/, Spettacolo/Zotto e Daiana, il tango diventa affascinante

Zotto e Daiana, il tango diventa affascinante

di | 2023-05-16T09:53:45+02:00 14-5-2023 5:15|Sezione 4, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – Sarà dal 18 al 21 maggio al Teatro Olimpico di Roma il guru del tango, Miguel Ángel Zotto, l’argentino che spopola i teatri mondiali, e a cui dobbiamo anche la diffusione e la passione per questa mitica danza, persino in Giappone. Eppure Zotto ha ormai 64 anni, e non possiede carismi di sorta, che non siano quello della perfezione artistica e dell’infinita profondità del suo sentire.

Miguel Ángel Zotto e Daiana Guspero

Nato a Buenos Aires da genitori immigrati provenienti da Trani – città che ovviamente ha istituito da tempo un Festival dedicato all’artista – Zotto a nemmeno trent’anni ha incluso nella sua compagnia d’inizio Daiana Guspero, la danzatrice carica di talento, presto divenuta sua moglie. Ella tuttora lo segue ovunque, anche nel recente trasferimento a Milano dall’Argentina, dove Zotto nel 2000 ha creato l’Academia National de Tango, una raffinatissima scuola, da dove ha diffuso il suo ballo d’elezione in tutto il mondo, anche nell’ostico Giappone, divenutone un fanatico fautore.

Ma già da tempo Miguel Ángel Zotto aveva tenuto tournées in Italia e in Europa, in Canada e in Asia, accumulando premi e riconoscimenti, tra cui un Award nel 1999, e un prestigioso invito nel 2011 a Sanremo. La sua compagnia da tempo era diventata “Tango por dos”: Zotto aveva scritto libri – tra i quali “Zotto’s  Buenos Aires Tango”, o  “Historias de Astor” dedicato ad Astor Piazzolla – che  il ballerino conobbe di persona e per il quale montò anche delle coreografie. Lo spettacolo che vedremo per quattro giorni dal 18 prossimo al Teatro Olimpico, si intitolerà così: “Tango. Historia de Astor”.

Balleranno non solo Zotto – sessantaquattrenne fresco come una rosa – con la divina sua Daiana, ma altre tre coppie di tangheri della compagnia. E tra i brani musicali di Piazzolla, non mancherà “Adios nonino”, scritto per la morte del suo nonno paterno, col quale giocava da bambino a Trani. Non mancherà “Libertango”, e nemmeno lo struggente “Oblivion” in cui il tango per Piazzolla è davvero “un pensiero triste che si è fatto danza”.

Astor Piazzolla

Ma tale è anche per Zotto, il quale non ha mai dimenticato che il suo amato ballo nacque dalla dolorosa nostalgia degli emigranti, solitari nel porto di Buenos Aires. Occorre allora guardare alla bellezza fulgente e alla sapienza  gestuale di Daiana Guspero, per sfuggire alla malinconia. Nessuno spettacolo più di questo avrebbe segnato la ripresa di Roma alla danza e  al teatro, con un artista che ha saputo elevare alla grande arte un ballo, nato dalla miseria e dalla sofferenza.

Paola Pariset

 

Nell’immagine di copertina, l’argentino Miguel Ángel Zotto con Daiana Guspero

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi