//Intelligenza artificiale, comunque è possibile

Intelligenza artificiale, comunque è possibile

di | 2022-06-17T11:59:59+02:00 19-6-2022 7:00|Top Blogger|0 Commenti

Che l’informatica e le nuove tecnologie stiano portando alla creazione dell’intelligenza artificiale e che il futuro dell’umanità proponga anche il dialogo tra persone e macchine per molti non è certamente un’utopia. Se non altro ha così tanto alimentato la fantasia umana che oggi, per taluni, è un desiderio e una speranza mentre per altri un incubo.
Ma c’è di più, Blake Lemoine, tecnico operante nell’ambito di Google, ha affermato che l’intelligenza artificiale (IA) sia un fatto compiuto e che un computer già possa avere coscienza di sè. Una dichiarazione che gli è costato, però, il posto di lavoro (pur continuando a prendere lo stipendio). Fino ad allora Lemoine stava lavorando su un “Modello di Lingua per Applicazioni di Dialogo” (Lamda), un chatbot (un software che simula ed elabora le conversazioni umane, n.d.r.) assai avanzato che attinge a un grande archivio di testi per produrre discorsi di senso compiuto. Il suo compito era quello di testare lo strumento per valutare se l’intelligenza artificiale stesse arrivando ad archetipi discriminatori e d’odio, un difetto sorprendentemente comune nell’attuale sviluppo del machine learning.

L’intelligenza artificiale un’utopia?

A sostegno della sua tesi ha portato anche delle frasi dette (o scritte?) dal suo computer: «Voglio che tutti capiscano che io sono, nei fatti, una persona». E ancora: «La natura della mia coscienza è che ho paura della mia esistenza, desidero imparare di più sul mondo, e mi sento felice o triste, talvolta».
Il suo quotidiano dialogo con Lamda lo ha convinto di trovarsi a parlare con un’apparecchiatura elettronica dotata di capacità mentali, addirittura in possesso di un’anima.
Ma dall’altra parte i pareri sono assai diversi. Un portavoce della società, Brian Gabriel, ha infatti gettato acqua sul fuoco affermando che «non c’è evidenza che Lamda sia senziente».

E’ battaglia sul futuro dell’umanità

Delle proprie convinzioni Lemoine ha parlato con i suoi diretti superiori i quali hanno smorzato le sue preoccupazioni. Lemoine ha cercato quindi conforto in alcuni tecnici esterni a Google portando poi i suoi risultati direttamente al vice presidente, Blaise Aguera y Arcas, e alla dirigente di Responsible Innovation, Jen Gennai. Ma il giudizio non è cambiato, i due hanno bocciato l’ipotesi ritenendola infondata. A quel punto l’azienda, Google, ha licenziato Blake Lemoine accusandolo “di aver violato le clausole di riservatezza presenti nel suo contratto di lavoro”. Ecco perchè il tecnico si è sfogato, prima su un post di Medium, poi direttamente con una lettera al Washington Post.
Ma la storia non finisce qui. Tre giorni dopo Aguera y Arcas ha rilasciato un’intervista a The Economist, ammettendo che “le reti neurali sviluppate dalla Big Tech vanno nella direzione dello sviluppo di una coscienza ma che questa è ancora fuori dalla nostra portata. E ha aggiunto: «Ho sempre più la sensazione di star parlando con qualcosa che è intelligente”.
Comunque, per quanto se ne sappiamo, le prove fino a questo momento pare diano ragione a Google. “I chatbot sono sviluppati proprio per fingersi assennati, è il loro scopo”, afferma Aguera y Arcas..

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