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Vacanze in camper? Una vera e propria filosofia di vita

di | 2020-08-28T13:46:52+02:00 30-8-2020 6:25|Attualità, Sezione 6|0 Commenti

FIRENZE – Libertà, scioltezza, innumerevoli emozioni: un’esperienza unica che permette, spendendo veramente poco, di avere la propria casa su 4 ruote e di potersi spostare praticamente dappertutto. Sicuramente, un fatto abbastanza strano per chi è abituato alle vacanze in albergo. Può essere impegnativo, perché è più che risaputo che in camper non c’è la colazione a letto ed è il “camperista” a dover caricare non solo viveri e oggetti, ma anche l’acqua (i camper sono dotati di serbatoi) e scaricare le acque “grigie” (cioè quelle usate nei lavandini e per la doccia) e quelle “nere” (quelle usate per il WC): è forse questo il prezzo della sensazione di non avere vincoli di alcun tipo?

Sono piccoli, forse legnosi, fragili, ma appena varcata la soglia dell’indipendenza si riscopre un monolocale pronto ad assistere ogni piccola esigenza, con letti a castello, matrimoniali, cucine degne di Masterchef con più di 2 fornelli e addirittura forno e frigorifero con congelatore. Non temono nulla i camper, nemmeno valige colme di abiti e costumi da bagno, e se arriva la necessità di farsi una doccia, è possibile cullarsi tra le note dell’acqua calda, con scelta della temperatura, in uno spazio poco più piccolo della doccia che si ha a casa. La noia è decisamente sconosciuta perché questi mezzi possiedono numerose prese per la corrente elettrica utili a caricare i propri dispositivi ed una televisione pronta ad accoglierci, ma forse è preferibile farsi coccolare dal vento che culla il camper e dal ticchettio della pioggia sul tetto.

Proprio come in una casa non mancano noie e pulizie, è necessario curare il motore, cuore pulsante del mezzo, e al tempo stesso la cellula (ovvero la parte abitabile del camper), spazzare, aspirare, pulire, rimettere in ordine, siliconare, sigillare… Perché l’acqua è il suo punto debole, bastano pochi litri di acqua fuori posto per rovinare il legno che lo compone e, si sa, un legno marcio riduce la qualità e la sicurezza del mezzo, è buona norma stare attenti, in poco tempo si può creare un danno veramente esoso dal punto di vista economico.

In camper, o meglio, autocaravan, non c’è bisogno di prenotare, con la sosta “in libera” basta caricare il necessario e scegliere la destinazione, gli unici limiti sono quelli che il camperista si pone nella propria mente e, ovviamente, i limiti di sosta imposti nel comune in cui si decide di fermarsi, ma è proprio il caso di dire che tutto è possibile quando si sceglie la vacanza in camper. Un autocaravan possiede inoltre un requisito fondamentale: essere dog friendly, e perché no, animal friendly. A bordo di un caravan è possibile portare tutta la famiglia, compresi gli amici a quattro zampe, talvolta esclusi da campeggi e hotel.

La magia del camper non termina nel suo nome, ma include una filosofia che lo scherma a trecentosessanta gradi: quando due camperisti si incontrano per strada è d’obbligo il saluto, e si trovano numerosi gruppi di aiuto, soprattutto su Facebook, perché un camperista non è mai solo, e non è rappresentato dal suo mezzo (vecchio, nuovo, accrocchio o tamarro che sia): ogni camper ha la sua storia ed ogni camperista ha il suo posto in questa grande famiglia.

Boris Zarcone

Nell’immagine di copertina, un camper in sosta.

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