A Torre Annunziata (paesone alle porte di Napoli, poco meno di 4omila abitanti), la squadra di calcio più importante ha un nome altisonante: Savoia. Sì, proprio quello della dinastia sabauda che regnò in Italia fino al referendum del 1946. Dunque, il 21 novembre 1908 a Torre Annunziata un gruppo di industriali dei molini e pastifici locali fondò l’Unione Sportiva Savoia. Ciro Ilardi fu il primo presidente e, fra i soci fondatori, c’era pure Willy Fornari che fu il primo allenatore. Insomma, se la cantavano e se la suonavano tra di loro. Come colore sociale fu scelto il bianco, colore della materia prima dell’economia torrese dell’epoca: la farina.

Emanuele Filiberto di Savoia
Ma perché si scelse un nome così impegnativo? E qui le versioni sono diverse. La prima è che quegli industriali vollero rendere omaggio alla casata regnante dell’epoca; un’altra ipotesi vuole che sia stato utilizzato l’incitamento dei soldati sabaudi “Avanti Savoia”, in quanto i soci fondatori avevano fatto parte dell’esercito e combattuto per la Casa Reale. C’è, infine, anche un’ultima possibilità (la meno poetica) e cioè che il nome fu scelto dal luogo in cui era avvenuto l’incontro per far nascere il club: il cinema-teatro Savoia di Torre Annunziata. Come che sia, come simbolo (oggi si direbbe logo) si optò per lo scudo Savoia stilizzato.
Nella storia calcistica torrese, si rammenta un momento particolarmente significativo: nella stagione 1923-1924, il Savoia si laureò campione dell’Italia centromeridionale, ma perse la finalissima per il titolo nazionale contro il Genoa. A guidare i blancos in quella epica sfida il vice presidente Alfredo Giraud, al quale è intitolato lo stadio in cui ancora oggi giocano le gare casalinghe in serie D. Alfredo (classe 1868) era entrato nella Regia Marina con il grado di semaforista di prima classe, ma poi era stato promosso fino a diventare capitano. Molti aneddoti lo riguardano: aveva costruito un gabbia per custodire i palloni e l’abbigliamento sportivo dei giocatori e inoltre tracciava personalmente le linee del campo con il suo bastone. A Torre Annunziata aveva sposato Concetta, dalla quale ebbe cinque figli di cui tre (Raffaelino, Michelino e Giovannino) giocheranno a lungo nel Savoia negli anni Trenta.

Lo stadio Alfredo Giraud di Torre Annunziata
Prima o poi, una società dal nome così glorioso deve fare i conti con la storia e così, dal 23 novembre 2022, diventa presidente Emanuele Filiberto di Savoia, ultimo rampollo della casa sabauda, colui che con esito diverso del referendum sarebbe oggi re d’Italia. Il progetto Casa Reale Holding SpA (quotato alla Borsa di Vienna) attraverso il quale acquisisce il club presenta caratteristiche oggettivamente interessanti: “Perché l’obiettivo è di formare prima di tutto gli uomini del domani dal punto di vista dell’educazione e della cultura. Anche per costruire una strada alternativa al calcio per quelli che non diventeranno mai campioni. Ecco perché abbiamo pensato di tenere esami periodici in sede per testare il livello culturale e l’andamento a scuola di ognuno dei ragazzi. Chi non studia e chi si comporta male, con noi è fuori rosa. E quindi non gioca. Questo è il nostro lavoro. Questa è la nostra missione”.

Il principe Emanuele Filiberto di Savoia presenta il progetto Casa Reale Holding Spa,
Domenica scorsa, gli Under 17 del Savoia hanno affrontato i coetanei del Santa Maria La Carità in un match per il primato in classifica e hanno vinto 3-2, ma al termine della gara in campo è scoppiata una maxi zuffa con calci e pugni che non è piaciuta per niente ad Emanuele Filiberto. “Non appena il presidente della Academy Savoia, Lucio D’Avino, ci ha informato dell’accaduto e ci ha proposto una punizione esemplare – ha dichiarato il “principe” al quotidiano Il Mattino – io e i miei soci, in linea con gli obiettivi della Casa Reale Holding, fondati innanzitutto su un codice etico e sulla formazione dell’uomo prima che del calciatore, abbiamo deciso di trasformare un episodio negativo in un episodio positivo. E così i ragazzi saranno impegnati nella pulizia delle spiagge di Torre Annunziata, dalla zona di Rovigliano a quella denominata della Salera. Episodi del genere specie nello sport, dove bisogna osservare educazione, rispetto per l’altro e disciplina, non devono mai accadere nella maniera più assoluta”.

Lucio D’Avino
“Ho proposto questa punizione alla società coinvolgendo i ragazzi in lavori socialmente utili – conclude il presidente dell’Academy Savoia Lucio D’Avino -. L’obiettivo dell’Academy Savoia è trasmettere valori che possano aiutarli a crescere, prima come uomini e poi come atleti. Valori basati sull’educazione, sul rispetto per i compagni e per gli avversari. Noi, prima di tutto, siamo educatori e come tali abbiamo il dovere di comportarci”. Punizioni esemplari non solo in casa Savoia, perché anche la dirigenza della squadra avversaria ha annunciato che saranno adottati “gli opportuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei responsabili”. Oltre naturalmente alle decisioni del Giudice sportivo: 200 euro di ammenda ad entrambe le società, squalifica di 4 giornate per due calciatori (uno per parte) e altre sanzioni per dirigenti e allenatori.
Non c’è bisogno di aggiungere altro.
Buona domenica.
Nell’immagine di copertina, la rissa tra giocatori al termine della gara Under 17 tra Savoia e Santa Maria La Carità
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