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Il culto per Maria, simbolo delle mamme

di | 2022-12-02T19:01:07+01:00 4-12-2022 6:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

ROMA – Una discussione durata secoli e infine, non potendosi verificare nessuna delle ipotesi avanzate, conclusasi con un dogma proclamato da Papa Pio IX nel 1854 con la bolla Ineffabilis Deus. Si tratta dell’Immacolata Concezione, festa che si celebra ogni anno l’8 dicembre, per lo più confusa con la verginità di Maria ma in realtà identificabile con qualcosa di molto più complesso e anche eccezionale. In questa data, infatti, si vuole ricordare qualcosa che, contrariamente a quanto comunemente si pensa, va “oltre” il concepimento senza peccato di Gesù da parte della Madonna.

Anche lei per la Chiesa cattolica – da quando il dogma è stato proclamato e quindi da un paio di secoli – sarebbe esente dal peccato originale e per questo sarebbe stata scelta come la madre del figlio di Dio. Una “ricostruzione dei fatti”, questa, che ha tenuto impegnati filosofi, pensatori e uomini di chiesa sin dal Medioevo, via via nel Rinascimento, poi nell’Illuminismo. Per secoli, di volta in volta, per questa questione qualcuno rischiò anche di sfiorare l’eresia pur di far passare la propria posizione rispetto a questa spinosa questione. Il dibattito durò fino a che prevalse la teoria poi confluita nella bolla papale del 1854 con la quale il dogma dell’Immacolata si aggiunse ai primi, approvati dal Concilio di Nicea nel 325 sotto l’Imperatore Costantino, e che vengono professati dai fedeli (forse non sempre consapevolmente), con il Credo.

Il dogma si basa sui Vangeli Apocrifi, che sono numerosissimi e non scritti dagli Apostoli e per questo esclusi dalla Chiesa, e si incentra sulla purezza di Maria, unica ad essere nata senza macchia e per questo “Immacolata”, una verità non dimostrabile ma da accettare per fede. Esso fu proclamato dopo una consultazione di tutti i vescovi e tiene conto di tradizioni popolari che già celebravano questa ricorrenza ma un fatto importante è che nella Bibbia non viene espressamente insegnata né viene indicata questa caratteristica di Maria, descritta anzi come una donna comune, con la sua umanità e imperfezione ma che Dio ha scelto per far nascere il Signore Gesù Cristo.

Nel protovangelo di Giacomo, inoltre, anche il concepimento di Maria, e non solo la sua purezza, viene ricordato come un fatto eccezionale perché non avvenuto, secondo ciò che narrano i vangeli aprocrifi, in modo del tutto naturale. I suoi genitori Gioacchino e Anna, infatti, essendosi sposati in età matura, sembravano destinati alla sterilità e per questo lui si ritirò nel deserto, mentre lei si chiuse nella preghiera. Fu proprio durante questo allontanamento che avvenne il concepimento di Maria, che appare tanto più straordinario se si pensa che i due genitori erano lontani l’uno dall’altra. Tradizioni locali celebravano già questo “miracolo” nel Medioevo ma non si trattava di niente che le Sacre scritture avessero mai trattato.

Anna, però, prima della proclamazione del dogma era già diventata, per la sua particolarissima esperienza, la protettrice dei parti “difficili”, un fatto che la Chiesa non potè che ratificare creando un apposito dogma che valorizzasse tanta devozione popolare. Al di là delle discussioni teologiche, però, è vero il fatto che la nascita è sempre un miracolo reso possibile dal corpo della donna che si presta a farsi da tramite affinché la natura si riproduca. Non c’è nessuna discussione teologica che possa confutare questo fatto. La figura di Maria è, dunque, il simbolo della maternità, momento in cui ogni donna compie un prodigio scevra dal peccato per poi riprendersi il ruolo di donna. L’8 dicembre, quindi, non è solo la festa di Maria ma di ogni mamma che per diventare tale ha reso possibile un fatto, eccezionale ogni volta che si ripete, come quello della nascita di Gesù.

Gloria Zarletti

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