MILANO – Mel Brooks, nome leggendario della commedia cinematografica del Novecento, ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema grazie alla sua capacità unica di coniugare intelligenza satirica, parodia spinta e irriverenza formale. Dalla fine degli anni Sessanta in poi, la sua filmografia ha ridefinito i confini del genere comico, decostruendo con geniale sarcasmo i principali archetipi narrativi della cultura occidentale. Tra i suoi titoli più iconici figurano The Producers (1967), Blazing Saddles (1974), Young Frankenstein (1974), History of the World: Part I (1981) e Spaceballs (1987). Ognuno di questi film ha saputo coniugare un profondo amore per i generi che smascheravano vizi, stereotipi e retoriche culturali, tramite la parodia.
Nato Melvin Kaminsky nel 1926 a Brooklyn, Brooks ha attraversato la storia dell’intrattenimento americano con una versatilità rara: autore televisivo, attore, regista, produttore teatrale e cinematografico, ha ricevuto i massimi riconoscimenti nel panorama dello spettacolo, guadagnandosi il prestigioso titolo di EGOT (Emmy, Grammy, Oscar e Tony). Il suo cinema è sempre stato un laboratorio di sperimentazione linguistica e culturale, capace di parlare a pubblici diversi, attraversando generazioni con battute che univano slapstick, metacomunicazione e critica sociale.
Uno dei suoi lavori più amati dal grande pubblico è Spaceballs, film uscito nel 1987 come risposta satirica al fenomeno globale di Star Wars. In quell’opera, Brooks costruiva un universo narrativo parallelo, dove l’epica galattica veniva trasfigurata in una farsa brillante e surreale, popolata da personaggi grotteschi come il codardo Dark Helmet (interpretato da Rick Moranis), il mercenario Lone Starr (Bill Pullman), il canide umanoide Barf (John Candy) e Yogurt, il mentore ironico interpretato dallo stesso Brooks, parodia del Maestro Yoda.
Oggi, a quasi quarant’anni di distanza, è lo stesso Mel Brooks ad annunciare il ritorno di Spaceballs con un sequel atteso per il 2027. Il titolo ufficiale non è ancora stato confermato, ma il progetto è già in fase di sviluppo e prevede il ritorno di Brooks nel ruolo di Yogurt, il piccolo maestro della Schwartz, forza comica e parodica che nel primo film prendeva il posto della più solenne Forza di Lucas. Il nuovo film, che per ora viene indicato semplicemente come Spaceballs 2, promette di aggiornare lo spirito satirico dell’originale, rivolgendosi questa volta non solo all’universo espanso di Star Wars (oggi amplificato da prequel, sequel, spin-off e serie streaming), ma anche all’intero immaginario contemporaneo della fantascienza e del cinema blockbuster.
Secondo le dichiarazioni di Brooks, l’obiettivo sarà ridicolizzare il proliferare di reboot, multiversi, cinecomic e derive autocelebrative dell’industria hollywoodiana. Un terreno ideale per la comicità metalinguistica e affilata che da sempre caratterizza la sua arte. Se i dettagli sulla trama restano volutamente celati, è lecito immaginare che il film adotterà una struttura narrativa che richiama e al tempo stesso decostruisce i codici del sequel hollywoodiano. L’ironia potrebbe colpire tanto la ripetitività dei franchise quanto la retorica identitaria e moraleggiante di molte produzioni recenti. Si parla anche della possibilità di introdurre nuovi personaggi rappresentativi delle figure più stereotipate del cinema odierno — l’eroe traumatizzato, l’intelligenza artificiale “umana”, la guerriera infallibile — con il consueto tono caricaturale e intelligente.
Al momento non è chiaro se alcuni attori del cast originale torneranno nel sequel. La scomparsa di John Candy nel 1994 e il ritiro dalle scene di Rick Moranis rendono improbabile la presenza di Barf e Dark Helmet nella loro forma originale. Tuttavia, Brooks ha lasciato intendere che potrebbero esserci omaggi o reinterpretazioni, forse con nuovi attori comici in grado di raccogliere l’eredità dei personaggi. La regia dovrebbe coinvolgere un team giovane e affine allo stile di Brooks, capace di mantenere il ritmo e l’assurdità visiva dell’originale.
Il ritorno di Spaceballs si inserisce in un panorama cinematografico che ha reso la nostalgia un vero e proprio motore produttivo. In questo contesto, la parodia torna ad avere un ruolo centrale, come antidoto al conformismo narrativo e come strumento di riflessione sull’eccessiva autoreferenzialità di molte opere recenti. Brooks, che fu tra i primi a usare la parodia non solo per divertire ma anche per smascherare i meccanismi della cultura dominante, sembra pronto a offrire una nuova lezione di comicità applicata al presente. L’uscita prevista per il 2027 lascia ancora spazio a indiscrezioni, attese e speculazioni. Ma l’entusiasmo è palpabile.
Per chi è cresciuto con i film di Brooks, l’annuncio rappresenta un ritorno alle origini della risata cinematografica, fatta di nonsense geniale, di rottura delle regole e di affetto per i generi che si prendono troppo sul serio. Per le nuove generazioni, Spaceballs 2 potrà essere l’occasione per scoprire — o riscoprire — una forma di comicità capace di far riflettere mentre si ride, di sfidare senza offendere, di unire anziché dividere. In un’epoca in cui anche la satira è spesso imbrigliata tra le maglie della correttezza e del politicamente accettabile, Mel Brooks torna a ricordare — con l’arma della sua Schwartz — che il vero potere della risata sta nella sua capacità di sgonfiare i miti, smascherare le narrazioni e restituire all’immaginario collettivo un po’ di quella leggerezza che il cinema, troppo spesso, sembra aver dimenticato.
Ivana Tuzi
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