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Città future bollenti e poco azzurre

di | 2021-07-08T10:05:30+02:00 4-7-2021 6:00|Attualità, Sezione 1|1 Comment

PALERMO – Quando nel 1968 Adriano Celentano cantava “Azzurro”, d’estate le città italiane avevano un clima più gradevole: il protagonista della canzone, sebbene triste per la mancanza della sua amata, si beava di un cielo terso, “azzurro” appunto, ammirava rose che fiorivano ancora, curate e annaffiate, e andava alla ricerca di un pezzetto di Africa “tra l’oleandro e il baobab”. Ora l’Africa non dobbiamo andare a cercarla. Purtroppo ondate dell’anticiclone africano si susseguono senza sosta, una dietro l’altra: già nello scorso mese di giugno, in molte città del nostro Paese, le temperature hanno superato i livelli già elevati fatti registrare nel 2003 nello stesso periodo.

I climatologi ci dicono che negli ultimi 60 anni – quasi quanti ne sono passati da “Azzurro” – la temperatura di alcune città italiane è salita di più di 3 gradi.

Purtroppo le previsioni per il futuro non sono rosee né azzurre… Lo ha esplicitato con chiarezza, in una recente intervista al Tg scientifico “Leonardo”, il professore Filippo Giorgi, membro del team italiano dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici): “Ci aspettiamo che tra qualche decade ci saranno perenni ondate di calore, che aumenteranno ancora le temperature attuali. Ciò si percepirà soprattutto nelle città che, per la loro struttura e conformazione, si trasformano in ‘isole di calore’. Le città sono superfici impermeabili, dove l’acqua non traspira, perché c’è tanto cemento, ci sono i tetti… In una metropoli non c’è alcuna evaporazione: questo vuol dire che il calore si accumula e poi viene rilasciato in atmosfera”.

“Con il rialzo delle temperature – continua Giorgi – aumenta di conseguenza anche il livello di inquinamento perché le reazioni chimiche – che, ad esempio, formano l’ozono, assai nocivo – sono più veloci. In più in estate, se ci sono ondate di calore, ovviamente non piove; così purtroppo le quantità di particolato aumentano sensibilmente. E noi sappiamo che il particolato e l’ozono sono dei killer per la nostra salute. Quindi le grandi aree urbane sono tra i principali motori del riscaldamento globale e, allo stesso tempo, i luoghi che ne pagano il prezzo più alto in termini di salute”.

Il professore Giorgi avanza una previsione assai poco confortante per le nostre città: “Con proiezioni fatte nel nostro laboratorio, abbiamo provato a ipotizzare, alla fine di questo secolo, come saranno i climi di alcune città italiane: abbiamo visto che probabilmente a Milano e a Torino ci sarà il clima di Tunisi e Algeri…”.

Possiamo fare qualcosa per arrestare questo futuro da girone infernale? No, se ci limiteremo a lamentarci e ad accendere i condizionatori all’interno di abitazioni e negozi, per un refrigerio privato che causa un ulteriore aumento della già cocente calura esterna. Con “il treno dei desideri” (dell’inversione di tendenza climatica) che viaggerà “all’incontrario” delle nostre azioni scriteriate. Si dovrebbe invece modificare l’assetto delle città: piantare alberi, diminuire drasticamente il numero delle automobili, consumare meno energia, creare corsi d’acqua artificiali e isole verdi.

Quaranta città del pianeta, tra cui le italiane Venezia, Roma e Milano, ci stanno provando, sostiene infine il professore Giorgi. Il gruppo delle 40 metropoli mondiali proverà innanzitutto a progettare come ridurre le cause del riscaldamento globale e cercherà comunque di pianificare azioni cittadine per affrontare le inevitabili ondate di calore.

Non possiamo che tifare per loro. Cercando però di fare anche la nostra piccola parte, ad esempio camminando di più a piedi o con la metro ed evitando di tenere sempre accesi i condizionatori.

Magari non salveremo il pianeta, ma potremo guardare in faccia i nostri nipoti. E dire loro che almeno ci abbiamo provato.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

One Comment

  1. Armando Caccamo 5 luglio 2021 at 9:32 - Reply

    Maria, la tua saggezza va oltre ogni sapienza e ci indica le vie percorribili, senza falsi ideali, perché resti coi piedi per terra (però se, oltre alla scelta dei singoli, si smuovessero anche le comunità sociali, politiche e religiose … il cambiamento di rotta sarebbe più efficace! Armando Caccamo

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