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Energia, i “piani” inutili e i consigli della nonna

di | 2022-09-18T10:00:48+02:00 18-9-2022 6:05|Attualità, Sezione 2|0 Commenti

MILANO – Il taglio delle forniture di gas dovuto al conflitto russo/ucraino e le prospettive non certo confortanti del futuro hanno reso necessario che tutti i paesi, in particolare quelli altamente industrializzati, provvedessero alla redazione di piani di intervento per il risparmio pubblico e privato di energia. Tavoli di esperti, summit di confronto tra i Ministri di nazioni diverse, pubblicazioni di sondaggi e di ricerche approfondite per giungere a conclusioni a dir poco strabilianti ed a suggerire comportamenti definiti, in maniera autoreferenziale, adeguati se non fossero risibili!! Questo è, in sintesi, il decalogo per il privato cittadino: non fare il bagno, ma la doccia di breve durata e quasi fredda, riciclare l’acqua utilizzata pe uso domestico per innaffiare le piantine del proprio balcone, usare lavastoviglie e lavatrici solo a pieno carico e via con altri suggerimenti; quando, solo per fare qualche esempio inerente al nostro stile di vita, occorrono 11.500 litri di acqua per produrre 1 kg di carne rossa, 2.700 litri per una maglietta e per un paio di jeans si sfiorano i 10 mila litri.

Per il settore pubblico, invece, si stabilisce di regolare oculatamente i gradi sia per il riscaldamento che per il raffreddamento degli ambienti, di spegnere le luci dei monumenti e degli uffici (in assenza del personale), di utilizzare mezzi pubblici elettrici, di sostenere le aziende cosiddette energivore ed altre illuminate norme. Ci si chiede stupefatti quali specifiche competenze abbiano questi mega-esperti, quali studi li sostengano per formulare tali piani. Quelli che hanno una “certa età” hanno già appreso queste norme di vita dai loro genitori: nessuno avrebbe messo via dei jeans semi-nuovi, perché “della vecchia collezione”; nessuno avrebbe mai fatto andare il camino al massimo ed indossato in pieno inverno una t-shirt, mentre fuori nevicava o avrebbe mai buttato del pane o non riutilizzato del cibo avanzato.

Questi principi comportamentali erano espressione del valore che si dava al danaro ed alla vita, del rispetto verso gli altri e verso l’ambiente in cui si viveva, senza sprechi inutili e senza ostentazione vana di ricchezza e beni superflui. Si celebrava perfino negli stessi tempi, mentre le entrate/uscite economiche delle famiglie erano lontane anni luce da quelle attuali, la giornata del risparmio. Si potrebbe, tuttavia, essere tacciati di oscurantismo, di essere retrogradi “laudatores temporis acti” (coloro che lodano il tempo passato, “Ai miei tempi”), meglio allora leggere attentamente le nuove regole e capire quanto esse siano l’espressione più tangibile della qualità e del livello della politica attuale e della sua totale mancanza di una intelligente lungimiranza che avrebbe dovuto portare, in tempi ben più lontani e senza attendere la drammaticità cogente del momento, a delle programmazioni strutturate a medio e lungo termine, a dei “piani seri” di prevenzione e rispetto degli equilibri della Terra: insomma a tutta una serie di comportamenti pubblici e privati più responsabili, ecosostenibili per la salvaguardia del pianeta e per l’obbligo morale che abbiamo nei confronti delle generazioni future.

Ben a ragione Greta Thumberg, prima di lei già tutti i movimenti verdi ed ecologisti, ha protestato contro il governo svedese, ma in fondo contro tutti i governi, con la manifestazione “Skolstrejk för klimatet” (Ssciopero della scuola per il clima), disertando le lezioni per ricordare ai grandi della Terra che non basta firmare gli accordi, bisogna poi conseguentemente e rapidamente mettere in atto le misure prese e per rimproverare loro il solito, reiterato, vecchio quanto ininfluente “bla, bla, bla”. Ben prima del conflitto russo/ucraino nell’Enciclica “Laudato si’” del 2015,  Papa Francesco aveva sollecitato tutti i paesi ad impegnarsi insieme a risolvere i problemi della “casa comune” per raggiungere obiettivi quali ad esempio un’agricoltura sostenibile e diversificata, forme rinnovabili e il meno possibili inquinanti di energia, tutela delle risorse forestali e marine, accesso per tutti i popoli all’acqua potabile. Ricordava il Pontefice che abbiamo bisogno di speranza e di coraggio, ma soprattutto che “un mondo interdipendente non significa unicamente capire che le conseguenze dannose degli stili di vita, di produzione e di consumo colpiscono tutti, bensì, principalmente, fare in modo che le soluzioni siano proposte a partire da una prospettiva globale e non solo in difesa degli interessi di alcuni Paesi”.

“Laudatu si’, mi Signore, cum tucte le Tue creature”, scriveva nel XIII secolo San Francesco (“Laudes Creaturarum”) lodando Dio ed il creato ed evidenziando un senso di armonia fraterna con gli elementi naturali, quasi a voler invitare gli uomini di qualsiasi periodo storico a prendersi cura della loro casa planetaria. In fondo l’ecologia (οἶκος: casa; λóγος: discorso) ha in sé un certo senso di spiritualità e pertanto, al di là delle scelte religiose personali, può essere condivisa da tutti; oggi negli Stati Uniti St. Francis è il santo dei Verdi (the Greenies), oltre che l’apostolo della povertà e dell’umiltà.

Adele Reale

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