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Biblioteche itineranti e la passione per i libri

di | 2021-10-03T10:30:40+02:00 3-10-2021 6:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

MILANO – L’ultima nata è a Foggia. Una sfida e un esperimento voluto per la comunità che mira alla valorizzazione degli spazi verdi e pubblici della città: nasce una Bibliocabina, in una vecchia cabina telefonica in Piazza Aldo Moro è stata allestita una piccola biblioteca. Il progetto dal nome “Può nascere un fiore nel nostro giardino“, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche Politiche sociali, in collaborazione con l’associazione Emmaus e il Comune di Foggia, punta alla rigenerazione di una parte della città. “Immaginiamo la gente che passa, prende un libro, si ferma e si siede su una panchina colorata. Immaginiamo chi vuole leggere e non ha la possibilità, trovare nella Bibliocabina un’oasi nel deserto. Immaginiamo che i libri nascondano un tesoro che passi di mano in mano per rendere ricco e libero ogni persona che lo sfoglia”. Cassette della frutta colorate decorano la Bibliocabina, inaugurata ufficialmente il 26 settembre scorso.

Iniziative del genere sono presenti anche in altre città con vari nomi: bibliobus, biblioteca mobile, biblioteca itinerante. Essenzialmente si tratta di utilizzare un veicolo con funzione di biblioteca. Avere libri sistemati su scaffali in modo da consentirne l’accesso agli utenti quando è in sosta. Le prime biblioteche ambulanti risalgono al secondo dopoguerra, nella provincia di Pistoia in base ad una proposta di Desiderio Chilovi, direttore della Biblioteca nazionale di Firenze. Un progetto di furgone adattato al trasporto dei libri fu presentato in occasione del Convegno per le biblioteche popolari e scolastiche tenutosi a Palermo nel novembre 1948. Si stima che dal 1952 al 1956 furono almeno quindici le realtà in Italia a sperimentare l’utilizzo del bibliobus, sempre per singola iniziativa di bibliotecari e soprintendenti; nel 1956 la Direzione generale del Ministero della pubblica istruzione stanziò per la prima volta finanziamenti per l’acquisto di bibliobus. I primissimi servizi in Italia furono organizzati da Stelio Bassi, direttore della Biblioteca statale di Cremona, e da Emma Coen Pirani, direttrice della Biblioteca Estense di Modena, la quale nel 1952 riuscì a istituire un nuovo organismo, la “biblioteca mobile di soprintendenza” che permise la nascita in Emilia di un sistema di reti provinciali di posti di prestito (oltre a Modena il servizio si estese anche alle province di Reggio Emilia, Parma e Ferrara).

Il sito web dell’Associazione italiana biblioteche riporta molte notizie su nascita e sviluppo di questo tipo di servizio, come ad esempio le prime esperienze nella periferia nord-ovest di Roma nel 2001, o il percorso di un bibliobus progettato per la spiaggia nel 2003 in Abruzzo. Nel 2012, in occasione del terremoto dell’Emilia, vennero utilizzati bibliobus per aiutare in particolare le biblioteche di Mirandola e di Finale Emilia. Da settembre 2020 è in corso il servizio Bibliobus organizzato dalla biblioteca VEZ e dalla Rete Biblioteche Civiche di Venezia. I più audaci sono Marco Sacchelli con la sua “Happiness on the road”, libreria itinerante specializzata in felicità su un’Apecar del 1979, che si ferma nelle strade, nelle piazze e negli eventi della Versilia, dove organizza laboratori, leggendo storie e promuovendo l’idea che il “libro è un investimento in felicità”. Nel quartiere della Magliana c’è invece l’ApeBook, una simpatica Ape Piaggio rossa a tre ruote, attrezzata come biblioteca e cine-mobile per proiezioni, mentre la Biblioteca Nelson Mandela pensa ai più piccoli, con laboratori e libri multilingua. Un’altra simpatica e coinvolgente apecar, guidata da Antonio La Cava, un professore in pensione, che non ha mai smesso di insegnare e ha preso la sua piccola biblioteca e ha iniziato a girare per incontrare migliaia di ragazzi distribuendo loro libri gratis e impartendo vere e proprie lezioni, e con i suoi oltre 200.000 chilometri ha ottenuto il titolo di commendatore dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, nella promozione del valore della cultura.

Anche Palermo ha un progetto unico nella sua città: una biblioteca-libreria “a cielo aperto” in cui i libri usati ricevono una nuova vita. La biblioteca privata itinerante Pietro Tramonte, così si chiama l’attività che in Piazza Monte S. Rosalia raccoglie oltre 50mila volumi, è un’entità che nasce dalla volontà del suo ideatore. La Biblioteca itinerante del Comune di Brescia, invece, si trova durante l’anno, soprattutto in estate, nei parchi e nelle piazze della città per farvi gustare il piacere della lettura e il fascino delle biblioteche. Sugli scaffali della “biblioteca su quattro ruote” trovano posto libri di tutti i generi e per tutte le età. E’ possibile leggere i libri durante la sosta oppure prenderli in prestito. La storia racconta che in diverse città e paesi del mondo le biblioteche mobili sono state realizzate con i mezzi più disparati: l’autobus, la barca (nel 1958), la bicicletta, la moto (in Perù), elementari contenitori mobili (uno zaino, una cassa, una cesta). La prima iniziativa conosciuta risale al 1859, a Warrington (Inghilterra). Dopo la prima guerra mondiale biblioteche mobili furono create con l’eccedenza dei veicoli dell’esercito nelle contee inglesi, e altre iniziative simili furono organizzate privatamente anche in America e in Scandinavia. Nel 1938 un bibliotecario norvegese, che lavorava part-time, riempì il suo furgone con libri della biblioteca locale per distribuirli agli utenti.

La prima notizia relativa ad una biblioteca ambulante risale al 1857, in Cumbria, dove un mercante e filantropo vittoriano, George Moore, creò il progetto di “diffondere buona letteratura fra la popolazione rurale”. Nel 1858 l’Istituto tecnico di Warrington organizzò sempre sul suolo britannico la Warrington Perambulating Library, una biblioteca itinerante trainata da cavalli. Nella Contea di Chester (Carolina del Sud), costituita da un carro con contenitori in legno ricolmi di libri trainato da un mulo. Durante i giorni della Works Progress Administration tra il 1936 ed il 1943, bibliotecari a cavallo o a piedi visitarono gli accessi più remoti del Kentucky e dei vicini Appalachi portando libri e documenti a chi non potesse raggiungere autonomamente una biblioteca. Nel mondo anglosassone, tedesco, francese e spagnolo raggiunsero il massimo della popolarità verso la metà degli anni venti del XX secolo.

Dal 1927 al 1970 a Monaco di Baviera circolò un tram che fungeva da biblioteca ambulante. A partire dal 1945 e fino agli anni settanta vennero utilizzati dei furgoni come depositi librari mobili. Negli anni duemila tornarono in circolazione con il nome di “navette»”, termine generico introdotto dalla biblioteca del dipartimento di Saona e Loira per definire l’utilizzo di un veicolo leggero per il trasporto libri. La realizzazione e lo sviluppo maggiore in questo tipo di servizio si ebbe in Catalogna, attraverso le succursali di biblioteche, create con fondi pubblici, e le biblioteche scolastiche mobili, sostenute tramite fondi privati.

L’International Federation of Library Association (IFLA ) e Unesco hanno dettato delle linee guida che vedono il bibliobus spesso fornire servizi bibliotecari a luoghi privi di edifici adibiti a biblioteche, situati in zone rurali o montane, ovvero può raggiungere gruppi o singoli individui che abbiano difficoltà a recarsi in biblioteca, come gli ospiti delle case di riposo, o può essere destinato alla giocosa educazione alla lettura dei bambini.

Idee brillanti che portano la lettura a portata di mano e permettono ai lettori di entrare sempre in mondi nuovi e con mezzi originali.

Claudia Gaetani

Nell’immagine di copertina, la neonata Bibliocabina di Foggia

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