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La ricerca della felicità attraverso il Buddismo

di | 2021-08-06T19:27:33+02:00 8-8-2021 6:40|Cultura, Sezione9|1 Comment

MILANO – Un dono, un piccolo regalo giunge nelle mani quando meno te l’aspetti oppure perché sei pronto a ricevere, accogliere la crescita, gli insegnamenti, la consapevolezza nella tua vita. Il dono che possiamo ricevere è un piccolo libro “La felicità di questo mondo” di Giuseppe Cloza che introduce al viaggio nel buddismo. E’ un dono che arriva sul tuo cammino, non un acquisto. Mai e poi mai intenderesti comprare questo piccolo dono, ma è un regalo che l’esistenza ti fa attraverso una persona che è sul tuo cammino. E’ l’introduzione a un mondo nuovo. O addirittura a dieci mondi come quelli scritti nel Buddismo: inferno, avidità, animalità, collera, tranquillità, estasi, studio, illuminazione parziale, compassione verso gli altri e buddità. Mondi che si alternano, si uniscono, crescono dentro e ognuno di noi e mutano continuamente nella meravigliosa bellezza che è l’essere umano.

Così nasce l’insegnamento di Siddharta Gautama, principe di un piccolo regno (Shakya) alle pendici dell’Himalaya: fu il maestro del Buddismo. La nascita risale al 563 a.C. (più di 2.500 anni fa), in una famiglia reale, cresce circondato dal benessere. Annoiato dalla agiata e monotona vita di corte, all’età di ventinove anni, Siddharta Gautama uscì per la prima volta dalla sua residenza. Fuori dal suo mondo incontrò un anziano, un malato e una persona morta. Imparò la sofferenza umana che segnò definitivamente la sua giovane vita. Il principe abbandonò i suoi privilegi e si recò nelle regioni montuose del nord dell’India a meditare. Iniziò così il suo percorso spirituale alla ricerca di una soluzione alle sofferenze umane.

A 35 anni, dopo sette settimane di profonda meditazione sotto un albero di Fico (Ficus Religiosa), Siddharta Gautama raggiunse l’Illuminazione (Bodhi), la via che conduce alla felicità eterna. Illuminazione che si raggiunge con una preghiera, un mantra Nam-myoho-renge-kyo che porta alla ricerca della nostra spiritualità. Egli, diventato il Buddha – Illuminato, Risvegliato – apprese l’esistenza di un ciclo di rinascite (Samsara) a cui solo la liberazione permanente dal dolore può porre fine (Nirvana). Quest’ultimo è raggiungibile soltanto attraverso l’eliminazione degli “influssi negativi” a cui l’uomo è soggetto, tra cui il desiderio sensuale, l’egoismo, l’ignoranza e l’opinione. La soppressione degli influssi negativi è legata ad un corretto comportamento etico. In particolare, nella dottrina buddista vige un principio universale secondo il quale una azione virtuosa volontaria genera una o più rinascite positive, mentre un’azione non virtuosa volontaria genera rinascite negative.

Secondo tale principio, denominato Karma, le azioni delle vite precedenti condizionano la vita attuale (Le Leggi del Karma). Il Nirvana, invece si raggiunge attraverso l’applicazione dei seguenti otto elementi: 1. Comprensione: abbracciare le Quattro Nobili Verità, ossia vedendo le cose “semplicemente come sono, senza il velo delle nostre illusorie percezioni”; 2. Pensiero: il pensiero del non-attaccamento alle cose materiali, nell’amore e alla non violenza; 3. Parola: astensione da parola falsa, da parola che calunnia, da parola aspra e da parola oziosa; 4. Azione: un uso appropriato di noi stessi e del nostro corpo, in particolare non nuocere agli altri, ma anche non prendere ciò che non è dato; 5. Vita: evitare mezzi di sussistenza nocivi a sé e agli altri, quali il commercio di armi, di esseri umani e di sostanze comunque nocive alla salute. 6. Sforzo: lasciar fluire la nostra energia, processo che richiede uno “sforzo”, quali costanza e applicazione; 7. Consapevolezza: una mente “senza scelta e senza giudizi”, che osserva indistintamente senza selezionare, senza cadere in pensieri discriminanti; 8. Concentrazione: la pratica meditativa che indirizza le energie mentali in una chiara direzione, senza dispersioni o confusione.

Il Buddha decise di diffondere la sua dottrina, senza alcuna distinzione, viaggiando attraverso tutta l’India per quarantacinque anni. Egli condivise con il prossimo la sua saggezza illuminata, la trasformazione della sofferenza in felicità eterna. Un ricerca a cui chiunque di noi può aspirare.

Claudia Gaetani

One Comment

  1. Rossella 31 agosto 2021 at 10:29 - Reply

    Stupendo ❤

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