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Claudio Amendola, libro sulla sua gioventù

di | 2024-11-27T09:27:13+01:00 24-11-2024 0:30|Cultura, Sezione 2|0 Commenti

VITERBO – Claudio Amendola, ospite d’eccezione del Teatro San Leonardo di Viterbo per la chiusura del Festival culturale dell’Area Etrusco-Cimina. L’attore ha presentato il suo libro “Ma non dovevate andà a Londra?”, un titolo che racchiude un viaggio nella memoria, omaggiando la figura di sua madre, Rita Savagnone. La serata, organizzata in collaborazione tra il Sisc, la Comunità Montana, il Carramusa Group e Ombre Festival, è stata un vero successo, con il pubblico incantato dai racconti personali e dall’ironia che contraddistingue Amendola. Tra ricordi di famiglia, riflessioni sui valori e spunti autobiografici, il libro si svela come un mosaico intimo e universale.

Un viaggio lontano, un titolo significativo Amendola ha spiegato che il titolo del libro si ispira a un episodio della sua infanzia: un viaggio in Jugoslavia nel 1974, quando aveva solo 11 anni. La madre scelse questa destinazione insolita per mostrargli le difficoltà della vita sotto un regime socialista, preferendola alla Londra degli anni Settanta, allora simbolo di libertà. Con il suo stile ironico, Amendola ha poi svelato: “In realtà, il viaggio era per scappare dalla vittoria dello scudetto della Lazio”.

La battuta ha scatenato le risate del pubblico, dimostrando la sua capacità di stemperare anche i momenti più seri con un pizzico di leggerezza. Tra i momenti più emozionanti della serata, il racconto del rapporto con la madre, descritta come una donna indipendente e anticonformista, che gli ha trasmesso valori come il rispetto, l’umiltà e la forza di carattere. Nel libro, Amendola esplora anche la complessa relazione tra i genitori, entrambi celebri doppiatori, ricordando il loro amore nascosto ma evidente nei gesti e nei momenti condivisi, come durante il doppiaggio di New York, New York.

Un artista generoso e autentico L’atmosfera è stata resa ancora più speciale dal carattere aperto e accogliente dell’autore. Amendola non si è sottratto a nulla: ha firmato autografi, posato per le foto e si è intrattenuto con il pubblico, condividendo risate e battute in un clima di grande familiarità. La sua capacità di instaurare un legame diretto con gli spettatori ha trasformato l’evento in un momento indimenticabile per i presenti. Prima di concludere, Amendola ha annunciato con entusiasmo il prossimo avvio delle riprese de I Cesaroni, una serie che ha segnato un’epoca nella televisione italiana. “Sono estremamente contento, anche se me la faccio addosso…”, ha scherzato, strappando un altro applauso caloroso.

La serata ha rappresentato la degna conclusione di un festival ricco di eventi culturali, portati avanti con passione e impegno da Eugenio Stelliferi, presidente della Comunità Montana, e da Gaetano Carramusa, in collaborazione con il team di Ombre Festival. Un saluto che chiude con successo un’edizione memorabile e lascia già intravedere le promesse per il futuro.

Amendola, con la sua autenticità, ha saputo portare un messaggio di calore umano, emozione e leggerezza, dimostrando ancora una volta perché è uno degli artisti più amati dal pubblico italiano.

Alessia Latini

Le foto sono di Lietta Granato

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