VITERBO – Viviamo nell’epoca in cui “saper fare più cose contemporaneamente” è quasi una medaglia al valore. Scrivere un’email mentre si risponde a un messaggio, seguendo una call e pensando a cosa cucinare a pranzo, sembra la norma per molti professionisti. Eppure, più che un superpotere è una trappola cognitiva che svuota energie e concentrazione. Gli studi neuroscientifici sono chiari: il cervello umano non è progettato per svolgere più compiti cognitivi nello stesso momento. Quello che chiamiamo “multitasking” è in realtà uno switch continuo dell’attenzione, un meccanismo che consuma risorse mentali ogni volta che passiamo da un’attività all’altra. 
Ogni cambio di focus è come un piccolo riavvio di sistema: servono secondi preziosi per ricalibrare l’attenzione, e sommando decine di questi passaggi in una giornata lavorativa, la fatica diventa tangibile. A fine giornata, la stanchezza mentale è tale che anche attività banali sembrano scalate impossibili. Eppure, nella cultura della produttività tossica, riuscire a fare “tutto insieme” è ancora percepito come un pregio. Un po’ come vantarsi di dormire quattro ore a notte: impressionante, sì, ma per niente salutare. Gli psicologi del lavoro avvertono che questo sovraccarico cognitivo è una delle cause principali di stress cronico e calo della memoria a breve termine. La mente ha bisogno di blocchi di attenzione dedicata per dare il meglio, e interromperla continuamente ci rende più lenti e più inclini agli errori.
La soluzione è il single-tasking consapevole: concentrare le energie su una sola attività alla volta, anche solo per blocchi di 25-30 minuti, utilizzando tecniche come il metodo Pomodoro, una tecnica di gestione del tempo ideata da Francesco Cirillo negli anni ’80, che prende il nome dal timer da cucina a forma di pomodoro. Funziona così: si sceglie un compito da svolgere; si imposta un timer a 25 minuti (un “pomodoro”) e ci si concentra solo su quell’attività; allo scadere, si fa una pausa di 5 minuti; dopo 4 pomodori, si prende una pausa più lunga di 15-30 minuti. Questa alternanza di lavoro intenso e pause brevi riduce l’affaticamento mentale e migliora la produttività. 
Non è un segno di lentezza, ma di produttività reale. Spegnere le notifiche, dedicare il tempo giusto a ogni compito e concedersi pause brevi ma regolari riduce l’affaticamento mentale e migliora il rendimento. E se temete che sembri poco professionale “staccare” dal flusso di notifiche, pensate che persino alcune aziende tech hanno adottato policy interne per ridurre il multitasking.
Del resto, mandare un “bacione” al commercialista per errore è divertente solo la prima volta.
Alessia Latini

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