretazioni dei vari protagonisti. Persino troppo, visto che soprattutto il primo episodio della mini-serie ha scatenato le proteste degli altri membri del comitato delle famiglie delle vittime. Che, pur avendo lavorato accanto ai produttori e scrittori della serie, dopo averla vista hanno espresso molte perplessità, usando parole molto forti. “Ho guardato mia madre e ho pensato: è come il porno di una tragedia. È disgustoso”, ha raccontato Ciulla Lipkin, figlia di una delle vittime del volo Pan Am 103 al sito americano Deadline. E ancora: “Stanno letteralmente rappresentando i momenti peggiori della nostra vita… La quantità di cadaveri che hanno mostrato… Non c’era bisogno di farlo”.

Il dottor Jim Swire, papà di Flora

Un altro tema riguarda le fonti, in particolare il libro di Swire. Come molti altri familiari, pur provando empatia per il dottore, non condividono le sue conclusione e hanno paura che, proponendo tesi complottiste, si distorca la verità. Cioè mettendo in discussione il verdetto sul responsabile dell’attacco terroristico e ritraendo Abdulbasset Al Megrahi, l’unica persona condannata in relazione al disastro, come un “uomo innocente con cui si dovrebbe empatizzare. Noi vogliamo sottolineare che quella è la verità di Swire”. I fatti comunque dicono che c’è un colpevole condannato (anche se la serie lo mette in dubbio) e c’è una parziale ammissione della Libia. Peraltro a maggio 2025 partirà il processo a Abu Agila Masud, il libico accusato di aver costruito materialmente la bomba.

“Lockerbie – Attentato sul volo Pan Am 10”, nonostante la quantità e la qualità dei mezzi utilizzati e la straordinaria bravura degi attori, non riesce comunque a soddisfare completamente le aspettative. La trama infatti è spesso infarcita da episodi marginali che nulla aggiungono al tormento dei familiari delle vittime, ben reso dai commoventi Colin Firth e Catherine McCormack; inoltre, la presenza del giornalista Murray Guthrie appare funzionale solo a sostenere le tesi del coinvolgimento di altri estremismi arabi (Siria? Iran?) che forse c’entrano con quel terribile disastro, ma che la verità giudiziaria non è stata in grado di svelare.

E comunque la serie di Sky ha il grande merito di riportare la memoria ad una dei più terribili attentati che ha funestato la storia dei voli civili. Inevitabili i confronti con la tragedia di Ustica dove la ricerca della verità fu ugualmente rallentata, se non bloccata, da depistaggi, bugie e cospirazioni che coinvolsero alti ufficiali e probabilmente anche esponenti politici di rilievo.

Buona domenica.

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