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“Gassa d’amore”, Mina torna a splendere

di | 2024-11-27T09:27:48+01:00 24-11-2024 0:35|Sezione 4, Spettacolo|0 Commenti

MILANO – «È ancora contemporanea, nonostante abbia iniziato la sua carriera a 18 anni con “Il cielo in una stanza”. Quando chiuse la stagione della televisione, il suo percorso andava in altre direzioni e aveva bisogno di collaboratori e musicisti intelligenti e capaci che si sono messi a sua disposizione». È l’esternazione di Massimiliano Pani fatta alla presentazione del nuovo progetto discografico “Gassa d’amore” di sua madre Mina, in uscita da venerdì 22 novembre. «Sulla copertina c’è leiche fa la folena di una nave – ha esternato il figlio della cantante – Mina è stata tutto, è stata un’aliena, una culturista, una paperina, una barbuta, una scimmia, qualunque cosa è stata da quando ha deciso di giocare con la sua immagine e l’ha fatto vent’anni prima di Madonna e trenta prima di Lady Gaga: questa volta è la folena di una nave».

“Gassa d’amante” è un disco sull’amore, che, di tutti i temi trattati, resta quello principale. La gente sa così poco dell’amore, ma Mina, come i grandi poeti, ne sa moltissimo, e ce lo comunica una volta di più, con la suprema virtù di ridare senso e potenza drammatica anche al cliché più frusto della tradizione o della quotidianità: è il messaggio della sua arte, della sua anima, del suo corpo. «Gassa d’amante è un nodo marinaro, il principe dei nodi marinari – ha precisato Pani – È stato scelto come titolo dell’album e ha a che fare con la copertina, che di solito non è nello stile di Mina; il nome di questo nodo marinaro gioca con il doppio senso di amante: chissà se è un nodo marinaro fatto bene, se no si fa questa domanda».

Nelle canzoni di “Gassa d’amante”, da “Non smetto di aspettarti” a “L’amore vero”, “Per dirti t’amo”, “È così che funziona”, “Dispersa” e “Amami e basta”, “Buttalo via” e “Il cuore si sbaglia”, “Senza farmi male” e a “Non ti lascerò” si notano diversità ed eclettismo, e in ciascun brano avviene la più perfetta immedesimazione, una persona che non finge affatto, che non fa il personaggio, ma si rivela nella più singolare autenticità. «Ascoltando la prima canzone del disco “Non smetto di aspettarti”, remake del brano di Fabio Concato, già c’è tutto di Mina – ha sottolineato Massimiliano – Lei non fa che inventare, ogni volta, e anche questa canzone, ogni frase, perfino in ogni lettera dell’alfabeto, diventano sue, inimitabili».

“Senza farmi male” porta la firma di Elisa. «Mina ha scelto questa canzone di Elisa e l’ha fatta sua – ha osservato Massimiliano – Comunque resta Elisa in tutto e per tutto, ma Mina cambia sempre, e se anche mantiene quel che è già stata, perfino lampi della ragazza, tra spontanei zampilli di un sé inossidabile che sta sotto tutte le sue metamorfosi e perdura in un’abilità tecnica e in un vigore sonoro che sbalordiscono». Ad anticipare l’album è stata la canzone “Buttalo via” di Francesco Gabbani. «Mina gioca con i generi e gli stili musicali continua a ricordarci fino a che punto il talento e la libertà siano importanti per affermare la nostra identità – ha riflettuto Pani – È un modello di interprete per i musicisti come modello di coraggio e libertà per i ragazzi della generazione Z».

La grande abilità di Mina è di essere fuori da ogni cliché, da sempre. «Non ama il pezzo da Mina, cerca quello interessante, e il cambio di registro ne fa una grande interprete – ha rivelato Pani – Mina cerca di mettere dentro tante cose, diverse, magari che una parte di pubblico non andrebbe a comprare: il bello è la varietà dei suoi dischi». Mina è forse la cantante che riceve un gran numero di canzoni da autori anche sconosciuti per i suoi dischi. «Brani inediti gliene arrivano tantissimi, 3-4 mila all’anno e ha la pazienza di ascoltarli tutti, l’unica a farlo, li sceglie personalmente per i suoi progetti futuri – ha puntualizzato Massimiliano – La scelta va ai testi meravigliosi in cui ha sempre avuto fiducia: se una canzone è bella la fa e basta, con rispetto di chi l’ha scritta e lei ha il coraggio di proporla. L’hanno sempre massacrata, da quando sono nato io da un rapporto con un uomo sposato».

Franco Gigante

Le foto sono di Mauro Balletti

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