ACCUMOLI (Rieti) – “Non c’è più trippa per gatti”. La frase è diventata di uso comune da oltre cento anni, soprattutto a Roma. A coniarla fu il sindaco Ernesto Nathan nel 1907, quando, appena insediato, eliminò dal bilancio comunale, che era in rosso, la voce per la spesa dell’acquisto di frattaglie per nutrire i gatti del Campidoglio. Le colonie feline erano mantenute dal Comune perché cacciavano i topi, proteggendo i documenti d’archivio dai roditori; fu lo stesso Nathan a scrivere di proprio pugno la frase sul bilancio, che è diventata il simbolo del rigore e della necessità di tagliare le spese, un invito a non concedere fondi se non disponibili, a utilizzare le risorse a disposizione. 
Successivamente è entrata in vigore la normativa nazionale (Legge 281/91) e quella regionale che tutelano le colonie feline, affidandone la tutela al sindaco e al Servizio Veterinario della ASL. Il primo cittadino deve garantire l’alimentazione, il riparo e le cure dei gatti, nonché la sterilizzazione per il controllo della popolazione. È il Comune che si occupa del censimento e della registrazione delle colonie feline, assegnando loro un codice di registrazione. Non possono essere spostate dal loro habitat senza l’autorizzazione del sindaco e sentito il parere della ASL. Una colonia felina è costituita da un gruppo di gatti non di proprietà, che vivono in libertà e sono stanziali. E qui subentra la figura del gattaro, un tutore che opera volontariamente, rispettando alcune regole fondamentali: igieniche, decoro urbano, il rispetto delle proprietà private, a meno che l’accesso non sia consentito dai proprietari. E’ vietato sopprimere gatti liberi salvo casi eccezionali previsti per legge. Chi si occupa delle colonie feline svolge un servizio sociale e civile, anche se spesso le “gattare” (sono per lo più donne) non sono sempre ben viste.
Dopo terremoti devastanti come quello de L’Aquila e di Amatrice, anche gli animali non hanno più punti di riferimento, non trovano da mangiare, litigano, si feriscono, hanno parassiti che danneggiano gli allevamenti e in quei momenti non sono certo il primo pensiero dei sindaci. Loretta Marcucci è nata a L’Aquila 47 anni fa, pratica diversi sport, è impiegata a Pescara e dal 2017 è Vigile del Fuoco volontario a Montesilvano. Animalista, aiutava cani e gatti di nascosto fin da bambina, a Pescara segue una colonia felina e in casa ha 17 gatti. Dal 2009 dopo il terremoto de L’Aquila si è presa cura ogni settimana di cani e gatti, rimasti senza niente. Poi dal 2016 è partita per accudire le colonie feline di Amatrice, Grisciano, Accumoli. Ora segue solo le colonie di Accumoli. 
Dopo il lavoro e il servizio di Volontario alla Caserma dei Vigili del Fuoco, accudisce le colonie di Pescara e poi parte per Accumoli, dove si reca ormai da nove anni, anche d’inverno, con la neve alta e la macchina carica di crocchette, scatolette di umido, trasportini, medicinali, antiparassitari, taniche di acqua. I trasportini servono per portare i gatti feriti e bisognosi di cure o da sterilizzare alla clinica veterinaria. “I gatti delle macerie di Accumoli” è il profilo Facebook creato da Loretta, dove pubblica video, foto delle colonie feline (ma anche di cani e cavalli). Nel profilo le storie dei mici e il link ad Amazon dove ordinare medicine e cibo, che arrivano già al suo indirizzo.
“Non chiedo soldi, anche se ho sempre debiti con gli amici della clinica veterinaria, mi basta l’aiuto per gli alimenti e la ricerca di adozioni. Non è facile spiegare, è una cosa che è dentro di me, continuerò a dedicarmi a loro finché potrò, ho aiutato anche cani e cavalli, quando posso lascio cibo ai pastori per i loro cani. Accumoli è ancora in emergenza, anche trovare acqua in mezzo alle macerie è complicato. Non tutti capiscono, ci chiamano gattare, quasi con disprezzo, eppure svolgiamo un lavoro utile che spetterebbe ai Comuni. Cani e gatti randagi in montagna sono pieni di zecche e sono veicoli di infezioni e malattie per l’uomo e per gli allevamenti”. 
Negli ultimi tempi, tramite il profilo Facebook, da Assisi è arrivato Riccardo, “il mio sociomici, partiamo per Accumoli una settimana a turno e mi è di grande aiuto”. Durante il servizio da volontaria del Vigile del Fuoco, una chiamata di notte segnalò un miagolare proveniente da una macchina. Loretta si è infilata sotto la vettura cercando di capire dove il micio, spaventato, si fosse infilato ed è riuscita a prenderlo, nonostante si ritraesse e graffiasse. “Capita spesso durante l’inverno e sono soprattutto i mici ancora piccoli, che cercano rifugio e calore e poi non riescono più a uscire. Bisogna stare attenti”.
Loretta Marcucci è davvero instancabile, tanto da posta su Facebook il segunete pensiero: “Sono le dieci e mezzo di sera e sono ancora tra le buie ma sempre affascinanti montagne terremotate di Accumoli… Ho finito ora tutti i giri dei punti pappa e di antiparassitari dei mici delle macerie! Sento i lupi…”.
Contatti aliciasmoke@gmail.com /www.amazon.it/hz/wishlist/ls/1BO4HEA2GXVFO…
Francesca Sammarco

Lascia un commento