//Dialetti, patrimonio autentico da tutelare

Dialetti, patrimonio autentico da tutelare

di | 2025-01-19T02:20:48+01:00 19-1-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Lingue vere e proprie. Con precise regole di grammatica e di sintassi, accompagnate da tradizioni millenarie da custodire gelosamente, con inflessioni e pronuncia che variano di contrada in contrada, anche se si tratta di luoghi posti nella stessa area geografica a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro. Sono i dialetti, autentica ricchezza delle nostre terre: vero e solido patrimonio dell’italica cultura.

La Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali, istituita nel 2013 dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (Unpli), ricorre il 17 gennaio e festeggia quest’anno la sua tredicesima edizione. Da tempo, le lingue autoctone sono oggetto di un interesse crescente, che ha toccato anche i mondi delle serie TV e dei social media. Una riscoperta legata alla loro natura identitaria, di espressione della storia e della cultura di un territorio. La giornata è stata istituita dall’Unpli con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni e comunità locali alla tutela e valorizzazione di questi patrimoni culturali; attività espletata in piena armonia con le direttive dell’Unesco presso cui Unpli è accreditata dal 2012, quale consulente del comitato intergovernativo previsto dalla convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003.

Secondo un’indagine dell’Unesco, in Italia, attualmente vengono parlate 31 lingue tra l’italiano ed i vari dialetti. I più parlati e ricordati sono il veneto, il napoletano, il friulano, il piemontese, il sardo, il lombardo, l’emiliano ed il romagnolo, il siciliano e il ligure. A nord sono gli anziani coloro che parlano maggiormente il dialetto per mantenere le tradizioni, ma in altre regioni si osserva che il dialetto viene spesso parlato anche dai più giovani. Un’analisi ISTAT ha fatto notare che la lingua italiana è parlata solamente dal 45% della popolazione, il 32,2% parla sia l’italiano che dialetto ed il 14% parla solamente il dialetto.

Le lingue locali variano da regione a regione e differiscono principalmente per pronuncia, lessico e sintassi. Nelle varie zone ci possono essere più dialetti. In Sicilia, per esempio, non c’è solo un siciliano, ma ci sono diversi dialetti siciliani a seconda della zona, anche molto diversi tra loro. Lo stesso accade in Veneto e Friuli, e anche in centro Italia, come in Abruzzo, Marche e Umbria. Qui i dialetti possono differire notevolmente. Anche in Sardegna il discorso è simile: nel sud si parla il campidanese ma più a nord ci sono gallurese, logudorese, sassarese e così via.

Tutte le istituzioni, nazionali e locali, hanno ricordato questo appuntamento con eventi d’ogni genere. “Onoriamo tutti i dialetti e tutte le lingue locali del nostro Paese e quindi anche il principio fondamentale della nostra democrazia: il rispetto di ogni voce – ha sottolineato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, durante una cerimonia nell’Aula dei Gruppi Parlamentari -. Custodirli è indispensabile per preservare le nostre più autentiche radici identitarie e per trasmettere anche alle future generazioni un’eredità dal valore inestimabile. I dialetti e le lingue locali sono il volto più genuino delle comunità. Facciamo in modo che questo volto continui a sorridere, a raccontare e a insegnare”.

“La Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali rappresenta una delle iniziative più significative per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio linguistico, che unisce l’Italia nella sua diversità. È una festa di tutti e per tutti gli italiani – dichiara il presidente dell’Unpli, Antonino La Spina -. Ogni anno, grazie al lavoro instancabile delle Pro Loco, si riesce a stimolare la memoria storica delle espressioni dialettali e a mantenere vive tradizioni che sono parte integrante della nostra identità culturale. Tra le molteplici attività organizzate dall’Unpli per la valorizzazione dei dialetti ricordiamo il concorso letterario Salva la tua lingua locale, che stimola ogni anno la produzione di testi e opere che celebrano le nostre radici linguistiche”.

Da segnalare, tra le tantissime iniziative in ogni città d’Italia, che in occasione della Giornata Nazionale del Dialetto, la redazione di Topolino ha scelto di pubblicare del numero 3.608 cinque varianti: una per tutti in italiano e poi una in fiorentino, in catanese, in napoletano e in milanese. La storia scelta per la traduzione in dialetto è Zio Paperone e il P.d.P. 6000. A firmarla sono Niccolò Testi e Alessandro Perina. La cover invece è di Andrea Freccero. Tutta la supervisione del progetto, spiega il sito di Panini, è stata affidata a Riccardo Regis, professore ordinario di Linguistica italiana dell’Università degli Studi di Torino.

Inoltre, manifestazioni si sono protratte per diversi giorni con il coinvolgimento soprattutto dei più giovani: laboratori, attività con le scuole del territorio, raccolta di testimonianze video ed audio di proverbi, poesie, saperi, proiezione di video e/o documentari, raccolta di libri sui dialetti, giochi tradizionali, pubblicazione sui social network di testi, proverbi, poesie, rappresentazioni teatrali, musica tradizionale.

“I dialetti e le lingue locali – conclude il presidente Fontana – sono molto più di semplici strumenti di espressione. Sono lo specchio delle nostre identità locali, che alimentano il senso di appartenenza alla terra dove viviamo. Sono il riflesso delle nostre radici più profonde, che rafforzano il legame con le comunità di ieri e di oggi. Sono la memoria delle nostre tradizioni e un ponte che collega le generazioni attraverso i secoli. L’Italia è un mosaico di culture e ogni dialetto è una tessera che lo arricchisce giorno dopo giorno: essi raccontano storie di vita, di lavoro, di speranza. E ci ricordano sempre da dove veniamo”.

Viva i dialetti (tutti, indistintamente), autentico baluardo di cultura a tutela delle nostre tradizioni e della nostra storia. Con una piccola notazione finale: chi conosce bene l’italiano, del dialetto non si vergogna. Anzi…

Buona domenica.

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