//Il Papa poliglotta che sa parlare ai cuori

Il Papa poliglotta che sa parlare ai cuori

di | 2025-05-09T20:13:15+02:00 11-5-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

L’elezione del nuovo Papa, annunciata con l’antichissimo rito della fumata bianca (nell’epoca in cui le notizie corrono con la velocità della luce…), è stata accolta da una valanga di commenti e prese di posizione per cercare di spiegare come sarà il pontificato di Leone XIV. Si ispirerà al predecessore, proseguendo nel solco della continuità? O darà un’impronta differente? Fatica più che vana perché solo gli atti, e naturalmente le parole, consentiranno di comprendere come il cardinale Robert Francis Prevost intende proseguire i magistero di Pietro. Invece di esercitarsi in improbabili pronostici, destinati a fallire come dimostrano tutte le previsioni puntualmente smentite sul successore di Francesco, meglio dare dunque un’occhiata ai fatti certi.

I tre fratelli Prevost: Robert è il primo a sinistra

Il futuro pontefice, come i suoi fratelli maggiori, Louis Martin e John Joseph, nasce al Mercy Hospital di Chicago il 14 settembre del 1955. I suoi genitori avevano allora 35 e 43 anni e vivevano in una casa di mattoni acquistata nuova nel 1949, con un mutuo mensile di 42 dollari. Il padre Louis Marius aveva origini francesi e italiane (i nonni, infatti, erano immigrati ed erano arrivati negli Stati Uniti all’inizio nel 1900) ed era il sovrintendente delle scuole della periferia sud del Distretto 169 e poi in altre fino alla morte nel 1997; si era diplomato al Central Ymca College nel 1943 e si era arruolato nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale (fu tenente di vascello a bordo di una nave nel Mediterraneo).

Il futuro Papa quando era giovane studente

La mamma Mildred Martinez era di origini spagnole e aveva studiato come bibliotecaria alla DePaul University. La laurea nel 1947 e poi un master in educazione. Aveva due sorelle suore. Tutti ricordano la sua cucina: si dice che fosse così apprezzata dal richiamare molti sacerdoti locali. La famiglia di Papa Leone XIV apparteneva alla parrocchia di Santa Maria dell’Assunzione, ora chiusa, nel quartiere di Riverdale, nella zona sud di Chicago, all’epoca popolata da tante famiglie cattoliche.

Robert Francis studia alla scuola St. Mary of the Assumption nel Far South Side (la zona di Michelle e Barack Obama) e, alla fine della terza media, comincia a frequentare la St. Augustine Seminary High School, gestita da sacerdoti dell’Ordine di Sant’Agostino. Alla Villanova University di Filadelfia nel 1977 si laurea in matematica, conseguendo anche un diploma in filosofia. Nello stesso anno entra nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino, nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Il 29 agosto 1981 emette i voti solenni. Quindi si diploma in Teologia presso la Catholic Theological Union di Chicago. All’età di 27 anni viene inviato dall’Ordine a Roma per studiare Diritto Canonico presso l’Angelicum, la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (in cui studiò anche Karol Wojtyla) dove nel 1987 consegue il dottorato magna cum laude con una tesi dal titolo “Il ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino”.

Robert Francis Prevost, sacerdote agostiniano

Nel 1985 viene inviato nella missione agostiniana in Perù (dove rimarrà con vari incarichi per oltre 20 anni, tanto da acquisire anche la cittadinanza); nel 1999 rientra a Chicago in quanto eletto padre provinciale della relativa provincia agostiniana. Nel 2001 è eletto priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, incarico che ricopre fino al 2013. Il 3 novembre 2014 diventa vescovo e nel 2023 Papa Francesco lo nomina cardinale. Oltre all’inglese, parla correntemente spagnolo, italiano, francese e portoghese, oltre a saper leggere il latino e il tedesco.

Robert con Papa Giovanni Paolo II

Ama giocare a tennis (“Mi considero un buon dilettante”), ma lo ha potuto fare sempre meno da quando ha lasciato il Perù. È stato vescovo di Chiclayo dal 26 settembre 2015, ma precedente e lunga è l’attività missionaria nel Paese. “È un nostro fan” si legge all’ingresso dello stadio dei Chicago Cubs, una delle due squadre di baseball di Chicago, ma il fratello John ha subito smentito dicendo che è invece sostenitore dei White Sox. Oltre al tennis, il nuovo Papa ha affermato che è un grande amante “delle lunghe passeggiate, dell’amicizia e della convivialità”, ma anche “dei libri e dei viaggi, con i quali puoi vedere e apprezzare posti nuovi e diversi”. Ama guidare la macchina e nel calcio è un grande tifoso della Roma. Dopo il successo dei giallorossi sulla Fiorentina, ha esclamato: “La vittoria della Roma è il primo miracolo di Francesco dopo la morte”.

Lo stemma di Papa Leone XIV

Lo stemma di Papa Leone XIV si compone di uno scudo diviso in due settori, ciascuno portatore di un messaggio profondo. Spiega in una nota la Diocesi di Viterbo che “nel lato sinistro, su uno sfondo azzurro, campeggia un giglio bianco stilizzato, simbolo tradizionale di purezza e innocenza. Questo fiore, frequentemente associato alla Vergine Maria, richiama con immediatezza la dimensione mariana della spiritualità del Papa. Non si tratta di un richiamo puramente devozionale, ma di un’indicazione precisa della centralità che Maria occupa nel cammino della Chiesa: modello di ascolto, di umiltà e di dono totale a Dio. Nel lato destro dello scudo, su campo bianco, è raffigurato il Sacro Cuore di Gesù, trafitto da una freccia e adagiato su un libro chiuso. Questa immagine rimanda al mistero del sacrificio redentivo di Cristo, cuore trafitto per amore dell’umanità, ma anche alla Parola di Dio, rappresentata dal libro chiuso che suggerisce come la verità divina è talvolta velata, da accogliere con fede anche quando non è pienamente svelata. È un invito alla fiducia e all’abbandono, alla perseveranza nella ricerca del senso profondo della Scrittura, anche nei momenti di oscurità”.

Papa Francesco con il cardinale Prevost

Il motto scelto da Papa Leone XIV, “In Illo uno unum” – tratto da un commento di Sant’Agostino al Salmo 127 – sintetizza il cuore del suo messaggio: “In Colui che è Uno, siamo uno solo” per spiegare che “sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno”. In queste parole si riflette un ideale di Chiesa unita, pur nelle differenze e nelle tensioni che inevitabilmente la attraversano. Non a caso, nel suo saluto alla Chiesa e al mondo, Papa Leone XIV ha parlato proprio di una Chiesa ponte, chiamata a superare le divisioni, a farsi spazio di incontro, di ascolto e di misericordia.

I fratelli Prevost

Leone XIV è il primo papa appartenente all’ordine degli Agostiniani, sorto nel 1244 dall’unione (promossa dal cardinale Riccardo Annibaldi e sancita da papa Innocenzo IV) delle fraternità di eremiti di Tuscia in un’unica famiglia religiosa sotto la guida di un priore generale e con la regola di sant’Agostino, vangelica ed ecclesiale perché guarda al modello della primitiva comunità cristiana di Gerusalemme. Nel loro comportamento i frati devono procedere con la libertà ispirata dall’amore. È tipica la devozione all’umanità di Cristo e al mistero dell’incarnazione. La patrona dell’Ordine è Maria. I frati agostiniani si dedicano a varie forme di apostolato e sono presenti in tutto il mondo. Al 31 dicembre 2008 l’Ordine contava 448 conventi e 2769 frati (2052 dei quali sacerdoti).

L’unica certezza è che il primo messaggio al mondo è stato più che chiaro e ha richiamato tutti alla necessità e al dovere di cercare con forza la pace, “disarmata e disarmante”,  come egli stesso l’ha definita. Non si può che essere d’accordo.

Buona domenica.

 

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi