VITERBO – Oltre 140 opere dislocate in due sedi provenienti dal Louvre di Parigi, Metropolitan Museum of Art di New York, National Gallery di Washington, Musei Vaticani, per non parlare di collezioni private, chiese ed altro: è la mostra “Beato Angelico”, presentata lo scorso 26 settembre, dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dal Museo di San Marco di Firenze. Un attesissimo, quanto imperdibile, appuntamento che omaggia uno degli artisti probabilmente più rappresentativi del patrimonio artistico del Quattrocento e dell’arte pittorica italiana, che avrà luogo fino al prossimo 25 gennaio 2026. 
La mostra vede la collaborazione della Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Museo di San Marco e rappresenta un intenso viaggio nella produzione artistica del Beato Angelico, al secolo Guido di Piero, poi Frate Giovanni da Fiesole, nato a Vicchio di Mugello (nel 1395 circa) e morto a Roma il 18 febbraio 1455. Otto sezioni sia tematiche che cronologiche a Palazzo Strozzi offrono un percorso sulla produzione dell’artista, mentre al Museo di San Marco il percorso presenta i suoi inizi e nella Biblioteca con due sezioni dedicate ad Angelico miniatore ed anche ai codici umanistici.
Beato Angelico, così chiamato per la prima volta da frate Domenico da Corella nel 1469, morì nel convento di Santa Maria sopra Minerva a Roma, mentre i suoi resti mortali si trovano nell’attigua Basilica. La qualifica di ‘beato’, tramandata nel corso dei secoli, gli venne concessa da san Giovanni Paolo II, il 2 ottobre 1982, che successivamente lo proclamò Patrono Universale degli Artisti. Una rassegna notevole a cura di Carl Brandon Strehlke (curatore emerito del Philadelphia Museum of Art), Stefano Casciu (direttore regionale Musei nazionali Toscana) e Angelo Tartuferi (già direttore del Museo di San Marco).
La mostra, nelle due sedi di palazzo Strozzi e del Museo di San Marco, è aperta tutti i giorni fino al 25 gennaio 2026 dalle 10 alle 20 ed il giovedì fino alle 23.
Laura Ciulli

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