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Il fascino incontaminato del Castello Lancellotti in Irpinia

di | 2022-03-24T18:17:07+01:00 27-3-2022 6:25|Sezione 6, Viaggi|0 Commenti

LAURO  (Avellino) – Castello Lancellotti si trova a Lauro, un piccolo paese della bassa Irpinia, in provincia di Avellino. Un documento del 976 ne testimonia l’esistenza e, successivamente, nei registri della Cancelleria angioina dell’anno 1277, viene riportato l’atto di affidamento a Margherita de Toucy, cugina di Carlo I d’Angiò. Il Castello ha visto il succedersi di molte Signorie: i Principi del Principato di Salerno nel periodo longobardo; i Sanseverino Conti di Caserta nel periodo normanno; i del Balzo Conti di Avellino nel periodo svevo-angioino; gli Orsini Conti di Nola nel periodo aragonese; i Pignatelli di Salerno che lo vendettero ai Lancellotti, nel 1632.

In seguito ad un devastante incendio avvenuto nel 1870 per mano dei repubblicani francesi, il principe don Filippo Massimo Lancellotti diede inizio ai lavori di ricostruzione. Il maniero, circondato dalle caratteristiche mura merlate, accoglie il visitatore con il suggestivo portale rinascimentale. All’interno delle mura, un cortile ospita una fontana e materiali architettonici di epoca romana che aprono al secondo cortile, attraverso il quale si accede alla Cappella privata.

Gli interni della dimora signorile, in un’alternanza di elementi in stile gotico, rinascimentale e barocco, presentano molti ambienti: la sala da pranzo, con pareti dipinte a mano, la Sala del biliardo, in cui predomina il colore verde, riservata allo svago degli uomini, il salotto rosso, dedicato alle donne, ornato da ricchi drappeggi alle finestre, la Sala d’Armi, illuminata da un maestoso lampadario bronzeo a forma di sole, oltre alla Farmacia e alla Scuderia con le carrozze del XVIII e del XIX secolo.

La biblioteca, realizzata da Filippo Massimo Lancellotti, custodisce circa cinquemila volumi, tra cui gli enormi libri mastri. Nascosto tra gli scaffali, un passaggio segreto, che mette in comunicazione l’ambiente interno con il chiostrino, un rifugio dove i proprietari amavano isolarsi per meditare e godere delle bellezze del luogo. Come tutti i castelli che si rispettano, anche questo fortilizio, custodisce storie misteriose, come quella del piccolo Principe Pignatelli e della dama bianca.

Si narra che il piccolo di casa, giocando con la palla, abbia iniziato a rincorrerla tra le stanze della dimora, fino a scomparire, senza lasciare alcuna traccia di sé. E può capitare ancora, a chi si aggira in questo luogo, di sentire il sordo rumore di una palla che rotola, inseguita da piccoli passi di bambino. Altrettanto inquietante è la storia dello spettro di una donna, dai capelli lunghi, vestita di bianco che perseguitava gli abitanti della casa. Chiunque aveva la malasorte di incontrarla, aveva i giorni contati.

A ridare gioia alla vista e ai sensi, ci pensa il panorama mozzafiato sul Vallo di Lauro. Dalla terrazza del torrione, si può ammirare un mosaico di luci, colori e sapori che fanno della magica roccaforte, una location molto rinomata e ricercata per manifestazioni culturali ed eventi pubblici e privati.

Amalia Ammirati

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