//Il prezzo delle uova sconvolge l’America

Il prezzo delle uova sconvolge l’America

di | 2025-03-08T11:41:59+01:00 9-3-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Ucraina, Gaza, dazi commerciali, muri anti-migranti… Il mondo cammina ogni giorno sul filo del rasoio e Donald Trump, presidente da un paio di mesi degli Stati Uniti d’America, danza da un tema all’altro con la leggerezza di un panzer. Ma c’è un tarlo che potrebbe metterlo seriamente in difficoltà: il prezzo delle uova. Già, perché l’americano tipo se la mattina non ha per colazione le sue due uova, non si alza nemmeno. Le uova per gli americani sono come il caffè per gli italiani: non se ne può fare a meno.

Fino al 2019 una confezione da 12 di uova costava in media all’ingrosso 1,54 dollari. A dicembre scorso il prezzo per dozzina era salito a 4,15 dollari: un aumento del 170%. A fine febbraio 2025, però, nei negozi al dettaglio 12 uova si pagano ormai circa 8 dollari (ma possono arrivare anche ben oltre i dieci dollari): il prezzo medio ha raggiunto i 7,86 dollari. Sui social abbondano foto di scaffali di supermercati che testimoniano come in alcuni Stati (come la California dove c’è l’obbligo di allevare le galline senza l’uso di gabbie) si possano spendere più di 70 cent per un solo uovo. A Long Island si arriva a 1 dollaro tondo. Trump, in campagna elettorale, aveva promesso che una volta rieletto avrebbe abbassato il costo degli alimentari fin dal “primo giorno”. Non solo ciò non è successo, ma addirittura il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) ha previzio un aumento delle uova di un altro 40% quest’anno. E con l’avvicinarsi della Pasqua, periodo di massimo consumo, il prezzo è destinato a salire ulteriormente.

Alla base di questo rincaro non c’è solo l’inflazione, ma soprattutto la diffusione dell’influenza aviaria, che ha costretto gli allevamenti a eliminare milioni di volatili, riducendo l’offerta e facendo lievitare i costi. I dati del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense sono allarmanti: tra dicembre 2024 e gennaio 2025 sono stati abbattuti oltre 40 milioni di polli, galline e tacchini. La ripresa della produzione richiederà mesi, poiché gli allevamenti devono essere sanificati e le nuove galline devono raggiungere l’età della deposizione. Oltre alla perdita di animali, infatti, altri fattori stanno alimentando la crisi: il costo delle misure sanitarie per prevenire il contagio, l’aumento delle spese per il personale, il carburante e il mangime.

I prezzi eccessivi degli alimenti sono stati un fattore della vittoria di Trump nelle elezioni del 2024. Ora però i dazi potrebbero avere un impatto sui prodotti agroalimentari importati negli Stati Uniti da Canada e Messico. Non è un caso che il 6 marzo, due giorni dopo aver imposto dazi del 25% su tutti i prodotti importati dal Messico, Trump li abbia rimandati di un mese su molti prodotti. Nel 2023, gli Stati Uniti hanno importato prodotti agricoli per un valore di 45 miliardi di dollari dal Messico (soprattutto verdura, frutta, birra, tequila e altre bevande) e per il valore di 40 miliardi di dollari dal Canada (carne, cereali, patate e olio di canola): con i dazi del 25% i prezzi di questi prodotti potrebbero aumentare notevolmente. E i problemi non sarebbero soltanto per gli esportatori, ma anche per l’inevitabile rialzo dell’inflazione interna degli Usa. Esattamente quello che Trump, in campagna elettorale, rimproverava a Biden.

Per far fronte all’emergenza, il governo ha stanziato un miliardo di dollari per sostenere gli allevatori. Tuttavia, la crisi non sembra destinata a risolversi nel breve termine e il settore avicolo dovrà affrontare mesi di difficoltà. La strategia di Trump prevede di riuscire a calmierare i costi entro l’estate con un programma che prevedere di investire 500 milioni di dollari in biosicurezza, aiutando gli allevatori in difficoltà con uno stanziamento di 400 milioni, mentre 100 milioni saranno divisi tra ricerca scientifica per i vaccini anti aviaria, diminuzione degli oneri normativi e per valutare l’impiego di importazioni temporanee (la Turchia è prontissima e senza dazi…).

Sui media Usa si moltiplicano gli aneddoti sull’impatto sulla vita degli americani. Negozi al dettaglio come Trader Joe’s and CostCo stanno limitando il numero di confezioni acquistabili e diverse catene di ristoranti hanno annunciato sovrapprezzi su ogni pasto contenente tuorli e albumi: Denny’s (nota per le grandi colazioni a base di pancake, uova, bacon e salsicce) e Waffle House hanno deciso di chiedere addirittura 50 cent in più per ogni uovo utilizzato. Inoltre, secondo l’American Pet Products Association, è raddoppiato rispetto al 2018 a 11 milioni, il numero degli americani che hanno deciso di allevare polli nel giardino di casa. Ne bastano un paio per assicurarsi da 8 a 14 uova freschissime a settimana.

Altro che Putin, Zelensky, la Cina… Il presidente della nazione più forte e più ricca del mondo rischia di scivolare su un banalissimo uovo di gallina…

Buona domenica.

 

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