di Jacopo di Ienno classe I B Scuola Secondaria di I grado “Umberto I” di Lanciano
Due settimane fa, insieme alla mia famiglia ed altri amici, siamo stati in vacanza a Cracovia, in Polonia.
La città è molto grande, mi è piaciuta tantissimo, ma ciò che mi ha colpito maggiormente è stato visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.
Forse non è un posto molto adatto per i bambini perché si vivono situazioni troppo forti per via dell’ambientazione molto cupa e triste.
Prima di partire mio padre mi ha spiegato cos’era il nazismo e perché aveva intenzione di portarci lì anche se un po’ ne avevo sentito parlare soprattutto a scuola nel giorno della memoria. Ciò che ho visto e soprattutto ciò che la guida, durante il percorso, ci ha perfettamente spiegato in ogni dettaglio, sicuramente non era ciò che avrei mai potuto immaginare.
Molte cose mi hanno colpito, ma in modo particolare il racconto dei treni colmi di persone innocenti e soprattutto bambini spaventati e inconsapevoli di ciò che gli sarebbe accaduto. Mi ha impressionato vedere la quantità immensa di fotografie di volti di persone decedute lungo un corridoio lunghissimo con una musica di sottofondo tetra e profonda per poi entrare nelle varie casette dove vivevano i deportati. Mi ricordo la brutta sensazione che ho provato nel vedere i dormitori, dove c’erano tanti materassi, che non erano come i nostri, buttati per terra e dove dormivano anche uno sull’altro, senza riscaldamento e con solo una coperta, pensavo al freddo che potevano provare quei poveri bambini.
Ad un certo punto la guida ci ha portati a vedere le stanze delle torture, davvero inquietanti perché non era possibile fuggire e venivano rinchiusi in celle piccolissime dove mancava l’aria, per cui spesso morivano e le docce dove usciva gas al posto dell’acqua.
Abbiamo poi visitato un qualcosa di molto toccante, ovvero una stanza stracolma di capelli che venivano tagliati appena scendevano dal treno, un’altra piena di occhiali e un’altra di carrozzine e oggetti per disabili.
Di Birkenau mi ha colpito particolarmente la quantità di dormitori ma soprattutto i laboratori dove venivano fatti esperimenti sui bambini che molto spesso morivano.
La guida si è soffermata molto nel raccontarci dell’umiliazione e sofferenza che provavano queste persone.
Alla fine del percorso sentivo dentro di me una grande tristezza perché pensavo alla cattiveria che i tedeschi rivolgevano verso gli ebrei e anche a noi italiani.
È stata un’esperienza emozionante che porterò sempre dentro il mio cuore e che consiglierò sempre a tutti di fare.