Non c’è mai un tempo preciso per cominciare a fare bilanci della propria vita. Forse quando la cifra dell’età raggiunge gli “anta”, o forse più tardi quando si lascia la vita lavorativa attiva e ci si deve abbandonare alla pensione più o meno meritata. Quando, cioè, ci si guarda intorno e ci si accorge di poter dialogare con se stessi (prima che con gli altri) senza particolari assilli: i figli sono ormai adulti e talvolta vivono anche lontano; i nipotini (se ci sono) hanno esigenze che spesso gli anziani non sono in grado di percepire e di soddisfare, almeno di assecondare. Ci si guarda indietro alla ricerca dei tanti perché che la vita ha proposto e ai quali sovente è mancata la risposta adeguata. E la compagna di tante giornate sempre uguali è la solitudine, pur se intorno il mondo brulica di passioni e di occasioni che non si sanno cogliere e apprezzare. Forse solo perché manca la voglia di farlo.
Cesare Annunziata è un ottantenne borioso e malinconico, che trascorre il mese di agosto rintanato nella sua casa nel quartiere Vomero a Napoli. E’ solo, tremendamente solo e alle prese con lo scetticismo che è stato il denominatore comune della sua esistenza. La moglie Caterina è morta da qualche anno; i figli Sveva e Dante sono in vacanza, il nipote Federico (adolescente piuttosto complicato più interessato a smanettare continuamente col cellulare che ad avere un rapporto con gli altri, chiunque essi siano) non sa dove lasciare il suo cane e dunque affida Batman al nonno: tanto che vuoi che abbia da fare un vecchio quando tutti quelli che possono sono in ferie.

Lorenzo Marone
E’ il fil rouge di “La vita a volta capita” (edito da Feltrinelli), ultimo romanzo di Lorenzo Marone, raffinato scrittore napoletano che, a distanza di dieci anni da “La tentazione di essere felici”, ripropone con rinnovato vigore il personaggio di Cesare, stavolta più maturo e ancor più pigro e bugiardo rispetto al passato. E dunque l’agosto del ragionier Annunziata è fatto della consueta e amara solitudine, delle passeggiate con Batman in una Napoli avvolta da una insopportabile cappa di afa. A fargli compagnia i vicini di sempre: Eleonora, la dirimpettaia gattara, ossessionata dalla telecamera al pianterreno; Marino, l’amico di una vita con cui ogni giorno gioca da anni la stessa partita di scacchi, e con il quale riesce pure a litigare furiosamente, privandosi così di uno dei pochi appigli ai quali aggrapparsi. E ancora Lady Blonde, una ragazza sempre al cellulare.
Perché Cesare ha un caratteraccio che gli ha impedito di avere rapporti veri e duratori con gli altri. Con la moglie, innanzitutto, conquistata in gioventù inventando una presunta passione per collezionare scatole di fiammiferi: una bugia che non ha mai avuto il coraggio di rivelare, neppure sul letto di morte di Caterina. E il falso hobby diventa passione vera e condivisa solo quando Dante gli svela il motivo per affezionarsi davvero a quelle scatoline: ognuna di esse racconta una storia e dunque è un pezzetto delle vite degli altri che diventa in qualche modo patrimonio di chi ne entra in possesso. Con i figli, poi, le cose non sono andate meglio: Annunziata sa di non essere stato un bravo padre, come non è mai stato un bravo marito, un bravo amico… Come non è mai stato bravo in generale.
La compagnia abituale di quelle giornate assolate sono i ricordi che affiorano continuamente e costringono a bilanci senza sconti: Cesare ormai ha abbandonato ogni speranza di dare un senso agli ultimi anni che gli restano da vivere, è convinto che il suo cinismo possa proteggerlo dagli attacchi esterni, ma i percorsi dell’esistenza sono contorti e imprevedibili. I dubbi si insinuano e lo tormentano: ha fatto davvero le scelte giuste nella vita? E se fosse stato più affettuoso? Se avesse passato più tempo con i figli? Se avesse lasciato sua moglie per unirsi alla sorella di Caterina, Gemma, il vero amore della sua vita? Ma proprio quando questi dubbi lo angosciano, un incontro fortuito gli dà una nuova prospettiva sulla vita. Durante una delle sue passeggiate al parco in compagnia di Batman, Annunziata incontra Iris, una giovane ragazza dai capelli viola, fragile e misteriosa.

L’autore
E’ l’inizio di una goffa e tenera amicizia, in cui Cesare trova inaspettatamente conforto. D’un tratto, ci sono persone di cui deve e vuole occuparsi, e questo lo fa sentire felice. D’un tratto, non c’è più da recriminare, ma da agire, da aiutare. Ma è anche l’occasione per costruire finalmente un rapporto e un dialogo con Federico. E anche e soprattutto con se stesso. Lorenzo Marone, con una scrittura agile e convincente, conduce il lettore nel mondo della vecchiaia, ma senza la pretesa di dare consigli o di ergersi a giudice: ognuno di noi deve fare i conti con il passato. Con le occasioni perse, con i treni mancati, con quelli presi per inerzia, senza convinzione… “Una guida preziosa per chiunque desideri immergersi in un viaggio intimo e commovente attraverso le domande irrisolte della vita”, ha scritto Marino Niola su Repubblica.
Perché, appunto, la vita a volte capita quando meno te lo aspetti e bisogna trovare il coraggio di afferrarla al volo. Perché “non c’è da correre, ma da fermarsi e ascoltare, c’è da attendere che si presenti l’occasione”.
Buona domenica.
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