//Echi dalla storia: un debate rinascimentale. Niccolò Machiavelli e Tommaso Campanella discutono di formazione dei governanti Bianca Miglior, Nicolo Foddis 3 A Scienze umane

Echi dalla storia: un debate rinascimentale. Niccolò Machiavelli e Tommaso Campanella discutono di formazione dei governanti Bianca Miglior, Nicolo Foddis 3 A Scienze umane

di | 2025-04-26T10:56:06+02:00 26-4-2025 10:56|Alboscuole|0 Commenti
Luogo: Una biblioteca del Rinascimento, Niccolò Machiavelli e Tommaso Campanella discutono davanti ad un tavolo pieno di libri. Giordano Bruno, li ascolta silenzioso. Campanella: Niccolò, saresti così gentile da spiegarmi perché nel tuo sistema politico, il principe deve essere autoritario e temuto e non un combattente per il bene comune? Machiavelli: Mio caro Tommaso, io combatto per il bene comune, ma non con il tuo debole metodo, il mio principe deve essere temuto perché così i cittadini capiscono di non dover violare alcun tipo di legge, perché lo vedono con un una personalità forte e astuta pronto a qualsiasi tipo di difficoltà. Campanella: non pensi all’educazione? Non pensi che i cittadini così rimangano nell’ignoranza e nella corruzione? Nella mia Città del Sole si parla di un governo basato sulla condivisione e un’istruzione per tutti. Machiavelli: Hai una visione molto affascinante: un’utopia dove tutti vivono in armonia, dove lavorano per il bene comune e sono governati da leggi giuste, senza ingiustizie o divisioni sociali, ma la tua città è troppo idealista, il potere serve per controllare i conflitti e la malvagità opportunista e gli uomini, non per idee irraggiungibili. Campanella: Capisco dove vuoi arrivare, tuttavia se fin da piccoli i cittadini potessero ricevere un’educazione che li formi al rispetto e alla giustizia crescerebbero come persone migliori moralmente. Machiavelli: Hai ragione; l’educazione è importante, a me non servono dei cittadini migliori, a me servono dei cittadini che obbediscano senza alcuna esitazione. Capisco il fine dei tuoi sogni, ma possono solo ispirare, non diventare reali. Si parla di politica non di fantasia. Campanella: Capisco, son comunque dell’idea che un governante debba pensare al bene comune, al popolo, non al bene di sé stesso o solo ai suoi obbiettivi. Machiavelli: In parte hai ragione, hai un’idea di educazione interessante, tuttavia resto realista, penso che i tuoi sogni possano solo ispirare, ma siano difficili da realizzare in questo tempo storico. Campanella: Piuttosto che addestrarli potresti educarli come faccio io nella mia “città”, i solari devono essere saggi, amanti dell’arte, del sapere e delle arti, per quanto riguarda il punto di vista morale, devono agire sempre in vista del bene comune. Si voltarono entrambi verso di me alla ricerca di un alleato, ma stetti in silenzio e non presi una posizione. Ho preferito non prendere le difese di nessuno dei due poiché non mi piace né il governo e l’educazione dei cittadini di Machiavelli né di Campanella. In entrambi ci sono troppi “contro “e direi che il governo quasi “perfetto” possa essere piuttosto una fusione equilibrata dei due (anche in questo caso ci sarebbero comunque degli aspetti negativi ma l’obiettivo è trovare un giusto compromesso). Innanzitutto, analizziamo il governo ideale di Machiavelli: non ritengo corretto che il potere vada in mano ad una sola persona, che potrebbe quindi abusarne. Essendo un governo, quello di Machiavelli, “autoritario “, non lascia abbastanza libertà ai cittadini e opprimendo il popolo potrebbe nascere instabilità politica e guerre (come la storia ci insegna, l’oppressione porta solamente a ribellioni). Non trovo negativo un governo laico (purché non punisca chi professa la propria religione), poiché la sfera religiosa non deve “mescolarsi” troppo con lo Stato. Però dividendolo completamente, si alimentano solamente controversie fra Stato e chiesa. Infine, educare il governante all’uso dell’astuzia e della forza per raggiungere i propri obiettivi, non è del tutto corretto: -Spesso è sinonimo di cattiveria e/o porta ad esserlo o ad agire con questa tendenza malevole. -A volte basta la diplomazia per risolvere i problemi. -Se si esponesse troppo questo “cinismo “si potrebbe provocare disapprovazione e odio da parte del popolo. -A volte, però, è necessario l’uso di una certa spregiudicatezza e rigidità. Per quanto riguarda Campanella, trovo positivo unire la figura del governante ad un filosofo, mettendo così al potere una figura che teoricamente dovrebbe essere sapiente, intelligente e diplomatica, “addolcendo” anche l’apparenza del suo ruolo. Questo però può essere svantaggioso in situazioni che per essere affrontate richiedono un po’ di spregiudicatezza. Non ritengo giustissimo unire scienze e religione, quest’ultimi dovrebbero essere separati, infatti si potrebbero bloccare a vicenda: la religione potrebbe limitare un avanzamento scientifico e la scienza potrebbe non combaciare con la religione. Per quanto riguarda la “divisione dei ruoli”, questo può far mantenere un certo equilibrio e ordine, ma se una persona con un certo compito vuole migliorarsi e cambiare la propria posizione? Perché deve limitare la propria crescita personale e quindi la propria VITA solo per mantenere l’armonia del gruppo? Infine, avere i beni in comune, può ostacolare un po’ l’individualità della persona. Detto ciò, posso dire che siano entrambi, per me, governi sbagliati. Prendono entrambi posizioni troppo estreme e portano ambedue tanti aspetti negativi, troppi. L’ideale sarebbe quindi, ripeto, unire entrambi così che si possano regolare a vicenda per raggiungere il migliore equilibrio possibile. Come ho già accennato prima, anche questo non sarebbe un governo perfetto, prima di tutto perché la perfezione non esiste, e poi perché l’unione di questi due modelli porterebbero a loro volta dei “contro”, ritengo comunque che sia meglio un compromesso fra i due piuttosto che solo l’uno o l’altro. Per rappresentare meglio il concetto, potremmo associare Machiavelli ad una spada, e Campanella ad un cuore. La spada porta odio e negatività, il cuore porta positività e cose buone. Perciò, se si dovesse scegliere fra i due, si potrebbe pensare che la scelta migliore sia il cuore, ed effettivamente potrebbe essere così. Ma in realtà, la sola ed eccessiva presenza del cuore, porta indubbiamente la nascita della spada, e siamo punto e a capo. Questo dimostra che la maggior parte delle volte un estremo non è un bene, l’equilibrio è la risposta.