Energia per molti decenni, forse addirittura secoli, senza produrre emissioni nocive e a costi tutto sommato limitati. Avviene in Finlandia, precisamente nella città di Vantaa (poco più di 240mila abitanti) a poca distanza dalla capitale Helsinki, il cui aeroporto infatti ha sede proprio lì. Da quelle parti, dove il clima non è propriamente mite, è stato realizzato un nuovo mega impianto che potrebbe addirittura portare il Paese nordico verso la neutralità carbonica già entro il 2030.
Si sfrutta, come peraltro avviene abbastanza abitualmente in diverse zone del pianeta, la geotermia, cioè il calore prodotto naturalmente dalle profondità della Terra trasformandolo in energia. Una fonte praticamente inesauribile. Il metodo di funzionamento delle centrali geotermiche è concettualmente assai semplice: acqua bollente e vapore salgono attraverso gli strati rocciosi verso la superficie, dove vengono “catturati” dai pozzi geotermici e azionano una turbina. Così l’energia viene trasformata in energia meccanica di rotazione, che a sua volta diventa energia elettrica e viene quindi trasmessa al trasformatore e infine immessa nella rete.

La città di Vantaa, in Finlandia
Il giacimento garantirà alla Finlandia energia pulita per un tempo molto ampio (potenzialmente infinito) e contribuirà notevolmente all’abbassamento delle emissioni di CO2 (anidride carbonica). Secondo la società che gestisce la centrale, infatti, le emissioni di carbonio sono inferiori del 95% rispetto a quelle generate dai combustibili fossili (petrolio, gas, carbone).
Con tre pozzi profondi 800 metri, l’impianto di Vantaa può produrre 2.600 megawatt di energia elettrica all’anno e circa 1.400 MWh di calore. Più o meno l’equivalente di 35 pozzi geotermici tradizionali. L’energia geotermica, inoltre, è molto più stabile rispetto a quella solare o eolica e consente una continuità quotidiana, non garantita invece dalla luce solare e dal vento. Permette infatti di immagazzinare calore ed energia anche in inverno, periodo in cui, in un Paese come la Finlandia, i consumi sono elevatissimi. Non solo, Vantaa avrà anche l’impianto di stoccaggio di energia termica stagionale più grande al mondo, ricavato all’interno di tre grandi caverne, larghe circa 20 metri, lunghe 300 e alte 40, mentre il fondo delle caverne sarà a 100 metri sotto il livello del suolo. Le caverne di stoccaggio hanno un volume totale di 1.100.000 metri cubi, fisicamente grande quasi quanto due volte il Madison Square Garden di New York. La capacità termica totale dell’accumulo di energia termica è di 90 gigawattora, che suddivisa in unità energetiche più piccole, equivale a 1,3 milioni di batterie per auto elettriche.
“L’Italia ha un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che si stima tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente. Vale a dire, tra i 5.800 e i 116mila terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora”. Basta leggere il sito di Enel per ottenere questa strabiliante affermazione. In sostanza, da questi dati si evince che basterebbe estrarre una piccola quantità di quell’energia per soddisfare tutta la domanda interna. Eppure questa fonte energetica presente in diverse regioni, ricche di sorgenti naturali di acqua calda, ha un ruolo marginale, nonostante a Larderello, in Toscana sia stato costruito il primo impianto geotermico al mondo. L’Italia, dunque, può vantare enormi conoscenze e competenze (ci sono una trentina di piccoli impianti sparsi sul territorio), ma solo la Toscana – ad oggi – fa la differenza in termini di bilancio energetico.

La centrale geotermica di Larderello
Sebbene l’energia geotermica offra un vasto potenziale, esistono però ostacoli importanti da superare. Il primo dei quali è la perforazione profonda, essenziale per accedere ai giacimenti geotermici, al momento ancora poco sviluppata. Anche l’impatto ambientale, l’analisi dei costi e la sostenibilità a lungo termine richiedono ulteriori indagini. Ciò nonostante, però, l’innovazione finlandese potrebbe aprire la strada ad altri Paesi. Ad esempio, la società francese CGG (Compagnie Générale de Géophysique-Veritas) sta esplorando progetti geotermici simili, tra cui uno nel Mare del Nord. La consistenza dell’energia geotermica e il suo basso impatto ambientale la rendono un elemento chiave nella lotta al cambiamento climatico. Rispetto all’energia solare o eolica, che dipendono dalle condizioni meteorologiche, l’energia geotermica è disponibile tutto l’anno.
Il progetto finlandese dimostra comunque che questa risorsa può fornire energia affidabile e rinnovabile, riducendo al contempo in modo significativo le emissioni di carbonio. Insomma, un segnale di speranza per un futuro sostenibile non solo in Finlandia.
Buona domenica.
Argomento molto interessante e ben curato. Sarebbe ora che anche in Italia si cominciasse a pensare seriamente ad una soluzione a impatto zero nell’atmosfera. Ma chissà saranno pronti i nostri governanti ad affrontare un simile problema? Purtroppo ho i miei dubbi.