//“Le tre vedove”, noir insolito e coinvolgente

“Le tre vedove”, noir insolito e coinvolgente

di | 2021-09-05T10:35:03+02:00 5-9-2021 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti
 Ci sono tre mogli e un marito. Tutte e tre sposate con un uomo solo, Blake Nelson, convinto mormone (anzi, per la precisione, appartenente alla chiesa degli ultimi giorni) ma fautore di una religione tutta sua: è un convinto poligamo (al contrario di quanto predica il suo parroco) e vive in attesa del giorno dell’apocalisse. E per prepararsi al meglio a quell’evento, è un accumulatore seriale di scorte alimentari d’ogni genere. “Abbiamo provviste per tre anni”, racconta Rachel, la prima moglie, la più obbediente e sottomessa. Le altre consorti sono Tina ed Emily. Tutte sono innamorate (sia pure in modo differente) di quell’uomo seducente e belloccio, ma tutte hanno pure motivi di risentimento verso Blake. Innanzitutto, perché le costringe a vivere in uno sperduto casolare del deserto dello Utah (parlare di ranch appare solo un eufemismo), lontane da ogni forma di contatto con il resto del mondo. In quella specie di casa non si può usare il telefono, tanto meno internet. Il suo lavoro di rappresentante di macchine inscatolatrici non gli piace e rende pochissimo, tanto che per tirare avanti la baracca sono indispensabili i guadagni di Tina, la più ribelle delle tre, come agente immobiliare.

Insomma da quelle parti il tempo sembra essersi fermato. Ma accade qualcosa di impronosticabile. Una notte, mentre è a pesca, Nelson viene ucciso: lo hanno colpito con un colpo di vanga alla testa, poi hanno trascinato il corpo e lo hanno appeso ad un vecchio ginepro. L’assassino si è accanito sulle parti intime e, come ulteriore sfregio, ha amputato e fatto sparire tre dita della mano sinistra. Inevitabilmente i sospetti della polizia si concentrano sulle tre donne. E chi altri?

Rachel è stata la prima a sposarsi: ha avuto un’infanzia assai complicata, è vissuta in povertà assoluta nell’Homestead in una comunità, guidata da un santone, pluripoligamo e stupratore di ragazzine, ma venerato come un dio. Lì è accaduto di tutto in una clinica in cui nascevano e venivano fatti sparire i neonati nati deformi a causa dei frequenti accoppiamenti fra consanguinei. Lei stessa è vittima di un aborto, chissà quanto spontaneo: ci pensava zia Meg, moglie e favorita del santone, a sbrigare tutte le “pratiche” illegali e sconosciute alle autorità. Compreso un misterioso cimitero che non si sa bene dove sia ubicato. Rachel cucina per tutti e soprattutto si occupa delle provviste in attesa dell’apocalisse.

E poi c’è Tina, ex tossicodipendente e prostituta per potersi procurare i soldi per acquistare droga d’ogni genere. Blake l’ha conosciuta in una comunità di recupero ed ha saputo conquistarla con i suoi modi apparentemente gentili. Ha per fortuna un lavoro e guadagna qualcosa che contribuisce al magro bilancio di quella strana famiglia. Infine, Emily, timida e indifesa: aveva 19 anni quando si è sposata… Blake sapeva essere affascinante e lei troppo giovane per sentire odore di fregatura. Le tre donne non vanno per niente d’accordo, ma sono troppo legate a Nelson per provare a spezzare quello strano matrimonio plurimo.

“Le tre vedove” è un magnifico noir di Cate Quinn, quarantenne scrittrice e giornalista statunitense che collabora con prestigiose testate (Times, The Guardian, Mirror) occupandosi di viaggi e costume. La storia, narrata con linguaggio piano, prende corpo lentamente. Le mogli sono le principali sospettate, ma scavando nel passato vengono fuori altri particolari: c’è un mondo nascosto e perverso, quello delle sette e dei loro inaccettabili rituali, che va scandagliato perché è lì che potrebbe esserci la traccia giusta per arrivare alla risoluzione del caso. Ci sono le famiglie d’origine delle donne e dello stesso Blake: i rapporti, a causa della poligamia, non sono affatto buoni. Ci sono affari legati all’acquisto dei terreni dell’Homestead: Nelson avrebbe voluto acquisirli per poi cederli ad una chiacchierata agenzia immobiliare, in odore di affari con la mafia, che avrebbe voluto costruirci un casinò. Insomma, la matassa da sbrogliare è intricata.

L’autrice è abilissima nel tenere il lettore con il fiato sospeso sino alle ultime pagine quando finalmente si arriva alla scoperta dell’autore o autrice del crimine. Un bel giallo, certamente. E non si tratta soltanto di una lettura estiva.

Buona domenica.

Nell’immagine di copertina, la scrittrice Cate Quinn

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