RIETI – Dal 2019 la transumanza è patrimonio immateriale dell’Unesco e, nel 2022, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2026 Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori (International Year of Rangelands and Pastoralists). Questa approvazione è il punto di arrivo di un lungo processo, che ha coalizzato a livello globale centinaia di organizzazioni pastorali e di supporto, tra cui l’International Livestock Research Institute (ILRI) e diverse agenzie delle Nazioni Unite. Il Pastoralismo è riconosciuto come “una forma di vita dinamica, connessa a ecosistemi, culture, identità, conoscenze tradizionali ed esperienze storiche diverse di convivenza con la natura, i pascoli sani sono vitali per contribuire alla crescita economica, a mezzi di sussistenza resilienti e allo sviluppo sostenibile della pastorizia”.
La FAO ha facilitato la dichiarazione, poiché i pascoli coprono oltre la metà della superficie terrestre e rappresentano il nostro ecosistema più grande, ma anche il più minacciato. Essi danno sussistenza e sicurezza alimentare a tanti pastori, che forniscono prodotti di alto valore. Negli ultimi 100 anni, i pastori hanno subito l’espropriazione dei pascoli tradizionali, l’interruzione o eliminazione delle tradizionali vie di transumanza, nonostante svolgano un ruolo fondamentale nel mantenimento e nell’aumento della biodiversità, praticando una produzione ecosostenibile, a differenza della zootecnia industriale. I sistemi pastorali hanno una bassa impronta ecologica, richiedono poca energia da combustibili fossili.
Nel 2019 il comune di San Giovanni Rotondo (Foggia) ha sottoscritto un Accordo preliminare di partenariato internazionale tra soggetti pubblici e privati delle Regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio: “Proposta delle Terre Rurali d’Europa – Italia”, interventi strategici per lo sviluppo rurale ed agricolo delle Regioni del Sud Italia per la realizzazione del progetto interregionale “Parchi, Pastori, Transumanze e Grandi Vie delle Civiltà – Parcovie 2030” Recovery Plan.
Carmelina Colantuono ha avuto un ruolo importante nel riconoscimento dell’Unesco per la transumanza come Patrimonio immateriale dell’Umanità e nel mantenere viva la tradizione della transumanza orizzontale insieme alla sua famiglia, la cui attività da 300 anni si svolge sei mesi all’anno in Puglia e sei in Molise. Vive a Frosolone, in provincia di Isernia, ma l’azienda ha una sede anche a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Insieme a decine di mandriani, Carmelina guida a cavallo una mandria di 500 capi di razza Podolica per 180 chilometri, attraversa due regioni, tre province e 40 comuni, tra montagne, fiumi e paesi, dorme sotto le stelle, accende il fuoco, ma non è un film western, è vita vera, dal Gargano fino alla valle del Biferno.
Partenza con l’ultima luna piena di maggio, percorrendo tra i 50-60 km al giorno, viaggiando nelle ore più fresche. Se non ci sono imprevisti, l’arrivo ad Acquevive di Frosolone è previsto in cinque giorni. La transumanza delle Masserie della famiglia Colantuono è diventata un rito collettivo (la gente arriva anche dall’estero), fermato per cinque anni solo dal Covid e dalla brucellosi, ma quest’anno si farà e sarà possibile tornare ad aggiungersi alla carovana: a cavallo, e-bike, o in macchina (in questo caso seguendo le strade statali che intersecano i tratturi). Organizzare la transumanza oggi è più complicato, oltre alla Asl bisogna avvisare tutti gli enti coinvolti dal passaggio, richiedere autorizzazioni, accordarsi con le forze dell’ordine per la scorta, rispettare gli orari. I tratturi sono interrotti da strade, centri abitati, costruzioni e in questo caso bisogna bloccare il traffico, ma i disagi sono ben accetti, perché l’attraversamento di 500 mucche imponenti offre uno spettacolo unico, la popolazione si sente coinvolta, offre da mangiare e legna per il fuoco.
La prossima sfida di Carmelina è salvare i tratturi, le “autostrade verdi”, ben visibili dall’alto, nei tratti ancora integri nelle aree meno popolate del Molise, quelli larghi 111 metri, come previsto dalla legge ‘Regia’ di secoli fa. Nel 2024 è stata formalizzata l’adesione del Comune e della Pro loco di Fiamignano (nel Reatino) al partenariato internazionale del programma Terre Rurali d’Europa per lo sviluppo territoriale integrato e Piano di salvaguardia della transumanza Unesco. L’adesione è finalizzata alla costituzione di un partenariato pubblico e privato tra comuni, enti, imprese, associazioni, per individuare gli interventi necessari, progettazione e realizzazione delle infrastrutture, gestione dei beni e servizi, per il piano di sviluppo rurale integrato, lungo i percorsi delle transumanze laziali, a cominciare da quella dall’altopiano di Rascino all’Agro Romano, presentata quest’anno all’Arsial.
Nel 2021 è stata stipulata la convenzione tra Fondazione Ets Popoli e Territori e l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Mic, museo nazionale arti e tradizioni popolari, museo della civiltà per la realizzazione di un programma di eventi e mostre a tema. In occasione dell’anno internazionale dei pascoli e dei pastori del 2026, Piero Orlando, referente della Fondazione, ha proposto la rievocazione della transumanza orizzontale dall’altopiano di Rascino fino all’Appia Antica, passando per Carsoli, Subiaco, Valle dell’Aniene per vivere un turismo esperienziale, con eventi culturali, gastronomici, Bushcraft camp (esperienza di sopravvivenza outdoor), spirituali, sulle orme di Santa Chelidonia, nata a Poggio Poponesco nel comune di Fiamignano, vissuta in eremitaggio a Subiaco, di cui è la Patrona.
Francesca Sammarco
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