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Gli alimenti essenziali da riscoprire, produrre e consumare

di | 2025-02-19T19:17:04+01:00 23-2-2025 0:20|Enogastronomia, Sezione 5|0 Commenti

RIETI – “Nutrire in pace, presente e futuro di alimenti essenziali. Produzione e consumo”: il libro è edito dalla Fondazione ICU (Istituto Consumatori e Utenti) di Tito Cortese, scritto da Marinella Correggia, giornalista, scrittrice, pacifista, presentato nella sede dell’associazione Postribù, la Casa dei Popoli di via Carocci a Rieti. Il volume rientra nel progetto Aimanis, che sostiene attività ispirate a principi che ritiene inseparabili: pace, ecologia planetaria, rispetto dei viventi, giustizia sociale e internazionale, liberazione dalla fatica. La serata è stata coordinata dalla giornalista Paola Cuzzocrea.

Marinella Correggia

ICU è una piccola Fondazione che dà voce ai consumatori pubblicando libri, non ha molti mezzi per spedire singole copie, chi è a Rieti può prenotarlo a post.tribu@gmail.com, ritirarlo al raggiungimento di un certo numero, organizzare presentazioni con l’autrice. Il costo è di 8 euro, interamente devoluto a progetti in Africa e India, come il lavoro di padre Flavio Pante, missionario della Consolata a Bayenga, nella Repubblica democratica del Congo: piantumazione di frutteti e realizzazione di orti insieme ai Pigmei e ai Bantu, interventi contro la malnutrizione infantile grazie alla coltivazione di semi oleosi e legumi, valorizzazione delle erbe medicinali.

Guerre, cambiamenti climatici, agricoltori, braccianti sfruttati, biodiversità sconvolta, terre agricole esaurite e “sotto la guerra, fame”, perciò più braccia per la pace e per la terra: nutrirsi e vivere in pace sono diritti e doveri fondamentali. Le guerre sconvolgono territori, popolazioni, i contadini sono le prime vittime, le multinazionali si spostano, la foresta avanza, le strade, come in Congo, cessato il traffico dei camion, si restringono. Con le popolazioni locali Padre Flavio ha introdotto la pratica di seminare papaie, avocado, caffè, erbe medicinali, alberi “i nostri verdi fratelli silenziosi”.

Le lenticchie d’acqua

Le guerre uccidono anche la biodiversità: nei decenni della guerra in Afghanistan, nelle provincie di Herat e Bagdhis, si è dimezzata la grande foresta naturale di pistacchi. Nel libro di Marinella Correggia si riflette su quanto sta accadendo, si scoprono nuove possibilità, aziende che producono artigianalmente, nel rispetto della natura, no ad allevamenti intensivi, privilegiando le quattro famiglie vegetali: legumi, cereali non omologati, frutta a guscio con proteine dagli alberi, semi oleaginosi. “Ragionare su quel che si mette nel piatto diventa un fatto agricolo, ecologico, etico, salutistico e politico. Purché le istituzioni sostengano lo sforzo” scrive Marinella che analizza i circoli viziosi, le tante facce della malnutrizione mondiale.

Spiega infatti che “nel 2023, secondo le agenzie Onu, le persone denutrite sono state oltre 700 milioni, in aumento rispetto al 2019. In Africa affronta la fame oltre il 20% della popolazione. Dall’altra parte del mondo l’obesità, la globesity, di un miliardo di persone, come riporta l’Oms. Nel 2023, secondo il rapporto globale sulle crisi alimentari, 282 milioni di persone in 59 paesi e territori hanno sofferto di insicurezza alimentare acuta, in 20 paesi per conflitti armati, in 18 paesi per eventi meteorologici estremi”. Senza andar tanto lontano, in Italia è tornato lo schiavismo in agricoltura, con lo sfruttamento dei braccianti stranieri: Rosarno nel 2010, Satnam Singh lasciato morire accanto al braccio reciso lo scorso anno.

Paola Cuzzocrea

Nella filiera intensiva, la sociologia li definisce i lavori delle “5 P”: pesanti, pericolosi, precari, penalizzati socialmente, poco pagati. Poi c’è la competizione tra cibo e mangimi: tre quarti delle terre agricole sono per produrre mangimi e per il pascolo, fitofarmaci e insetticidi stanno dimezzando api e uccelli: “Nel 2023 si è registrato il 36% in meno di Allodole, Rondini, Averla piccola, Passera d’Italia, Torcicollo, Calandro, Saltimpalo, mentre aumentano i corvidi dannosi”. Spreco alimentare, imballaggi, conflitto diretto tra agricoltura contadina e quella industriale: i contributi europei favoriscono la concentrazione dei terreni a scapito delle piccole fattorie. Anche l’itticoltura sta producendo i suoi danni. Il singolo può fare la differenza cambiando abitudini quotidiane, modificando la domanda di mercato.

Riscoprire le specie Nus (Neglected and underutilized species), ancora nelle mani di produttori indigeni e rurali, come l’albero del pane Artocarpus altilis, il castagno, la famiglia della frutta a guscio (noci, mandorle) e i parenti stretti come lino, girasole, papavero, zucca, sesamo, poi miglio, sorgo, lupini, cicerchie, legumi (incluse le arachidi), la lenticchia d’acqua che cresce nei fontanili. La lunga ricerca di Marinella Correggia racconta piccole storie vere, mostra le buone pratiche da seguire, elenca diverse aziende e cooperative, una nicchia da scoprire e valorizzare, come Assocanapa: la canapa come cibo, farmacopea, edilizia, cura terreni inquinati a Carmagnola, Il Forno sociale e di comunità di Vincenzo a Eboli, i castanicoltori di Slowfood, i raccoglitori urbani solidali a Roma con l’associazione Linaria, solo per citarne alcuni.

Si scopre anche la cucina solare con il ‘Kimono’ di Matteo Muccioli, ingegnere di Rimini e l’associazione italiana cucina solare (Aics), fornelli solari a parabola, a scatola, pieghevoli, i tutorial aicucinasolare.org; solarcooking.fandom.org. Realtà significative, simboli di speranza, con la riscoperta dei lupini, dei pinoli, pistacchi, la biblioteca del grano a Caselle in Pittari (Salerno). Spazio anche per ricette veloci e salutari, riciclo pane raffermo, cracker di lenticchie, farinata di ceci, schiacciata di farina di legumi con erbe di campo, dolci, salse e condimenti: oltre a olio e aceto, c’è il lievito alimentare in scaglie (da non confondere con il lievito di birra), per un ‘inaspettato sugo’ per la pasta corta (mescolare tre cucchiai di lievito alimentare, un cucchiaio di salsa di lenticchie o ceci, olio, un po’ di acqua per emulsionare).

Marinella Correggia e Paola Cuzzocrea

Maionese vegetale: unire il lievito alimentare a capperi tritati, succo di limone olio e sale. Un buon pesto ricco di Omega 3 con gherigli di noce schiacciati, erba portulaca tritata (è infestante, si trova facilmente), olio, cipolla e sale. Pesti selvatici: unire a piacimento mandorle, noci, pinoli, nocciole pistacchi con foglie di malva o di finocchio selvatico, poca menta, eventuale aglio, aggiungere olio e sale. Dolcetti crudi del paradiso terrestre (in foto): tritare frutta a guscio (quella che abbiamo), semi oleosi (quelli che abbiamo), frutta essiccata (fichi, albicocche, pere, ciliegie), indispensabile l’uvetta che amalgama, limone o arancia biologici, fare delle palline e avvolgerle in farina di castagne.

Francesca Sammarco

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