//DANTE E LA MUSICA

DANTE E LA MUSICA

di | 2021-04-15T22:40:18+02:00 15-4-2021 22:23|Alboscuole|0 Commenti
Di Davide Formicola-3^B Sin dalla pubblicazione delle opere più famose di Dante , si è cercato associare una sinfonia di sottofondo e un giusto andamento ritmico alla recita dei brani. Ma non è affatto impresa  facile associare una base di sottofondo a delle opere così perfette e vicine al “sacro” come quelle che ha scritto Dante. All’ inizio non si diede molta importanza a questo tentativo dei compositori, ma con il passare degli anni, quest’ impresa divenne sempre più comune tra i musicisti, fino ad arrivare al XIX secolo, con Franz Liszt e la sua pubblicazione del “Dante-Symphonie”, che ha cercato di dare un carattere ritmico e vivace alla “Divina Commedia”; ma per quanto Liszt possa essere un gran compositore, famoso è il suo brano “La Campanella”, non è riuscito in pieno a dare la giusta gloria allo scritto di Dante. Il difficile nel comporre un accompagnamento per i testi di Dante, è il loro andamento naturale: ciò che dà il ritmo alle opere è la metrica dell’ opera stessa, in particolare il verso endecasillabo  (che si divide in canonico e “a maiora”), gli enjambement, ecc. Un problema ancora più grande si è riscontrato nella “Divina Commedia”, questo perché l’ opera è composta da terzine, dove l’ intervallo di silenzio fra di esse varia da un lettore all’ altro. Ciò si è cercato di risolverlo con l’uso spurio e atipico delle terzine musicali, nel tentativo di colmare al meglio quel silenzio, ovviamente fallendo, per la differente natura di utilizzo di esse. La verità  è che, per quanto chiunque possa provare a scrivere un accompagnamento per le opere in poesia del divino poeta, soprattutto per la “Divina Commedia”, non si riuscirà mai ad esplicitarne la vera bellezza e eleganza, anzi, quasi diventerebbe un intralcio allo splendore dell’opera stessa. Forse sarebbe meglio lasciare l’opera così com’è, recitata “ a campana”, perché per quanto un accompagnamento musicale possa essere  perfetto, non sarà mai divinamente impeccabile, come lo sono le opere di Dante.