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Inquinamento, fattore di rischio per l’autismo

di | 2025-03-28T12:50:10+01:00 30-3-2025 0:15|Attualità, Sezione 4|0 Commenti

PALERMO – Il 2 aprile prossimo si celebrerà la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo. Tale giornata è stata istituita nel dicembre del 2007 con risoluzione 62/139 dall’Assemblea Generale dell’ONU, con lo scopo di incoraggiare gli Stati membri delle Nazioni Unite ad una maggiore sensibilizzazione rispetto all’autismo.

Se il primo studio fatto in Inghilterra negli anni ’60 registrava la presenza di un bambino autistico ogni 2.500, oggi a livello mondiale la percentuale di persone con disturbi legati all’autismo si aggira intorno all’1%, con differenze sensibili nelle varie nazioni: in Italia, ad esempio, nella fascia 7-9 anni c’è un bambino con autismo ogni 77 circa, con una prevalenza netta tra i maschietti (secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, su 5 bambini autistici 4,4 sono maschi).

Nel resto dell’Europa, la diffusione dell’autismo varia dallo 0,63% in Danimarca e Svezia, all’1,16% nel Regno Unito. Negli Stati Uniti la diffusione di tale disturbo è cresciuta significativamente negli ultimi 20 anni, passando da 0,67% nel 2000 (1 bambino su 150), a 2,3% nel 2018 (1 su 44) a 2,8% (1 su 36) nel 2020.

Il sensibile incremento dei disturbi dello spettro autistico a livello mondiale è così marcato da aver fatto ipotizzare una sorta di “epidemia di autismo”, anche se le ragioni di un aumento così netto possono essere varie, compresa una maggiore sensibilità al problema e il cambiamento dei criteri diagnostici.

Quali le cause dell’autismo? Gli ultimi studi affermano che la componente genetica gioca sicuramente un ruolo importante per la manifestazione del disturbo. Uno studio recente elaborato dall’Università di Gerusalemme evidenzia anche un certo legame tra inquinamento atmosferico e autismo: pur se la componente genetica rimane fondamentale, aumentano il rischio di autismo fattori quali l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento, una gravidanza a meno di un anno dalla precedente, infezioni virali nei primi tre mesi di vita, prematurità e, appunto, l’inquinamento.

Lo stabilimento ex Ilva a Taranto

Lo studio dell’Università israeliana spiega i meccanismi che, nei soggetti predisposti, favoriscono l’insorgenza di autismo: le neuro-infiammazioni prodotte dagli inquinanti sono capaci di interferire con il sistema dei neurotrasmettitori e di modificare la regolazione genetica; mentre il P.M.2,5 (cioè la classificazione numerica data alle polveri sottili in base alle dimensioni delle loro particelle) e le miscele di particelle diverse (costituite da polveri minerali o composti come nitrati, solfati, ammoniaca e sali) sono in grado di attraversare la placenta e di interferire con lo sviluppo del cervello e del feto.

Il legame tra inquinamento e autismo si studia comunque anche in Italia.  Uno studio di qualche mese fa pubblicato su Scientific Reports evidenzia un aumento di prevalenza dell’autismo nei bambini di Taranto, in confronto con quelli di altre parti d’Italia.

A proposito della possibile connessione tra inquinamento e autismo,  il professore Giovanni Valeri, neuropsichiatra all’Ospedale Bambin Gesù di Roma, ai microfoni del TG scientifico Leonardo, ha sottolineato che indagare il ruolo dell’inquinamento atmosferico sullo sviluppo dell’autismo significa fare luce su uno dei fattori in gioco su cui si può e si ha il dovere di intervenire: “L’inquinamento fa male sempre e dovrebbe sempre essere ridotto. Nel caso specifico dell’autismo, quando si associa a una suscettibilità genetica, ne aumenta il rischio. Ripeto, l’inquinamento senza suscettibilità genetica, provoca tanti danni, ma da solo non provoca l’autismo se non c’è la predisposizione genetica”.

Un ulteriore dato preoccupante, evidenziato ancora dal professore Giovanni Valeri, è la fragilità dei più poveri di fronte alla possibilità di insorgenza della sindrome autistica: “Spesso le fasce della popolazione economicamente più svantaggiate sono anche quelle più esposte all’inquinamento perché vivono in zone e territori meno salubri.”

I provvedimenti contro i fattori inquinanti si configurano allora sia come interventi di prevenzione sanitaria che di giustizia sociale.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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