ROMA – I medici di base stanno diventando oramai “introvabili”, in diverse zone sia del Nord che del Sud Italia sono quasi “scomparsi”. È inquietante lo spaccato che viene offerto dal X Congresso interregionale della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) di Abruzzo, Marche, Molise, Umbria, che si è tenuto a Colli del Tronto (Ascoli Piceno). Secondo i dati forniti, infatti, alcune aree di queste regioni sono completamente senza medici di Medicina generale. Secondo il Congresso, l’attesa riforma delle Case di comunità “rischia di non risolvere il problema”.
Le informazioni condivise dalla Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie mostrano come fuori dalle grandi città il medico di famiglia sia ormai diventato, quantomeno in diversi casi, una figura difficile da trovare. E ci sono delle aree interne, alcuni piccoli comuni e comunità montane che ne sono attualmente già prive: la situazione è particolarmente critica, come detto, in alcune zone di 4 Regioni – Abruzzo, Marche, Molise, Umbria – che sono già rimaste senza medici di Medicina generale.
In questo quadro si inserisce l’attesa per la riforma delle Case di comunità che però, secondo la Simg potrebbe non essere risolutiva della situazione. Ciò che serve oggi, secondo quanto dichiarato dal presidente del Congresso Italo Paolini, è “una medicina generale equiparata alla formazione delle altre specialità universitarie, organizzazione, strumenti professionali per diagnosi rapide, personale. La Casa di comunità rischia di riscontrare gli stessi problemi”.
La fotografia rilanciata dal Congresso è molto preoccupate: l’Italia vede in quasi ogni regione una riduzione dei medici di famiglia, ma è nell’Italia centrale che si registrano le maggiori criticità. Queste regioni infatti si caratterizzano per aree interne spesso difficili da raggiungere, zone montuose, comuni piccoli, e dal punto di vista della Medicina generale questa situazione implica che lo stesso medico debba coprire città che distano anche un’ora l’una dall’altra, con la possibilità di sostenere solo un numero limitato di visite ogni giorno. Un limite di non poco conto, visto il contesto locale che in queste regioni vede un elevato numero di anziani che si appellano proprio alla Medicina generale per le loro esigenze.
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