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Binorto, dove le uova sono una passione

di | 2025-03-20T23:57:46+01:00 23-3-2025 0:05|Enogastronomia, Sezione 2|0 Commenti

CITTADUCALE (Rieti) – Bianche, rosse, grigie, ornamentali di razza Araucana che fanno le uova con sfumature di celeste, anarchiche che volano sopra la rete elettrificata, equilibriste appollaiate sopra un filo: le galline ovaiole dell’azienda agricola Al Binorto razzolano felici nella terra di nonno Bernardino (Bino), cullate dallo scorrere del fiume Salto, prima che si ricongiunga con il Velino.

Siamo a Ville Grotti, nel comune di Cittaducale, territorialmente al confine con la Valle del Salto. A vegliare su di loro tre donne speciali, che durante la pandemia hanno pensato di condividere un progetto di rinascita, realizzando un sogno: “Facciamo un angolo tutto per noi”. Alessandra (impiegata), Luisella (parrucchiera), Caterina (casalinga) hanno iniziato a studiare, convinte che, come sostiene Paolo Coelho, da loro citato: “Solo la paura di fallire rende impossibile realizzare un sogno”.

L’inizio mette sempre ansia: “Poi se ti impegni tutto è naturale, spontaneo, come se l’avessi sempre fatto – commentano – torni a sentire l’odore della terra, ad ammirare le sfumature che solo un riposo può dare. La semina dell’aglione, dei piselli, delle cipolle e dell’aglio rosso qui al Binorto sanciscono una sorta di rinascita”. Al loro progetto hanno dedicato tutto il tempo libero, risorse ed energie, alternandosi dalla mattina alla sera, dividendosi i compiti. “Non conoscevamo nulla di galline, di pollaio, di granaglie, di aceto di mele o comunque tutto quello che questo fantastico mondo porta con sé. La passione ha sempre un inizio, le sfumature delle uova celesti della araucana, ci hanno subito rapito. La natura ci stupisce, sempre”.

Per prima cosa le informazioni burocratiche con la Asl, poi i consigli e le esperienze di chi è già nel settore e nel 2023 il sogno si è concretizzato. All’inizio erano 5 galline, poi 20, ora ci sono 160 ’piumose’ e tutte sono soffici, pulite, ben nutrite, con il grano rosso (i semi di nonno Bino), un mix di granaglie dei consorzi locali ad alto valore proteico, aglio rosso dell’orto, polvere di zeolite (pietra vulcanica) che assorbe e filtra le sostanze nocive come i metalli pesanti, rafforza la barriera della parete intestinale, polvere di diatomee (resti fossili di alghe unicellulari) insetticida e larvicida contro un’ampia gamma di insetti, aceto di mele che “ha un odore meno forte, che non le disturba”.

Una gallina può vivere 11 anni, per ora sono tutte giovani, poi le ‘vecchiette’ che fanno meno uova, andranno in un recinto separato. Amici, parenti, vicini di casa sono stati i primi clienti, poi la voce che quelle ‘ovette’ (più grandi, più piccole, di diversi colori, con una consistenza decisa e che non odorano di ‘ovigno’), si è sparsa presto. “Il ciclo alimentare è di 28 giorni, le uova sono fresche fino a 9 giorni dalla deposizione, noi le raccogliamo tutti i giorni, le spazzoliamo con cura con una spugnetta abrasiva, le distribuiamo non oltre i due giorni. Prossimamente faremo anche l’analisi biologica in laboratorio per conoscere il valore nutrizionale”.

Le confezioni di cartone, da 6 o da 12, hanno una grafica personalizzata, con bigliettini scritti a mano con la data di deposizione, scadenza consigliata, scadenza ultima, insieme all’identificazione dell’azienda e ai recapiti social (Instagram e Facebook), un’aforisma di Oscar Wilde “Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio”. La Panda rossa che va in città per le consegne su ordinazione è diventata la ‘Pand’ovo’. Le piumose hanno sempre erbette fresche a diposizione e quando è stato tutto razzolato, la recinzione viene spostata nel campo accanto.

I tuorli possono essere di vari colori, che vanno dal giallo pallido all’arancione intenso, a seconda di cosa mangiano. Determinanti per il tuorlo intenso sono i carotenoidi, pigmenti naturali presenti in molte piante, in particolare nei vegetali a foglia verde, nei mais e nelle carote. Se una gallina consuma alimenti ricchi di carotenoidi (come il mais o la verdura verde), il tuorlo avrà una tonalità più intensa, tendenzialmente arancione. Non c’è una differenza significativa tra uova con tuorli più chiari o più scuri in termini di valore nutrizionale: la principale differenza è estetica, anche se alcuni consumatori preferiscono tuorli più scuri pensando che siano più saporiti.

La differenza la fa il sole, gli spazi in cui razzolare liberamente, il cibo di alta qualità, la verdura che viene integrata giornalmente, l’acqua sempre fresca. Ultimamente la produzione si è allargata al mais, la farina per la polenta viene macinata in un antico mulino a Barete e sono arrivati pomodori e verdure. Anche qui l’uso di prodotti naturali come l’aerolite, un tipo di meteorite pietroso ricco di silicati, che trattiene l’acqua in maniera graduale. Per Pasqua al Binorto si stanno preparando cestini di color pastello con piccole decorazioni, con le ovette delle piumose e ovette di cioccolata.

In soli due anni l’azienda ha partecipato a manifestazioni come quella di Slow food a Tivoli, la sagra del pizzutello, la festa della castagna a Roccaranieri, iniziative dell’associazione Micciani Unita e si confronta con altre piccole aziende locali: “Sostenere il territorio è amare prima di tutto quello che si fa concretamente. Ci siamo ritrovate determinate e appassionate, stanche e felici di quel poco che stiamo imparando. Come spugne abbiamo ascoltato e tentato, perché solo con gli sbagli si può crescere, conoscere, confrontarsi, imparare da altre realtà della nostra magnifica terra”.

Le uova hanno 4 codici di categoria: 0 biologico senza Ogm, 1 libere all’aperto (la categoria del Binorto), 2 allevate a terra (ma non libere), 3 allevate in gabbia. Alla gallina equilibrista sul filo, Alessandra dedica queste riflessioni: “Sapessero reggersi come voi su di un filo le persone, senza cadere e trovarsi in mille pezzi. Sapessero aggrapparsi, le persone, alla vita così intensamente ad un ramoscello che attende, timidamente, arrivi la primavera. Sapessero attendere spavaldamente su quel ramoscello, incuranti di tutto, le persone. Stamattina il richiamo non l’ho volutamente dato, mi sembrava irrispettoso per te che hai scelto quel ramoscello per avere una prospettiva differente sul pollaio. Oggi tu hai scelto di dominare ed io ho lasciato semplicemente fare. La natura ci insegna il tempo, a scegliere la prospettiva”.

Il prossimo sogno? “Guadagnare la categoria 0, biologico no Ogm, e portare le nostre ovette a Papa Francesco”.

Francesca Sammarco

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