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La musica di Nyman può aiutare a guarire

di | 2021-02-19T23:22:37+01:00 21-2-2021 6:40|Sezione9, Spettacolo|0 Commenti

ROMA – “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”: il titolo non è certo invitante, ma non è solo un divertissement musicale, piuttosto l’omonimo testo del neurologo Oliver Sacks, stranamente musicato dal compositore minimalista a tutti noto Michael Nyman, di recente presente come pianista all’Accademia di S.Cecilia a Roma. L’opera, che il 13 febbraio è passata in streaming con link a video trailer, tratta di una rara malattia neurologica, la “agnosìa visiva”, fortemente disturbante, in quanto impedisce al paziente di riconoscere ciò che cade entro il suo raggio visivo. Qualunque cosa colgano i suoi occhi, egli non riesce a ricollegarla agli oggetti vicini, cioè non riesce a cogliere il nesso che lo salderebbe alle cose prossime, lasciando il paziente nel caos mentale.

Il direttore d’orchestra Fabio Maestri

Il compositore Michael Nyman

Eppure il processo che lo ricondurrebbe all’iter normale, pare abbia caratteristiche simili a quelle della realtà musicale, a processi intellettuali in certo modo paralleli. La creazione realizzata da Nyman e ispirata a questa realtà – il cui libretto è stato composto dallo stesso OIiver Sacks, insieme con Christopher Rawlence e Michael Morris – consta di un solo atto con tre cantanti lirici: Elisa Cenni soprano, Roberto Jachini Virgili tenore, Federico Benetti basso.

Connotazione singolare è la compresenza nell’opera di tre istituzioni musicali, cui è affidata l’esecuzione dalla partitura e della parte scenica: la IUC dell’Università La Sapienza, l’EuropaInCanto Orchestra diretta da Fabio Maestri, e Nuova Consonanza. Allestimento scenico e regìa sono di Carlo Fiorini. Il nodo dell’opera attornia il protagonista D. P, affetto dalla predetta patologia. La sua vita è una cecità senza fine, da cui però trova refrigerio nel canto. L’intera opera è un successivo cammino verso il miglioramento. La ritmica vigorosa del compositore Nyman dona al D.P il senso di una possibile guarigione, e la fiducia nel valore taumaturgico della musica.

Paola Pariset

Nell’immagine di copertina, il soprano Elisa Cenni

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