//La protesta di Marina scuote le coscienze

La protesta di Marina scuote le coscienze

di | 2022-03-19T11:57:11+01:00 20-3-2022 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti
Lei si chiama Marina Ovsyannikova, fa la giornalista, ha due figli adolescenti e lavora al canale televisivo Russia 1. Qualche giorno fa era riuscita a compiere un gesto clamoroso, che ha fatto letteralmente il giro del mondo: durante un’edizione del telegiornale della sera della sua stessa emittente, sfuggendo ai pur rigidi controlli della sicurezza, è apparsa alle spalle della condutrice sventolando un cartello sul quale con un pennarello aveva scritto: “No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, qua vi dicono bugie”. E, nella parte inferiore, come una sorta di firma: “Russians against war”, ovvero ” i russi contro la guerra”, scritto in inglese.
Un gesto nobile, forte e coraggioso, lodato dallo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: “Sono grato a quei russi che non rinunciano a cercare di dire la verità, non rinunciano a dire come stanno le cose ai loro amici e parenti, e sono particolarmente grato a questa donna che è entrata nello studio televisivo del primo canale con uno striscione contro la guerra”. In precedenza, la stessa giornalista aveva diffuso un video preregistrato nel quale spiegava le ragioni del suo gesto. “Quello che sta accadendo ora in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore. La responsibilità di questa aggressione è di una persona sola e questa persona è Vladimir Putin. Mio padre è ucraino e mia madre è russa, ma non sono mai stati nemici. Questa collana al mio collo simboleggia il fatto che la Russia deve immediatamente fermare questa guerra fratricida e le nostre nazioni sorelle avranno la possibilià di fare la pace. Purtroppo ho lavorato al Canale Uno negli ultimi anni, ho lavorato alla propaganda del Cremlino. E ora mi vergogno molto. Mi vergogno di aver permesso che queste bugie fossero dette sugli schermi televisivi. Mi vergogno di aver lasciato che i russi diventassero zombi. Abbiamo taciuto nel 2014 quando tutto è iniziato. Non siamo scesi in strada quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo solo guardato in silenzio questo regime antiumano. E ora il mondo intero ci volta le spalle. E dieci generazioni dei nostri discendenti non saranno in grado di lavare la vergogna di questa guerra fratricida impostaci. Siamo russi. Siamo intelligenti e riflessivi, è solo nel nostro potere fermare questa follia. Scendete in strada, non abbiate paura. Non possono incarcerarci tutti”.

Marina con l’avvocato Anton Gashinsky

Per qualche ora, di Marina s’erano perse le tracce; inutilmente, diversi avvocati avevano cercato di mettersi in contatto con lei per offrirle assistenza legale e poterla difendere. Poi, dopo un interrogatorio durato 14 ore, è apparsa in tribunale accompagnata dall’avvocato Anton Gashinsky: è stata condannata ad una ammenda di 30 mila rubli (circa 255 euro) ed è stata rilasciata. Ma è stata giudicata solo per quel video, successivamente dovrà rispondere dell’apparizione in diretta tv: reato ben più grave, dopo l’approvazione da parte del governo russo di una legge durissima contro i media non compiacenti, per cui adesso rischia di essere punita con il carcere. E non solo… Chi infrange, infatti, tale nuova legge – che tra le altre cose vieta ai mezzi di comunicazione di chiamare il conflitto in Ucraina “guerra” o “invasione” e impone di chiamarla “operazione militare speciale”, come fa la propaganda del governo – rischia 15 anni di prigione.

Lei si è definita una “patriota”, il portavoce di Putin l’ha invece chiamata “teppista”. Ognuno, senza particolari condizionamenti, può farsi un’idea di ciò che realmente è successo e trarne le conclusioni. Ciò che colpisce maggiormente è il fatto che questa signora ha gridato “pace”, accusando senza mezzi termini il capo indiscusso della Russia, dove – senza girarci troppo intorno – non è che le libertà di qualsiasi genere siano tenute in particolare conto. Anzi.
E’ facile, troppo facile, pontificare dai salotti televisivi di casa nostra: decisamente più complicato farlo in casa del “padrone”. Marina ha annunciato che lascerà il suo lavoro, ma non la Russia, rifiutando così di fatto l’offerta di asilo che le era arrivata dalla Francia. Ha aggiunto di non temere per se stessa, ma per l’incolumità dei suoi due figli.

Sembra che il gesto di Ovsyannikova sia stato apprezzato anche da alcuni giornalisti russi del canale, ha scritto Meduza, che ha ripreso in particolare il racconto di un dipendente della rete pubblica russa VGTRK (quella di cui fa parte il canale Russia 1): costui, che ha voluto restare anonimo, ha detto che quando alcuni suoi colleghi hanno visto in diretta il gesto di protesta hanno lodato Ovsyannikova per il suo coraggio. Secondo quanto affermato dal giornalista russo Roman Super e da Daniel Sandford della BBC, sembra che dopo la protesta in diretta di Ovsyannikova abbiano deciso di dimettersi almeno quattro dipendenti della televisione pubblica russa. E si è dimessa anche la presentatrice TV Lilia Gildeeva, del canale NTV, vicino a Putin.

Qualcosa, dunque, sembra scuotere nel profondo le coscienze del colosso euro-asiatico. Basterà? Difficile dirlo, anzi la razionalità induce a ritenere abbastanza improbabile che la guerra possa essere fermata da interventi di questo tipo. Putin ha idee molto chiare: nonostante le forti perdite (probabilmente non previste) continuerà l’avanzata fino a mettere in ginocchio l’Ucraina e costringerla ad una resa praticamente incondizionata. La speranza forte è che tutto questo non si avveri e che la diplomazia e le sanzioni planetarie riescano ad avere la meglio.

Buona domenica.

 

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