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Il bronzo di Hypnos, la divinità benigna con i mortali

di | 2021-03-12T20:13:55+01:00 14-3-2021 6:20|Cultura, Sezione 5|0 Commenti

PERUGIA – Lo trovò, in mezzo ad un fosso nei terreni della famiglia Bonucci – così almeno raccontò – un contadino di Civitella d’Arna, paesino alle porte del capoluogo umbro, a poche centinaia di metri dalla riva sinistra del Tevere. Una splendida testa, in bronzo, di Hypnos, figlio della Notte e fratello di Thanatos. Ma contrariamente al germano, dio della morte, per nulla simpatico ed amichevole, Hypnos faceva parte delle divinità benigne della popolosa cosmogonia del mondo antico. I romani lo chiamavano Somnus e lo ritenevano amico dell’umanità intera in quanto regalava ristoro dopo le fatiche dei campi e gli orrori della guerra ed alleviava il dolore. Ed anche perché prediceva il futuro.

Già nell’antico Egitto esisteva e veniva coltivata l’interpretazione dei sogni – basta scorrere le pagine della Bibbia che parlano di Mosè – anche se Sigmund Freud era di là da venire. Attributi di questa divinità, minore ma molto venerata, la verga ed il papavero. La scoperta risale al 1852, quando l’Umbria apparteneva allo Stato Pontifico e sul trono di Pietro sedeva Pio IX (Giovanni Mastai Ferretti). Quattordici anni più tardi, ormai sotto il Regno d’Italia e mentre si combatteva la terza guerra d’Indipendenza, il reperto venne ceduto per duemila scudi, ad un antiquario di Roma, tal Castellani. Nel 1868 Hypnos campeggiava già esposto in una teca del British Museum di Londra, con sicura soddisfazione della regina Vittoria. E lì ancora si trova, purtroppo per noi, per sempre.

Tuttavia gli arnati, cioè gli abitanti di Civitella – pochi ma attivi, volonterosi e profondamente legati alle proprie radici – hanno dato vita ad un interessante Antiquarium, in cui tra i reperti in mostra spicca, copia in gesso, la magnifica testa di Hypnos. Il manufatto é alto più di 20 centimetri. Il dio viene rappresentato con lo sguardo rivolto verso il basso, con una benda sui capelli e con l’ala sulla tempia desta (quella di sinistra é andata perduta prima del rinvenimento). Gli studiosi sostengono si tratti di una copia eseguita in epoca romana di un originale greco (si parla di Prassitele) del IV secolo aC. Evidentemente ad Arna – in cui prima della romanizzazione, pur trovandosi sulla riva sinistra del Tevere, vivevano gli etruschi, come a Bettona e a Todi o comunque l’influenza etrusca si faceva sentire in maniera nettissima – esisteva un tempio dedicato a questo dio. O, magari, quest’opera era ospitata in un tempio, come quello dedicato alla Fortuna Bona, di cui nel territorio, sono state ritrovate numerose iscrizioni.

I reperti in bronzo relativi ad Hypnos non sono frequenti. Uno si trova a Vienna, un altro a Lione. Per chi non ha modo o possibilità di raggiungere Londra, per ammirare il suggestivo originale, una visita all’Antiquarium di Civitella d’Arna rappresenta un’ottima soluzione. Tra l’altro vi sono esposte anche altre belle ed interessanti curiosità archeologiche.

Elio Clero Bertoldi

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