//Ambiente, Spighe Verdi per i Comuni virtuosi

Ambiente, Spighe Verdi per i Comuni virtuosi

di | 2025-07-26T13:32:22+02:00 27-7-2025 1:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Accanto alle Bandiere Blu (che certificano la qualità ambientale delle spiagge e delle località balneari, marine e lacustri), ci sono anche le Spighe Verdi, assegnate a borghi e comuni rurali che puntano sulle buone pratiche ambientali e si impegnano per lo sviluppo sostenibile del territorio e la valorizzazione del proprio patrimonio rurale. A conferire i due riconoscimenti è la stessa organizzazione: la FEE – Foundation for environmental education. L’obiettivo è guidare le municipalità a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità.

Nel rapporto che si crea tra Comune, agricoltori e comunità locale sta il successo di Spighe Verdi, programma flessibile e adattabile per promuovere buone pratiche ambientali in diversi contesti territoriali. Particolarmente importante il ruolo che ha l’agricoltura nella difesa del paesaggio, nella tutela della biodiversità e nella produzione di alimenti di qualità. Il Comune, per ottenere la certificazione e il marchio Spiga Verde, deve autocandidarsi seguendo un protocollo in cui è prevista la rispondenza a criteri contenuti in diverse aree tematiche (acqua, energia, agricoltura, rifiuti, assetto urbanistico, tutela del paesaggio…).

La candidatura è volontaria e gratuita e viene valutata da una Commissione di Valutazione nazionale che riunisce esperti provenienti da diversi enti pubblici e privati. Spighe Verdi ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alla fase di valutazione hanno collaborato diversi enti e istituzioni, tra i quali il ministero dell’Agricoltura, quello del Turismo, il Cnr e l’Arma dei Carabinieri.

Fra i parametri che guidano il programma, lo sviluppo sostenibile, il corretto uso del suolo, la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura. Altri indicatori sono comuni al programma Bandiere Blu: esistenza e grado di funzionalità degli impianti di depurazione, gestione dei rifiuti con particolare attenzione alla raccolta differenziata, valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio, cura dell’arredo urbano e accessibilità per tutti senza limitazioni. Nella X edizione, sono 90 le località rurali che possono fregiarsi del riconoscimento per il 2025, rispetto alle 75 dello scorso anno, con 17 nuovi ingressi e 2 Comuni non confermati (Acquasparta in provincia di Perugia e Pontinia nel territorio di Latina). 

“Il 2025 segna un forte incremento del programma Spighe Verdi – commenta Claudio Mazza, presidente della fondazione FEE Italia -. Ben 17 nuovi ingressi che testimoniano la crescente attenzione delle amministrazioni locali verso uno sviluppo rurale realmente sostenibile. Questo dato, che arriva nel decimo anno del programma, rappresenta un segnale concreto di cambiamento, in cui la gestione del territorio, la qualità ambientale e il benessere delle comunità diventano priorità condivise e strumenti di crescita”.

Il Piemonte è in testa alla classifica con il maggior numero di riconoscimenti (18 in tutto): Alba, Bra, Canelli, Castiglione Falletto, Centallo, Cherasco, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo e poi le 5 new entry (Acqui Terme, Alessandria, il borgo di Carignano e Poirino nel territorio torinese, Chiusa di Pesio e Narzole in provincia di Cuneo). Salgono a 10 le località green della Calabria: i nuovi ingressi Cariati e Villapiana (Cosenza) e Sellia Marina (Catanzaro) e Belcastro, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Trebisacce. Nelle Marche sono 9 i comuni certificati: Grottammare, Montelupone, Senigallia, Numana, Sirolo, Esanatoglia, Matelica, Mondolfo e Montecassiano.

Otto Spighe Verdi per la Toscana (Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Gambassi Terme, Grosseto, Massa Marittima e Orbetello), l’Umbria (Deruta, Gubbio, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi, Trevi) e la Puglia (Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Nardò, Ostuni, Troia). La Campania vanta 7 riconoscimenti: Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Monteforte Cilento e Positano.

Cinque località premiate nel Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Rivodutri, Sabaudia e San Felice Circeo; poi la Liguria con 4 riconoscimenti (Andora, Borgio Verezzi, Lavagna, Sanremo) e la Sicilia che arriva a 3 località (Modica, Ragusa, Vittoria), come l’Abruzzo (Gioia dei Marsi, San Salvo e Tortoreto). Il Veneto è in classifica con 2 comuni rurali (Montagnana e Porto Tolle), come la Basilicata (Nova Siri e Pisticci) e la Lombardia (Ome e Sant’Alessio con Vialone); chiude l’Emilia-Romagna, con Parma.

Ottenere la Spiga Verde della Fee non è soltanto un fiore all’occhiello da appuntare sul gonfalone comunale, ma una certificazione di ottime pratiche che tutelano ambiente e natura. E naturalmente i cittadini. L’auspicio è che tale programma ampli sempre più la sua influenza e spinga le amministrazioni locali a lavorare seriamente per migliorare in tutte le categorie che contribuiscono a colorare di blu le bandiere e di verde le spighe.

Buona domenica.

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