//Le lezioni della vita raramente si ascoltano

Le lezioni della vita raramente si ascoltano

di | 2022-07-23T18:41:07+02:00 24-7-2022 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui scocca il tempo dei bilanci. Un’esigenza che dipende dal carattere, dalla formazione, dalla cultura, dalle condizioni sociali: quindi, una fase che è sicuramente presente in ciascun essere umano ma che assume valenza differente a seconda di quanta influenza abbiano o abbiano avuto le caratteristiche cui si accennava in precedenza. Psicologi e psichiatri sicuramente sono in grado di dare una spiegazione scientifica e di trovare le motivazioni più recondite nel profondo dell’inconscio: a chi non possiede tali competenze basta solo un po’ di buonsenso, magari utilizzando le esperienze vissute.

E’ un fatto che il tempo dei bilanci si acuisce quando anche l’età della maturità è in archivio e quando a grandi passi si avvicina l’epoca della vecchiaia. Tomasi di Lampedusa faceva dire al principe di Salina una frase emblematica che sintetizza questi momenti così intimi: “Quando fummo diventati vecchi e inutilmente saggi”. Ecco, la saggezza della vecchiaia è una consolazione che non basta più, quando ci si rende conto che il tempo rimasto è assai inferiore rispetto a quello vissuto. Non ci sono rimorsi, non ci sono rimpianti: solo la costatazione di ciò che è stato e non potrà più ritornare.

Il bozzolo antico della memoria lentamente si dipana e si dischiude. Piano piano riafforano emozioni, volti, sconfitte, intraprese, qualche successo, molte soddisfazioni (talvolta banali, ma sempre molto vive), coloro che non ci sono più ma sono presenti nel cuore e nell’anima. I tram che si sono fermati, ma poi sono ripartiti senza salirci sopra; i treni che sono passati invano, inutilmente inseguiti e mai raggiunti; quelli presi al volo, all’ultimo secondo utile, praticamente in corsa: ma ne valeva veramente la pena? E poi i viaggi con tante soste, alcune utili, altre (la maggior parte) decisamente no. I voli, da soli o in compagnia, senza meta apparente, eppure fondamentali nel percorso di crescita e di maturazione.

Nell’era dei bilanci, sempre più frequenti, ci si accorge delle tante occasioni perse o non completamente sfruttate. Senza rabbia, ma solo con l’idea che le cose sarebbero potute andar meglio. Magari con un pizzico di buona sorte in più o soltanto sapendo aspettare senza lasciarsi trasportare dall’entusiasmo del momento. Ma c’è un pensiero che con maggiore frequenza si ripresenta tra i tanti: le lezioni della vita raramente sono servite. Quasi che il cosiddetto “libero arbitrio” potesse sempre avere la meglio sul caso, sul destino, sulla sorte (avversa o propizia che sia). Purtroppo, non è così: ci sono vicende che accadono indipendentemente dalla nostra volontà. Devono succedere e basta e niente e nessuno possono impedirlo.

Non c’è pessimismo in questo racconto, probabilmente troppo intimo ed eccessivamente personale: c’è soltanto la lucida costatazione che ad un certo punto del tragitto si sente la necessità di fermarsi e di guardarsi indietro e intorno. Davanti, l’orizzonte comincia ad essere piuttosto ristretto per poter spaziare troppo al di là. Ma non c’è livore, spesso tanti sorrisi e qualche lacrima ricacciata immediatamente indietro, perché ad una certa età non ci si può permettere neppure un piccolo cedimento emotivo. Le emozioni restano intatte, come se fossero state vissute appena qualche minuto prima. Rimane solo un piccolo, quasi impercettibile, rimpianto: non aver imparato da ciò che la vita gratuitamente ha messo a disposizione.

Buona domenica.

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