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La tradizione della “benedizione del gesso e della casa”

di | 2025-01-02T12:13:17+01:00 5-1-2025 0:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

PALERMO – 20-C✝M✝B-23, e anche 20✝C✝M✝B✝22 o altre simili, tracciate col gesso nelle porte esterne di alcune abitazioni della Val Pusteria. Queste le scritte, a prima vista strane e incomprensibili, notate dalla scrivente l’estate scorsa, durante una vacanza in suggestive località montane dell’Alto Adige/Sud Tirol.

Una ricerca su Wikipedia ha permesso di risolvere l’arcano: si trattava di una particolare forma di scrittura finalizzata a invocare la benedizione di Dio sulla casa e sulle persone che la abitano. Tale formula viene tracciata col gesso nella dodicesima notte dopo Natale, quindi il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, oppure il 6 gennaio, nel giorno stesso dell’Epifania.

La “benedizione del gesso e della casa” è infatti un’antica usanza che fa parte delle tradizioni cristiane legate alle festività natalizie: oltre che dai cattolici, è praticata anche da altre confessioni cristiane (anglicani, luterani, metodisti, presbiteriani). In Italia tale tradizione è ancora viva e diffusa in molte località dell’arco alpino, soprattutto nelle regioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia.

La Chiesa cattolica riconosce questa pratica come genuina espressione di pietà popolare.

In alcuni casi, il gesso usato per scrivere la formula della benedizione è benedetto da un sacerdote o ministro cristiano durante una specifica funzione religiosa nel giorno dell’Epifania; poi chi ha partecipato al rito porta a casa il gesso e lo usa per scrivere la formula sullo stipite o sulla parte superiore della porta di casa.

Questa tradizione ha radici bibliche legate alla Pasqua: ad esempio, nel libro dell’Esodo nell’Antico Testamento, viene ricordato che gli israeliti segnarono le porte delle loro case per essere salvati dalla morte. Quindi scrivere la formula sulla porta serve a implorare la protezione sulla casa fino all’Epifania successiva, quando il gesto viene ripetuto.

La tradizione della benedizione della casa è talvolta accompagnata da cortei di bambini e adulti che invocano la benedizione di Dio, per intercessione dei re Magi.

Qual è il significato delle cifre e delle lettere presenti nella formula?

Sulla porta vengono segnate con un gesso bianco le croci che rappresentano Cristo, la data dell’anno solare appena iniziato – scritta ai lati dell’iscrizione e solitamente spezzata in due – mentre la parte centrale è formata dalle lettere C✝M✝B (oppure G✝M✝B o anche K✝M✝B) che sono le iniziali dei tradizionali nomi dei Magi: Gaspare (Caspar o Kaspar in tedesco e in diverse altre lingue), Melchiorre e Baldassarre.

Tali lettere corrispondono anche all’acronimo della benedizione latina Christus Mansionem Benedicat, che significa “Cristo benedica questa casa”.  A tale acronimo si attribuiscono anche altri significati, sempre legati alla figura benedicente di Gesù Cristo, ad esempio Christus Multorum Benefactor (“Cristo il benefattore di molti”).

Allora, la formula per la benedizione riferita all’anno appena entrato 2025, sarà dunque la seguente: 20✝C✝M✝B✝25.

Forse, credenti o no, dovremmo tracciare questa benedizione augurale sulle porte di tutte le abitazioni del mondo. E, soprattutto, avremmo bisogno di benedirci tutti a vicenda e di avere gli uni per gli altri lo sguardo di misericordia e di amore che una madre e un padre hanno per i propri figli.

Solo così l’anno nuovo potrà essere davvero buono per tutti.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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