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Da Cuba in Italia: il (triplo) sogno azzurro di Andy Hernandez

di | 2022-09-24T12:33:37+02:00 25-9-2022 6:45|Sezione10, Sport|0 Commenti

PERUGIA – Per inseguire il suo sogno – “Voglio la maglia azzurra!”, ha detto – ha fatto per settimane la vita del senza tetto, del “sans papier”, dormendo letteralmente sotto i ponti. Ora la sua determinazione, così totalizzante, così intensa, forte, sembra aver imboccato la strada giusta. Andy Diaz Hernandez, è un mezzo gigante di 26 anni, alto 1.91 e di 68 chili di peso. Pochi lo conoscono, al momento. Solo gli amanti dell’atletica leggera e del salto triplo in particolare. Cubano di nascita, è fuggito dal suo paese (che lo considera un “disertore”), mentre era impegnato in un tour sportivo in Europa. Una fuga non solitaria, per la verità. E non solo nella disciplina del salto triplo, anche se in questo settore specifico in cui Cuba stava dominando nel mondo con Pablo Pichardo e Jordan Diaz Gortun, tutti e tre sono “scappati”: il primo in Portogallo, il secondo puntando alla Spagna, il terzo, Andy per l’appunto, in Italia.

Quest’ultimo, ospitato da Fabrizio Donato (alla cui porta aveva bussato, mormorando semplicemente: “Ho bisogno di aiuto”), argento nel triplo alle olimpiadi di Londra del 2012 e da sua moglie Fabrizia Spuri, una ex quattrocentista, ha di recente ottenuto un documento di identità, valido fino al 2027, che gli consentirà di spostarsi in Europa per le gare, ma punta deciso al riconoscimento della cittadinanza italiana “per meriti sportivi”. Andy Diaz Hernandez con 17,68 ha stabilito il terzo risultato mondiale della stagione dietro a Pichardo (17,95) e Diaz Fortun (17.87), tuttavia negli appuntamenti della Diamond League ha battuto il connazionale e gli esperti gli riconoscono grandi margini di miglioramento.

Il 18,90 di Bob Beamon è lontanissimo, forse irraggiungibile almeno nei prossimi anni, ma le tecniche italiane e le doti naturali del saltatore, possono condurre l’atleta ben oltre la soglia dei 18 metri. Adesso Andy si sta allenando con la Libertas Unicusano di Livorno e vive in una caserma delle Fiamme Gialle a Castelporziano. Viene seguito in particolare da Andrea Materazzo, dal nutrizionista Carmine Orlandi e dal coach Riccardo Longinari. Salta costantemente i 17.60 e i tecnici sono sicuri che migliorando il “jump” finale i risultati saranno ben più consistenti.

Nel panorama internazionale Diaz aveva fatto irruzione già nel 2014 ai mondiali juniores di Eugene (quarto), quindi agli assoluti di Londra del 2017 (settimo), infine ai Panamericani di Lima del 2019. In questa stagione, prima a Cherzow in Polonia, quindi a Losanna in Svizzera, ha conquistato due ori e, a Parigi, un argento. Insomma, appare un atleta in piena evoluzione e che può regalare molte e corpose soddisfazioni a se stesso, ai colori italiani, agli amanti di questa disciplina. Tra l’altro il prossimo anno sono in programma le Olimpiadi di Parigi. Potrà indossare, in quella circostanza, con tutti crismi della legalità l’agognata maglia azzurra?

Elio Clero Bertoldi

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