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Il Purgatorio di Dante, profeta di speranza

di | 2025-03-09T01:34:35+01:00 9-3-2025 0:35|Cultura, Sezione 8|0 Commenti

NAPOLI – “Il mio Purgatorio – Dante profeta di speranza” rappresenta un cammino straordinario di riflessione profonda sull’esperienza di vita fatta da ciascuno di noi attraverso la reinterpretazione dell’opera del sommo poeta, per stimolare tutti attraverso un lavoro di messa in discussione del proprio essere. L’Associazione culturale “Giovanni Marco Calzone APS” ha proposto anche quest’anno l’iniziativa, nata dalla collaborazione tra l’Associazione Rivela di Verona, il saggista Franco Nembrini e l’illustratore Gabriele Dell’Otto (grafico della Marvel). La mostra ha proposto un viaggio attraverso i 33 canti del Purgatorio dantesco, ripercorrendo la salita al Paradiso incontrando Catone l’Uticense, Marco Lombardo, Manfredi, Adriano V e tutte le anime pronte a pentirsi certe della misericordia di Dio e della salvezza promessa.

Anime desiderose di liberarsi dal peccato così come lo stesso Dante chiede, così come chiediamo noi. Un elemento caratteristico di questa esposizione è la funzione centrale attribuita ai giovani, fortemente coinvolti nell’evento. L’anno scorso si sono registrate più di 6000 visitatori della mostra. Quest’anno più di 120 studenti delle scuole superiori napoletane, dopo aver preso parte ad un percorso formativo, sono state guide per i visitatori, arricchendo l’esperienza espositiva con il loro entusiasmo e la loro conoscenza. Gli studenti sono stati formati attraverso i Percorsi di Competenze Trasversali per l’Orientamento (PCTO), in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e il gruppo di ricerca del Naples Dante Project, acquisendo così una completa comprensione della Commedia e divenendo essi stessi protagonisti attivi della cultura.

Il progetto ha inoltre ottenuto il patrocinio di numerose istituzioni, tra le quali: Ministero Istruzione e Merito (MIM), la Regione Campania, il Comune di Napoli, Arcidiocesi di Napoli, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, nonché diverse realtà ecclesiastiche e associative, testimoniando l’ampio riconoscimento dell’importanza di avvicinare le nuove generazioni ai classici della letteratura, offrendo loro gli strumenti di crescita attraverso il patrimonio storico e artistico. Per iniziativa dell’Associazione “Giovanni Marco Calzone APS”, la mostra è stata ospitata a Napoli dal 24 febbraio al 9 marzo nella Basilica di San Francesco di Paola in piazza del Plebiscito.

La mostra come quella proposta l’anno scorso (Dante profeta di speranza, il mio Inferno) si pone come dialogo con Dante, un incontro con un genio del Trecento con un’opera straordinaria che ha affascinato tutti, anche chi era meno avvezzo alle questioni “letterarie o esistenziali”. La domanda che viene posta è stata: ma come può essere contemporaneo Dante per chi lo legge ora? Come può interessare un’opera scritta tanto tempo fa? Come può interpellare le nostre coscienze, il nostro essere, uno scritto che già in diverse scuole viene bandito additato come “troppo cattolico”? Eh già, è proprio vero, in una realtà come quella attuale soffermarsi sulle proprie identità, sul proprio essere è anacronistico e fastidioso. Viva l’istintività, la liquidità, la superficialità.

Come ha sottolineato Franco Nembrini più volte, “la Divina Commedia è un ottimo spunto per incontrare giovani e meno giovani, per far porre domande sulla propria esistenza”. Da qui il titolo provocatorio: il mio Inferno, il mio Purgatorio, il mio Paradiso. Cioè, oltre all’aspetto puramente nozionistico la bellezza dell’evento sta proprio nel domandarsi com’è per noi. Dante è un incredibile punto di dialogo, di confronto, di giudizio. L’attualità della Divina Commedia sta proprio nell’essere un’opera che costringe a domandare, a porre questioni. Alla realtà che ci abbraccia. L’essere, poi, un’occasione di percorso per i ragazzi coinvolti nella formazione per il PCTO, è sostegno all’essere, all’essere presenti a se stessi.

Questo poi pone gravi interrogativi sulla valenza di certi percorsi di studio. Valgono se il tema è valido, fanno crescere se sono occasione di giudizio. Troppo spesso criticati, questi percorsi formativi delle scuole superiori richiedono un’attenta selezione se sono utili allo scopo, se rendono i giovani, cioè, capaci di interrogarsi e di interrogare chi li circonda. La mostra, presente a Napoli fino al 9 marzo è allocata nella splendida chiesa di San Francesco di Paola in Piazza del Plebiscito e questo rende ancora più entusiasmante la visita. Info su https://danteprofetadisperanza.it.

Innocenzo Calzone

Giornalista pubblicista, architetto e insegnante di Arte e Immagine alla Scuola Secondaria di I grado presso l’Istituto Comprensivo “A. Ristori” di Napoli. Ha condotto per più di 13 anni il giornale d’Istituto “Ristoriamoci”. Partecipa e promuove attività culturali con l’associazione “Giovanni Marco Calzone” organizzando incontri e iniziative a carattere sociale e di solidarietà. Svolge attività di volontariato nel centro storico di Napoli con attività di doposcuola per ragazzi bisognosi; collabora con il Banco Alimentare per sostenere famiglie in difficoltà. Appassionato di arte, calcio e musica rock.

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