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Bob Dylan e l’amore trovato e… perduto

di | 2024-12-21T11:59:54+01:00 22-12-2024 0:10|Sezione 3, Storie|0 Commenti

PERUGIA – Anche Giacomo Casanova, il più famoso ed iconico conquistatore di donne, lo guarderebbe e tratterebbe con rispetto. Da pari a pari. Figurarsi uno di noi, anonimi “quisque de populo”. Sebbene pure lui, Bob Dylan (classe 1941, origine ebraiche), si definisca “a complete unknown”, insomma “un perfetto sconosciuto” nella autobiografia e nel film che ne è stato tratto e che sarà diffuso anche in Italia, tra pochi giorni, mentre negli Usa viene già proiettato nelle sale. Di relazioni – al di là delle quattro mogli: Sara Lownds, Carolyn Dennis, Pamela Donegan e Dallene Springs – Bob ne ha collezionate a josa. Non manca chi, tra biografi e giornalisti, snocciola una quarantina di nomi di bellezze cadute ai suoi piedi, non in una notte di follie o in una avventura frettolosa, ma per un periodo, sia pure più o meno lungo.

Bob e Suze per le strade di New York

Qui, senza perderci nell’elenco nominativo, troppo affollata la lista per un breve articolo, basterà citare, per tutte, Joan Baez e Francoise Hardy. Pure un “tomber des femme” della sua caratura, tuttavia, ha conosciuto il rifiuto, l’abbandono. Forse del primo vero grande amore, dopo quello della compagna di scuola Echo Helstrom. E la parte più rilevante della storia presenta come sfondo le strade, i locali, i volti della Perugia degli Anni Sessanta. A voltargli le spalle, dopo un periodo di profonda unione e felicità, una ragazza di famiglia italo-americana, Susan Elisabeth Rotolo (1943-2011), figlia di Gioacchino Pietro e di Maria Pezzati, di Piacenza, coraggiosa partigiana durante la fase finale della Seconda guerra mondiale.

Ma andiamo con ordine. Roberto Allen Zimmerman (legalmente Robert “Bob” Dylan dal 1962, in onore del grande poeta Dylan Thomas), nato a Duluth e cresciuto ad Hibbing in Minnesota, contea di Saint Louis, lascia la terra natia dopo i primi passi nel mondo musicale (esordio nel 1959 con chitarra, pianoforte, armonica), per New York. Un viaggio compiuto a vent’anni (1961). Con un bel salto: da una cittadina mineraria alla metropoli, centro vitale, economico e culturale degli Usa. È qui che il musicista conosce e si innamora, di Suze, graziosa e colta studentessa italiana, più giovane di un paio d’anni. A presentarli la sorella maggiore di lei, Carla. I due filano subito col vento in poppa. Bob compone canzoni per la sua fiamma ed insieme compaiono, con lo sfondo del Greenwich Village, sulla foto di copertina, scattata da Don Hunstein, che accompagna il disco “A freewheelin time” (pubblicato nel 1963).

Susan Rotolo

È Suze – che coltiva pittura e conoscenza delle lingue – ad indicargli la strada dell’impegno politico e civile, sebbene abbia solo 18 anni: è infatti cresciuta in una famiglia politicizzata (comunisti dichiarati in un’epoca dominata dalla figura e dall’azione di McCarthy). È Suze che lo accompagna nei teatri e gli consente di conoscere le opere di Brecht. È Suze che diventa la sua musa ispiratrice, quando ancora – forse – il cantante non aveva conosciuto i precipizi dell’alcol e della droga e si divertiva, soprattutto, con il poker. Il diamante grezzo arrivato dal periferico Minnesota, la terra dei 10.000 laghi, si trasforma, sulle rive dell’Hudson, nel folksinger di successo autore, ad oggi, di ben 78 album, Pulitzer alla carriera (2008) e premio Nobel per la letteratura (2016). Per non citare gli altri riconoscimenti appesi alle pareti della sua villa di Malibù, California.

Torniamo a Suze. Nell’estate del 1962 la ragazza decide di venire in Italia e sceglie, per i corsi di lingua, l’università per Stranieri di Perugia. Bob, resta nella “Grande Mela”, ma non resiste alla lontananza e, dopo qualche settimana dal distacco, si fionda in Umbria. Scende da un taxi in corso Garibaldi, davanti alla pensione in cui alloggia la sua fiamma, con in mano un mazzo di rose rosse. Si ferma addirittura in città per qualche giorno, nel quartiere della Conca. Nella sua autobiografia la Rotolo rivela persino che, rimasta incinta nel corso della loro “liaison”, decise di abortire. La loro vicenda sentimentale, però, col tempo si sbriciola, perché Suze ha conosciuto un perugino di nome Enzo, abitante del Borgo d’Oro (rione di Porta Sant’Angelo) e la sua scelta vira su quest’ultimo col quale si sposerà (nel 1972), si stabilirà definitivamente a New York ed avrà un figlio, Luca, guarda caso chitarrista.

Bob Dylan

Suze si spegnerà nel 2011 per un carcinoma al polmone all’età di 68 anni. Lascerà anche un libro di memorie in cui racconta, tra l’altro, della sua “love story” con Dylan. Chissà se questa vicenda significativa, nello sviluppo delle rispettive esistenze dei due protagonisti, avrà trovato una collocazione nel film del regista James Mangold, in cui Dylan viene interpretato dall’attore Timothée Chalamet e che incentra la propria attenzione negli anni che vanno tra l’approdo a New York (nell’aprile del 1961) al 25 luglio del 1965 quando l’artista si esibì a Newport, Rhode Island, in un concerto di importanza primaria nella carriera del cantautore statunitense. Proprio nell’arco temporale di quell’amore trovato, vissuto e… perduto. Mutuando il titolo di un componimento musicale dello stesso Dylan: “Se ne va nel vento” (Blowin’ in the wind).

Elio Clero Bertoldi

Nell’immagine di copertina, Bob Dylan con Susan (Suze) Rotolo

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