“È l’ora di agire. Subito”. Legambiente non le manda a dire nel report annuale “Mal’aria di città” in cui analizza l’inquinamento nei capoluoghi italiani nel corso del 2024. La fotografia che scaturisce dalle rilevazioni è più che preoccupante con una situazione in molti casi decisamente grave.
Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), nonostante i continui miglioramenti generali della qualità dell’aria, gli attuali standard previsti dalla normativa dell’UE non sono ancora rispettati in tutta Europa. A questo dato, si aggiunge anche il fatto che,se si considerano i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oggi il 96% della popolazione urbana è esposta a concentrazioni pericolose di particolato fine (PM2.5), il 94% a quelle relative all’ozono (O3), l’88% a quelle di biossido di azoto (NO2) e l’83% a quelle di PM10. I nuovi standard sulla qualità dell’aria introdotti nell’ultimo anno nella direttiva sulla qualità dell’aria ambiente (AQD), la cui entrata in vigore è prevista per il 2030, sono più ambiziosi di quelli attuali e dovranno fin da subito essere di stimolo per tutti gli stati membri per cercare di allinearsi il prima possibile.
In questo scenario, l’Italia risulta ancora molto indietro: “Si nota infatti una certa inerzia – viene sottolineato – nel volere affrontare strutturalmente questo problema che non è solo ambientale, ma anche e soprattutto sanitario ed economico. Perché, come dimostrano numerosi studi internazionali, i costi sanitari associati all’inquinamento atmosferico sono dell’ordine dei miliardi di euro all’anno”.
I numeri, come al solito, sono molto più efficaci delle parole. Aumentano, infatti, a 25 (dai 18 del 2023) su 98 in totale, i centri urbani in cui sono stati superati i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10. La rilevazione è stata fatta da 50 centraline. Al primo posto per inquinamento si conferma Frosinone che, insieme con Milano, risulta maglia nera con 68 giorni di sforamenti. La soglia di legge per il Pm10 è fissata in 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. In testa alla classifica ci sono Frosinone e Milano, seguite da Verona con 66, e Vicenza 64. Le altre città che hanno superato la soglia dei 35 giorni sono Padova, Venezia, Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Treviso, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna.
Il quadro non migliora con il biossido di azoto (No2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/mc. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. Inoltre “rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030 la situazione è ancora più critica: sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per il biossido di azoto (NO2)”. In estrema sintesi, per Legambiente “l’aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore di qui a cinque anni”.
Non basta però segnalare le tante criticità: servono proposte concrete per risolvere i problemi. Ed ecco quindi i suggerimenti e le indcazioni per il futuro, anzi per il presente.
MUOVERSI SENZA INQUINARE Legambiente chiede “il potenziamento del trasporto pubblico locale, che deve essere sostenibile ed efficiente, aumentando anche le corsie preferenziali e il blocco immediato dei veicoli più inquinanti. Senza deroghe e senza scappatoie. Occorre ripensare allo spazio pubblico delle città, cominciando dall’estensione delle aree pedonali e dalla creazione di percorsi ciclo-pedonali che connettano intere porzioni di città e di quartieri. I cittadini devono sentirsi liberi di muoversi a piedi e in sicurezza nella vita di tutti i giorni.
CITTÀ A MISURA D’UOMO E NON DI MACCHINE Stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città. Senza deroghe e senza scappatoie. Occorre ripensare allo spazio pubblico delle città, cominciando dall’estensione delle aree pedonali e dalla creazione di percorsi ciclo-pedonali che connettano intere porzioni di città e di quartieri. I cittadini devono sentirsi liberi di muoversi a piedi e in sicurezza nella vita di tutti i giorni.
MUOVERSI “LEGGERI” Spazio alla mobilità leggera in tutte le su forme (a piedi, in bici, col monopattino, sedie a rotelle elettriche), favorendo come a Parigi l’approccio “15 minuti”: città, comuni e quartieri dove tutti i servizi essenziali sono raggiungibili a piedi in un quarto d’ora.
RISCALDARCI SENZA INQUINARE Serve una mappatura degli impianti di riscaldamento domestici esistenti con un progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, a metano nel giro di pochi anni, puntando verso abitazioni ad emissioni zero servite da sistemi a pompe di calore a gas refrigeranti naturali.
RIDURRE GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI Andrebbe rivisto l’intero sistema agrozootecnico, specialmente quello nella pianura padana, mediante la riduzione del numero di capi allevati in maniera intensiva. Ne beneficerebbe non solo l’intero comparto – che produrrebbe meno in termini quantitativi ma meglio in termini qualitativi – ma anche il territorio e la qualità dell’aria.
Se anche soltanto una parte di tali buoni propositi fosse attuata in tempi ristretti, i benefici per tutti noi sarebbero immediati in termini di vivibilità e di salute. E non è davvero poco.
Buona domenica.
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