//Le ferie non godute donate a chi ha bisogno

Le ferie non godute donate a chi ha bisogno

di | 2025-04-12T12:07:48+02:00 13-4-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Un atto di generosità e di condivisione per dare una mano a chi ha bisogno. Sta diventando una piacevole consuetudine il gesto di rinunciare alle proprie ferie per metterle a disposizione di colleghi, amici o più semplicemente del prossimo, anche se sconosciuto. Accade in ogni angolo della nostra tanto bistrattata Italia, un Paese bello e spesso impossibile, ma capace (soprattutto nei momenti di difficoltà) di unirsi e di procedere verso un importante obiettivo comune.

La sede della X-Lam Dolomiti a Castelnuovo

Recentissimo l’episodio accaduto in Trentino dove i dipendenti e i vertici aziendali della X-Lam Dolomiti Spa, con sede a Castelnuovo (Trento), hanno aiutato un collega, affetto da una grave malattia degenerativa: gli hanno “donato” ore di ferie e permessi. consentendogli quindi di prolungare l’assenza dal lavoro, mantenendo così la piena retribuzione. “Tutto è nato dalla nostra rsa, dai rappresentanti sindacali – spiega Matteo Salvetti, segretario generale della Feneal Uil Trentino Alto-Adige -. Confrontandosi con i lavoratori della produzione durante un’assemblea sindacale, è emersa la volontà di attivare un’azione di solidarietà concreta, a favore di un collega, padre di famiglia, che si trova ad affrontare una malattia difficile con la prospettiva della perdita del lavoro e del sostentamento economico”.

Il lavoratore ammalato, con figli e di origine straniera, potrà quindi usufruire di 20 giorni ulteriori di ferie. “Si tratta di un accordo, il primo tra l’altro stipulato da X-Lam Dolomiti spa con un’organizzazione sindacale, che testimonia come il principio di solidarietà sia ancora forte tra gli operai e la forza lavoro – aggiunge Salvetti -. E fa senz’altro piacere notare come l’azienda abbia risposto positivamente alla richiesta di parte sindacale, dimostrando umanità, davanti alle gravi difficoltà personali di un proprio dipendente”.

Ma, come si diceva, azione di questo genere sono diventate comuni dappertutto. Poco prima di Natale, infatti, 41 vigili del corpo di polizia municipale di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, cedono ad un loro collega due giorni di congedo ciascuno. In tutto 82 giorni di ferie per poter assistere i suoi due piccoli figli, entrambi disabili. La richiesta degli agenti è stata accettata di buon grado dal sindaco della cittadina, Giorgio Zinno: “Ho accolto con favore la richiesta di cessione delle ferie a favore del collega che conosco come gran lavoratore, poliziotto attento e persona sempre disponibile”. “Gli agenti del comando di polizia di San Giorgio sono per me una vera comunità, quasi una famiglia, con la quale condivido le soddisfazioni lavorative ma anche i momenti complessi che vivo al di fuori del lavoro – racconta commosso il destinatario del regalo -. Ringrazio anche il sindaco, sempre sensibile a tematiche come queste e pronto a porgere una mano per alleviare situazioni di difficoltà”.

Lo scorso dicembre, una donna di 40 anni, Carmen Iacovazzo, perde il marito 47enne, Daniele Bosi (che si era ammalato nel 2021), a causa di un tumore. Per consentirle di recuperare le forze e stare vicino ai suoi due figli di 14 e 8 anni, i colleghi di lavoro dell’azienda di imballaggi in cui lavora a Meldola (Forlì-Cesena) hanno raccolto 700 ore di ferie e gliele hanno regalate. “Sono rimasta a bocca aperta per questo gesto: non me l’aspettavo e non era scontato. A loro va il mio più sincero ringraziamento – commenta Carmen -. Non avevo più ferie: le ho usate tutte durante i giorni di ricovero di mio marito e, nell’ultimo anno, per stare vicino a Daniele, che era invalido al cento per cento, ho chiesto il congedo con la 104. L’idea è nata dal mio capo reparto, che ha poi coinvolto anche il resto del personale”.

Carmen Iacovazzo con il marito Daniele Bosi

“Abbiamo vissuto tante complicazioni man mano che il tumore avanzava. Ogni volta che c’era un aggravamento o un’emergenza, i medici ci dicevano di preparaci al peggio ma Daniele era una forza della natura e ha resistito per tre anni – sottolinea ancora -. Per noi vederlo spegnersi lentamente è stato molto doloroso. Abbiamo bisogno di stare insieme e prenderci del tempo per ritrovarci. Grazie al grande gesto di solidarietà dei miei colleghi potrò stare a casa con i miei figli e recuperare le forze dopo mesi di angoscia accanto a mio marito”. Un gesto di solidarietà è arrivato anche dall’azienda di Feanza per cui lavorava Bosi, che ha infatti lanciato una raccolta fondi per aiutare la famiglia.

Si potrebbero citare altri casi che avvengono pressoché quotidianamente: rinunce concapevoli per dare una mano concreta a chi vive momenti di profonda difficoltà. Ma va anche segnalato che va estendendosi un’altra lodevole iniziativa: chi va in pensione e ha ferie da smaltire (ormai da molti anni tutte le aziende, pubbliche e private, non pagano più quei giorni di vacanza non goduti) può lasciare quei permessi a disposizione di chi in futuro potrà averne bisogno. Non costa nulla ed è un gesto di concreta solidarietà senza conoscere l’identità di chi potrà goderne. E’ anche da queste piccole-grandi evenienze che si misura il grado di maturità di un popolo.

Buona domenica.

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