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Il bullismo dei politici, un brutto esempio

di | 2022-08-07T07:08:52+02:00 7-8-2022 6:35|Personaggi, Sezione 8|0 Commenti

ROMA – Basterebbe l’articolo 3 della Costituzione, che garantisce pari dignità sociale a tutti i cittadini, a determinare come poco etico il comportamento di tutti i politici coinvolti nella recente vicenda televisiva legata al bodyshaming. Principale protagonista: Renato Brunetta, bersagliatissimo lungo tutta la sua carriera per la sua statura al di sotto della media. Proprio lui, ministro dimissionario di Forza Italia, già noto per una legge che porta il suo nome e che aveva la pretesa di rimettere in ordine la pubblica amministrazione ma soprattutto per il suo odio verso i “fannulloni”, i precari, per gli operatori dello spettacolo da lui definiti “parassiti”, per i poliziotti “panzoni”, si è guadagnato nel tempo la nomea di politico inflessibile e talvolta “disumano”.

Eppure neanche questo può giustificare le offese e gli insulti che gli sono stati rivolti, soprattutto perché provenienti dalla politica di cui lui stesso fa parte, che invece dovrebbe dare il buon esempio a tutta la società che governa. La deputata e collega di partito Marta Fascina, anche moglie di Silvio Berlusconi, in un post sui social gli ha dato subdolamente del “nano” mettendo come sottofondo ad un post che parlava di lui la famosa canzone di De Andrè dal titolo “Un giudice” che non lasciava spazio al dubbio sulle cattive intenzioni dell’autrice. Un atto di vero bullismo, di violenta e bassa aggressione personale, cui non si dovrebbe mai ricorrere specialmente se si è politici perché la dialettica si fonda su altre abilità ed è capace di mettere l’avversario in difficoltà con maniere molto più eleganti. Ma la Fascina, evidentemente, non aveva di meglio.

Brunetta ha dato, dopo questo attacco, libero sfogo alla sofferenza di tutta una vita di insulti e prese in giro, davanti a Lucia Annunziata, in tv: “Mi dicono tappo o nano ed ho sofferto e continuo a soffrire per questo ma ho le spalle larghe”. Eppure non si è mai abbastanza forti contro le offese rivolte al proprio corpo e neanche Brunetta lo era, lo si sentiva dalla sua voce tremante e dalla fragilità espressa dalle sue parole. Tutto profondamente umano, beninteso. Ma la lezione della politica sul bullismo o bodyshaming che dir si voglia, fenomeno socialmente pericoloso e dannosissimo, che ha indotto al suicidio tanti giovani, su cui si tenta di lavorare tra le nuove generazioni parlandone a scuola, con corsi approfonditi, non deve ridursi allo sfogo di un politico che ne è stato vittima da parte di un suo collega.

La politica ha la grande responsabilità di fare da modello di comportamento e sul bullismo nessuno in questa brutta storia è stato capace di darlo. Dopo la trasmissione molti sono stati quelli che sui social hanno espresso solidarietà al ministro dimissionario e lo hanno definito ammirevole e coraggioso, altrettanti però hanno anche ricordato quando era lui a fare da carnefice nei confronti di categorie che mal sopportava e su cui esprimeva il suo disprezzo. Questi ultimi gli hanno augurato “di aver capito la lezione”.

Tutta la vicenda dice che nessuno dei personaggi coinvolti ha capito che il corpo è solo l’apparenza di cui veniamo dotati, al momento della nascita, per vivere e mostrarci agli altri, per avere con loro delle relazioni, per dare significato alla nostra vita. Non hanno capito che la nostra sostanza è dentro ed è da lì che deve provenire la nostra bellezza ma il problema è che, spesso, questa proprio non c’è…

Gloria Zarletti

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